Un programma aperto anche ai comunisti? di Carla Fontana
Un programma aperto anche ai comunisti? Un programma aperto anche ai comunisti? ^Dal nostro inviato speciale) Roma, 3 aprile. «Non lasceremo nulla di intentato perché il governo presieduto dall'amico Andreotti, che vogliamo qui sinceramente e fervidamente ringraziare, si avvalga dei più larghi consensi politici». Con queste parole (e con la precisazione: «Governo a cui riconosciamo la possibilità di assolvere proficuamente questi compiti») Zaceagnini ha risposto ai due interrogativi politici che sono pesati durante tutta la conferenza organizzativa della de, conclusasi oggi a Roma: la de vuole un accordo fra tutte le forze politiche sul programma di governo? La nuova fase sarà ancora gestita da Andreotti come presidente del Consiglio o da un suo successore? Che Zaceagnini fosse d'accordo sull'intesa programmatica con il pei e gli altri partiti era già noto nelle settimane precedenti (l'aveva affermato alla conferenza operaia di Torino), ma al convegno di Roma gli umori emersi nel dibattito hanno riproposto il problema con interventi di capi storici, come Donat-Cattin, e di molti rappresentanti della base. Sulla vita breve di Andreotti al governo erano molti a scommettere, con motivazioni che si ricollegano tutte alla «leadership» di Moro all'interno della de, indubbiamente molto accentuata anche a scapito di Zaceagnini e «incompatibile» con il ruolo di protagonista che Andreotti verrebbe ad assumere nelle «conuercrenze programmatiche». Le dichiarazioni di Zaceagnini salvano quindi — per ora — la testa di Andreotti e le trattative sul programma. Ma lo stesso capo del governo sembra non farsi troppe illusioni. «Nessuno è in grado di prevedere con esattezza quanto una situazione Carla Fontana (Continua a pagina 2 in quinta colonna)
Persone citate: Andreotti, Donat-cattin, Moro
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