In arrivo altri prestiti all'Italia di Renato Proni

In arrivo altri prestiti all'Italia Dopo quello del FMI In arrivo altri prestiti all'Italia (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 3 aprile. Superato, come sembra, lo scoglio delle condizioni imposte dal Fondo monetario internazionale per il prestito «stand by» di 500 milioni di dollari, l'Italia, forte del «certificato di buona condotta» rilasciatole, può guardare con fiducia a nuovi prestiti esteri, da utilizzare soprattutto per rinvigorire le strutture economiche nazionali e non soltanto, come ha fatto per tre anni, per difendere la parità della lira che è slittata a causa dell'inflazione galoppante. Il prossimo prestito che ci verrà concesso, molto presto, sarà quello della Comunità economica europea per 486 milioni di dollari, come concorso a medio termine. Ma il «certificato» del Fmi ci servirà per usufruire di altre grosse iniziative di credito internazionali attualmente in elaborazione e che interessano l'Italia per parecchi miliardi di dollari. La commissione europea ha suscitato l'interesse dei capi di governo al vertice di Roma del 26 marzo con un progetto per raccogliere nuovi prestiti a favore delle nazioni economicamente deboli per alcuni miliardi di lire. Il piano, originalmente elaborato dal direttore generale per Je finanze della Cee Ugo Mosca, prevede che queste somme servano esclusivamente al finanziamento di progetti industriali e non per colmare i deficit della bilancia dei pagamenti. Questa iniziativa, della massima importanza perché dovrebbe incidere sulle strutture dei Paesi poveri della Cee, come l'Italia, è stata definita un «nuovo piano Marshall» dall'Economist di Londra. La Germania, che detiene la chiave per aprire lo scrigno dei prestiti della Cee, è favorevole al progetto, perché Bonn dovrebbe dare soltanto la sua garanzia e non i soldi, in quanto i dollari sarebbero reperiti sul mercato internazionale del denaro a tassi favorevoli poiché la Comunità nel suo assieme, a differenza dell'Italia da qualche tempo, ovviamente può fornire le massime garanzie di ripagamento. Oltre il progetto della Comunità europea, vi è un piano ambizioso del Fmi per raccogliere e prestare ai Paesi in difficoltà grosse somme: si parla di 15 o di 20 miliardi di dollari in alcuni anni. Ancora una volta, l'Italia è direttamente interessata ad ottenere parte di questi crediti e per averli dovrà di nuovo sottostare alle condizioni imposte dal Fondo. L'argomento sarà discusso il 28 e il 29 aprile a Washington ad una importantissima riunione del comitato ad interim del Fondo monetario internazionale e sarà poi portato al vertice dei sette Paesi più industrializzati dell'Occidente (Usa, Giappone, Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Canada) a Londra il 7 e l'8 maggio, presente il presidente americano Jimmy Carter. La Germania Federale, come gli Stati Uniti d'America, è favorevole anche a questo progetto poiché preferisce partecipare ai prestiti internazionali piuttosto che espandere eccessivamente la propria economia a favore della ripresa mondiale, in quanto ritiene che un'espansione superiore al 5 per cento all'anno avrebbe gravi effetti inflazionistici. Il piano prevede la creazione di un «Club di creditori» per aiutare i Paesi con forti deficit della bilancia dei pagamenti (quindi anche l'Italia). La realizzazione del progetto sarà più facile se l'Arabia Saudita vi parteciperà, ma sembra che Witteveen, direttore del Fondo monetario, abbia già ricevuto qualche impegno da quel Paese. Va da sé che a livello Cee per i Paesi comunitari e a livello del Pondo monetario per tutti, ciò permetterà ad alcune nazioni di controllare, mediante le condizioni alle quali verranno rilasciati i prestiti, l'andamento dell'intera economia mondiale. Tutto ciò può porre dei quesiti anche di ordine politico. Verrà elaborata una teoria della «sovranità limitata» anche in Occidente quando le condizioni economiche per un prestito si rifletteranno sulla vita politica e sociale di un Paese? Renato Proni

Persone citate: Jimmy Carter, Ugo Mosca