Macario: "Ed ora lottiamo contro l'aumento prezzi di Luigi Macario

Macario: "Ed ora lottiamo contro l'aumento prezzi Che cosa chiede il sindacato al governo dopo l'intesa Macario: "Ed ora lottiamo contro l'aumento prezzi L'accordo concluso sulla scala mobile, se chiude il discorso, almeno per ora, sul costo del lavoro, se sblocca la contrattazione aziendale, se consente al nostro Paese la possibile acquisizione di una serie concatenata di prestiti a livello internazionale (dal Fondo monetario, dalla Cee, dagli Usa e Germania come dalle grandi banche), tuttavia risolve solo in parte le preoccupazioni dei lavoratori e del sindacato che, come è noto, riguardano per un verso l'occupazione, gli investimenti, il Mezzogiorno, i giovani e per l'altro la lotta all'inflazione ed all'aumento dei prezzi. Continueranno ad essere questi i temi centrali e gli obiettivi delle prossime trattative, che sono destinate ad essere dure ed impegnative. Li affronteremo attraverso il confronto non solo con il governo, ma anche con i partiti, se è vero che questi si accingono nelle prossime settimane a ricercare e a realizzare quelle «convergenze programmatiche» che potrebbero e dovrebbero costituire la base di una comune volontà volta a far uscire il Paese dalla crisi. Questo non è tuttavia un risultato scontato. Quali sono le maggiori difficoltà? Sono di ordine diverso e numerose. Credo che la prima sìa costituita — e si collega con la lettera di intenti al Fmi — da quella sorta di intangibilità che sono gli equilibri finanziari e monetari rispetto ai quali certi problemi si affrontano sulla base delle possibilità «residue». Se resistesse questa impostazione, se cioè non fosse possibile — come finora lo è stato — stabilire delle priorità diverse nell'uso delle risorse disponibili, se non fosse possibile posporre ed anche eliminare delle «cose» che si fanno ad altre più importanti che tuttavia non si fanno, allora si avrebbe la prova che non si vogliono correggere le distorsioni del nostro sviluppo. Naturalmente sul piatto penso sia necessario mettere tutto: consumi pubblici e privati, investimenti pubblici e privati, considerando gli obiettivi degli investimenti, dell'occupazione, del Mezzogiorno, dei giovani, come assolutamente prioritari. L'austerità, in altre parole, è necessaria; ma deve essere finalizzata, e diventare una politica ed esprimersi in una serie organica di scelte politiche coerenti. La seconda difficoltà è la finalizzazione e l'utilizzazione del credito internazionale. Questo può essere maggiore se destinato ad investimenti produttivi; diventa invece riluttante ed evanescen¬ te se continuasse ad essere richiesto nella condizione di dissesto patologico della nostra economia di questi ultimi anni. La terza difficoltà è data dal funzionamento della macchina dello Stato, del parastato, delle Regioni, degli enti locali di cui occorre occuparsi perché, anziché essere freno, sia stimolo e guida della politica economica sia sul piano dell'acquisizione delle risorse (fìsco e parafiscalità) che della spesa pubblica. Un'altra difficoltà è costituita dal basso livello della nostra imprenditorialità che deve superare tale stadio per poter rispondere alle sfide dello sviluppo « nelle nuove condizioni », ponendosi in particolare di fronte a quella della industrializzazione dell'economia meridionale. Infine, avendo noi, come lavoratori e come sindacato, ridotto l'impatto della scala mobile sul costo del lavoro e sui processi inflazionistici ed assunto l'impegno del contenimento delle spinte salariali a livello aziendale, ci sembra più che legittimo richiedere che si faccia una lotta adeguata contro l'aumento dei prezzi e contro le altre molteplici cause di inflazione, tra cui primeggiano il riordino della spesa pubblica, la lotta all'evasione fiscale ed alle posizioni di rendita parassitaria. Sul piano del controllo dei prezzi, altri Paesi del Mec hanno fatto ben più di noi; sono esperienze da considerare per intraprendere nuove strade su un terreno destinato ad essere molto caldo anche nei prossimi anni. In questo campo la rassegnazione e la rinuncia a fare non sono più possibili. E' anche questo un tema di lotta che non abbandoneremo fin quando non avremo ottenuto tangibili risultati. Nei giorni scorsi, assistendo ad un dibattito tra politici italiani ed europei sulla nostra crisi economica e politica, ho avuto l'impressione che i nostri ospiti stranieri hanno probabilmente compreso quali sono le diverse ipotesi e prospettive sul quadro politico, ma non quali possono essere concretamente le ipotesi e le linee di politica economica e sociale che il nostro Paese si propone per uscire dalla crisi. Questo mi fa dire che, su questo punto, ha ragione Ugo La Malfa quando antepone alla questione degli schieramenti quella sui contenuti politici, sui problemi della crisi economica e sociale e sulle relative soluzioni, dalle quali le tensioni presenti nel Paese et indicano quanto siamo ancora lontani. Bisogna essere consapevoli che su queste questioni non si gioca solo la fine anticipata della legislatura, ma la validità stessa del sistema democratico che difendiamo perché lo riteniamo superiore ad ogni altro sistema- per la ricerca e l'affermazione dell'uomo e del bene comune. Ho cercato di indicare l'essenza delle nostre preoccupazioni e degli obiettivi che ci proponiamo e per i quali ci batteremo nel prossimo futuro. A costo di essere scomodi e, talvolta, magari antipatici, intendiamo andare avanti nello sviluppo del nostro ruolo e del nostro impegno di classe che non è rivolto solo ai lavoratori occupati, ma in primo luogo ai disoccupati, ai giovani, al Sud, certi che saremo sempre una società incompiuta se questi problemi non si risolvono. Luigi Macario Scgrelurio generale Cisl

Persone citate: Macario, Ugo La Malfa

Luoghi citati: Germania, Usa