"La Sanremo,, deve cambiare

"La Sanremo,, deve cambiare Aspettare ancora è assurdo "La Sanremo,, deve cambiare Percorso più impegnativo, meno corridori (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 20 marzo. Sono i corridori a rendere una gara facile o difficile, o è il percorso? Sono soprattutto i corridori: al Giro d'Italia, su certe salite anche dure, si è assistito spesso ad un desolante « tutti in gruppo », perché nessuno aveva il coraggio (o la forza) di attaccare: restava indietro qualche velocista puro, magari si staccava qualche mezza figura che in genere resta indietro anche su un cavalcavia. Ma si trattava di pochi corridori, di eccezioni. A passo d'uomo sanno andare tutti, anche se la strada sale: altrimenti, è meglio che cambino mestiere. Il discorso vale per le corse a tappe, vale molto meno per quelle in linea. In un Giro d'Italia si ha sempre paura di ciò che può accadere il giorno dopo, si tende a risparmiare energie per Il finale. In una « classica •, invece, si deve spendere tutto In poche ore, poi c'è tempo per recuperare: a volte due o tre giorni, a volte una settimana. Adesso che Merckx non è più Merckx, adesso che nel ciclismo esiste un notevole livellamento di valori, Il percorso conta, e parecchio. Quando si viaggia, in pianura, a quasi cinquanta orari, scattare diventa praticamente impossibile. Se la strada è piatta, vince un velocista, e magari si può vedere un Merckx mettersi al servizio di Sercu, o un Gìmondl pilotare lo sprint a Van Linden. La • Sanremo » di molti anni fa aveva un grosso fascino per la sua lunghezza (quasi trecento chilometri) e per lo stato delle strade, e chi vinceva entrava nella leggenda; la * Sanremo » di questi ultimi anni ha continuato ad avere fascino soprattutto per le sette prodezze di Merckx, per quella di Dancelll (il primo a rompere l'incantesimo, dopo Petrucci) e per quella di Gimondi. Ma adesso Merckx vince sempre di meno, Dancelll non corre più, Gimondi ha trentacinque anni, Maertens e Moser non sembrano in grado di lare il vuoto, se il percorso non II favorisce. Così va a finire che vince Raas e la • Sanremo • mostra all'improvviso tutto II peso dei suoi settant'anni. La Parigi-Roubalx ha il pavé, Il Giro di Lombardia ha quattro salite, le • classiche • belghe hanno spesso II vento e il freddo. La « Sanremo • non ha più nulla di tutto questo. La distanza? Ma la distanza conta poco, in pianura stare nella pancia del gruppo significa farsi trascinare a rimorchio (e fino al Turchino, che si trova a quasi 130 chilometri dal vìa, qualsiasi mediocre dilettante riuscirebbe a non farsi staccare). Visto che I favoriti si marcano a vicenda, succede che ai piedi del Poggio — che non è una salita vera, è poco più di una rampa — cento o magari 150 corridori siano ancora insieme. Dalla cima del Poggio a Sanremo ci sono cinque chilometri. Può vincere chiunque, la « Sanremo » diventa davvero una lotteria. Può vincere persino un certo Raas e la - classicissima • di primavera si trasforma in una corsetta. Molto per colpa dei • big », certo; ma anche per colpa di un percorso che non è più adeguato ai tempi. E allora, per salvare la - Sanremo », o arriva un altro Merckx (ma è difficile), o si cercano strade nuove, nell'entroterra ligure. Si potrebbe, ad esemplo (come suggeriscono in molti, tra cui De Vlaemlnck) Inserire il Testico, che è una salita vera; sì potrebbero cercare altre difficoltà. Aspettare ancora, a questo punto, sarebbe assurdo. E non è il solo problema. Negli ultimi dieci anni si erano superati i duecento partenti soltanto una volta (nel '70, quando vinse Dancelll) e già sembrava una follia. Questa volta sono state accettate 260 iscrizioni e per fortuna I partenti sono stati « soltanto » 232. Gimondi dice: « Con tanta gente al via, non è più una corsa, è una rissa: bisogna dare gomitate per farsi largo, basta una foratura, o una frenata, e rimontare il gruppo diventa impossibile ». Moser aggiunge: « E' indispensabile limitare il numero del partenti. Ci sono corridori che non sanno andare in discesa e costituiscono un pericolo per tutti ». Proprio In discesa, Moser si è trovato In un groviglio di biciclette; Gimondi è stato costretto a frenare e ed interrompere l'azione due volte. Nessun incidente grave, per fortuna. Ma solo per fortuna.