"Sono tossicomane nessuno mi aiuta,,

"Sono tossicomane nessuno mi aiuta,, "Sono tossicomane nessuno mi aiuta,, « Claudia Giglio, 28 anni, un figlio di 3 anni, ex laureanda in architettura, tossicomane, ex Insegnante al corsi per adulti a Plnerolo, ex carcerata. Vuole denunciare lo stato delle carceri femminili: I privilegi, gli abusi, la loro mancata funzione di luogo di recupero ». Questo l'inizio dell'intervista che Claudia Vaccaro in Giglio, aveva voluto rilasciare lo scorso aprile a Stampa Sera. Parlava con calma misurando le parole e i gesti. Grandi occhi incorniciati da grossi occhiali alla moda. Foulard in capo annodato dietro. Nulla poteva far pensare in lei a momenti di esaltazione. Le sue parole cariche di rabbia e di umiliazioni patite erano dette quasi sottovoce. • E' difficile battersi per gli emarginati. E' difficile ottenere qualcosa da questa città senza vita e senza fantasia. Ho visto di tutto in Torino, dove sopravvive soltanto chi ha denaro e chi è ligio alle istituzioni e dove è più facile raggiungere un posto di comando che rifiutarsi di ubbidire ». Queste parole assumono adesso II significato di una denuncia, di una accusa. « Sono tossicomane, ma che cosa posso fare se non trovo le persone che possono aiutarmi? ». Voleva dare il suo contributo per i carcerati. Aveva denunciato la situazione del carcere femminile definendola un inferno. ■ So che II 70 per cento dei detenuti è formato da tossicomani. So che In carcere si compra e si vende droga. Se non paghi sono ricatti, baratti, coltellate. E poi dicono che i detenuti sono violenti. I giudici non si fanno vedere perché non hanno tempo. Si è costretti ad attendere mesi prima che si facciano vivi. Chi gestisce questa fetta di potere — proseguiva Claudia Inesorabile nelle accuse alle istituzioni — non conosce le motivazioni dell'origine della delinquenza o almeno ne conosce soltanto l'aspetto formale. Ho vissuto per tanto tempo accanto a donne di vita per capire II loro mondo, per tentare di entrare nel girone degli " emarginati " ». « Ho vissuto in celle in uno spazio di pochi metri, dove il rosso sangue delle piastrelle diventa dopo un po' di tempo un bue squartato appeso al muro, grondante sangue. Mi dicono che ho le allucinazioni perché tossicomane. Ho vissuto stati d'ansia tremendi, perché la droga ti fa diventare ipersensibile. Dovevo essere curata e invece le uniche persone che mi hanno aiutato sono state le compagne di cella. Il personale del carcere è legato alla sua condizione di basso stipendio e soggetto a continui trasferimenti. Quello religioso è costretto a comunicare con noi con falsi rapporti umani. Le detenute favorite sono quelle che hanno denaro. Nel reparto femminile le prostitute, in quello maschile I mafiosi. Con il denaro si ottiene tutto, anche la moralità ». E' possibile che proprio per questa mancanza di denaro Claudia Vaccaro non abbia ritrovato la moralità (« perché nessuno è In grado di curarmi? » aveva detto) e forse ha dovuto di nuovo procurarsi eroina, ma questa volta a mezzo milione il grammo. Ha dovuto contattare i boss della droga. Non ha poi pagato, perché in cambio poteva soltanto offrire le sue serigrafie o dei pastelli, ed è stata uccisa, crivellata di colpi. « Ma per un buco devi pagare, è una cosa abbietta, terrìbile, ma devi cercare i soldi perché quelli non ti danno scampo ». Nevio Boni

Persone citate: Claudia Giglio, Claudia Vaccaro, Giglio, Nevio Boni

Luoghi citati: Torino