Credito all'Italia di Natale Gilio

Credito all'Italia Nostra intervista a Ossola Credito all'Italia (Segue dalla 1" pagina) è anco- \! esatto — risponde ra da definire. Le autorità. monetarie locali hanno accet-\tato di aprire all'Italia uno "swap". Il suo importo, io credo, non sarà molto elevato. Ciò che conta, però, in questi casi, è di avere un legame diretto tra autorità monetarie di Paesi industriali e Paesi Opec. L'esperienza di questi ultimi anni dimostra come i Paesi petroliferi siano restii ad instaurare rapporti finanziari diretti, preferendo investire i loro surplus valutari in forma anonima sui j mercati internazionali ». Il | che significa che esiste la pos- sibilità di creare una rete I«swap» tra Paesi petroliferi e industrializzati, simile a quella che lei ha contribuito a creare 15 anni fa nell'ambito dei Paesi industriali? «E' prematuro dirlo, ma questa dovrebbe essere la strada». Il credito concesso si collega alla trattativa con il Fondo monetario internazionale? «L'accordo con il Fmi è la cruna dell'ago attraverso cui passano sempre questi accordi. D'altra parte è notorio come le banche centrali, per erogare crediti si rifacciano ai programmi di stabilizzazione approvati dal Fondo. Ma direi di più: il prestito venezuelano insieme con quelli del Fmi e della Cee costituirà una garanzia per il mercato finanziario mondiale. Il che ci dovrebbe consentire di rifi- j nanziare parte degli enormi debiti esteri che vengono a scadenza nel '77 e nel '78 (circa 4 miliardi di dollari, n.d.r.)». Questo è il suo quarto viaggio nei Paesi produttori di pe\trolio- Che possibilità vi sono ! di concludere accordi analo- . \^ «Credo che laccordo di j | Caracas possa contribuire a sbloccare le trattative iniziate con Iran, Libia e Arabia Saudita, Paesi questi che il presidente Perez visiterà tra un paio di settimane». Oltre alla parte finanziaria, ! avete discusso anche di com messe per le imprese italia- j ne? «Sia in Ecuador sia in ' Venezuela, abbiamo ottenuto concrete assicurazioni per le nostre esportazioni. In Ecuador (è stata la prima visita di un ministro italiano, n.d.r.) le nostre industrie hanno otti- Ime possibilità di partecipare j a commesse per 500 milioni di dollari, legate alla, costruzione dei nuovi aeroporti di Quito e Guayaquil e della grande centrale idroelettrica sul fiume Paute. Con il governo ecuadoriano si è anche discusso di aumentare l'import di banane, riducendo così lo spazio finora occupato dalle multinazionali. A tal fine gli ecuadoriani hanno acquistato dall'Italia due navi bananiere per un valore di 30 milioni di dollari. A Caracas invece, la cosa più importante discussa, è stata l'assegnazione alla Fiat della licenza per fabbricare motori sia a benzina sia diesel per inserirci nel mercato automobilistico dei cinque Paesi del Patto Andino». Un'ultima domanda: quali altre missioni sono in programma? «Nelle prossime settimane mi recherò in Polonia, Kuwait e in Unione Sovietica». Natale Gilio

Persone citate: Perez