La libertà di Piero Costa è ormai questione di ore di Giorgio Bidone

La libertà di Piero Costa è ormai questione di ore È stato pagato il riscatto d'un miliardo e mezzo La libertà di Piero Costa è ormai questione di ore Difficile prevedere dove e quando avverrà il rilascio - Si dice molto a Sud di Roma, perché la consegna del denaro sarebbe avvenuta in Calabria, ma forse si tratta di semplici congetture perché tutto è avvenuto nel più rigoroso segreto, rispettato anche dagli inquirenti (Dal nostro corrispondente) Genova, 27 marzo. Il riscatto è stato pagato, la liberazione dell'ingegner Piero Costa è considerata imminente, forse questione soltanto di ore. Il piìi lungo sequestro di persona in Liguria — l'armatore genovese, rapito la sera del 12 gennaio, è prigioniero da ben 74 giorni — sta quindi per concludersi. Si sono avuti momenti d'alta drammaticità, durante i quali s'è temuto per la vita del sequestrato, per i lunghi silenzi che i banditi hanno osservato, per l'intransigenza della famiglia Costa, che non ha ceduto all'iniziale enorme richiesta di riscatto di 10 miliardi e che ha resistito fino a quando, a conclusione d'estenuanti patteggiamenti, i rapitori sono scesi ad un miliardo e mezzo. E questa somma è stata consegnata ieri sera da un familiare di Piero Costa ai banditi. Il pagamento è stato effettuato assai lontano da Genova, quasi sicuramen¬ te a Roma o nei paraggi della capitale, anche se, in base ad alcune indiscrezioni trapelate da ambienti molto vicini alla famiglia Costa, non si può escludere che la consegna del denaro — in banconote da 50 e 100 mila lire, per contenere le quali sono state adoperate due grosse valige — sarebbe avvenuta ben più a sud, a Napoli o addirittura in Calabria. Si tratta, ad ogni modo, d'una circostanza, questa del riscatto pagato addirittura ad oltre mille chilometri di distanza, che oltre a non avere eccessiva importanza viene esclusa dagli inquirenti. Questi però, anche se a mezze parole e con frasi sibilline, confermano che il pagamento c'è stato e che si può ora attendere la liberazione. La banda che ha rapito l'armatore s'è dimostrata efficiente ed organizzata. L'ingegner Piero Costa, 42 anni, sposato e padre di tre figli, è stato sequestrato il 12 gennaio, a pochi passi da casa, in spianata Castelletto, mentre rientrava da una riunione all'Associazione industriali. Entrò in azione un «commando» d'almeno sei uomini che lo trascinarono su un'auto, allontanatasi poi a tutta velocità. Per alcuni giorni i rapitori non diedero notizie, poi contattarono alcuni amici milanesi del rapito, intimando che volevano 10 miliardi assolutamente «non trattabili». «Una richiesta assurda, inconcepibile» fu la replica dei «capi» della famiglia che, con in testa Giacomo III, cugino del rapito, tenevano le redini della situazione. La trattativa si trasferì poi a Genova, avendo i Costa incaricato dei contatti con i rapitori l'avvocato Giovanni Salvarezza. Nel corso di numerose telefonate, il legale fece presente che i Costa non avrebbero ceduto, che avrebbero sborsato al massimo un miliardo, un miliardo e mezzo, cifra che — lo si seppe poi — era totalmente coperta da un'assicurazione stipulata alcuni anni fa con i Lloyds di Londra. L'autorevole clan ha ottenuto di non avere intralci di sorta da parte di magistratura, polizia e carabinieri. Nessuno ha dunque assistito alla consegna del denaro. Nessuna prova e nessun indizio sono stati raccolti in questa delicatissima fase. Le indagi¬ ni ricominceranno da zero dopo la liberazione ed il mistero, che sarà svelato nelle prossime ore, è proprio la località in cui Piero Costa sarà lasciato lìbero. Giorgio Bidone Piero Costa

Persone citate: Giovanni Salvarezza, Piero Costa

Luoghi citati: Calabria, Genova, Liguria, Londra, Napoli, Roma