L'ultima sfida azzurra

L'ultima sfida azzurra Nel giorno del trionfo di Stenmark ad Are L'ultima sfida azzurra Bieler 2°, Thoeni 3°, 5° Gros: un successo di squadra che mancava da tempo - Noeckler: genio e sregolatezza - L'affermazione di Ingemar è stata realizzata con una seconda "manche" veramente eccezionale (Dal nostro Inviato speciale) Are, 20 marzo. Gli elicotteri hanno terminato Ieri il loro lavoro e la neve portata via dal lago per costruire la pista ha lasciato larghi spazi vuoti per i parcheggi. Le auto cominciano ad arrivare verso le sette, dalle due direttrici, Oesterund svedese e Trondhelm norvegese. Poi è la volta dei treni, due speciali da Stoccolma (treni cuccetta per Intero, visto che c'è voluta tutta la notte per arrivare), otto o nove da Oesterund, raffazzonati alla meglio con carrozze tipo vecchio western in versione nordica. In più ci sono i residenti che hanno occupato ogni stanza d'albergo, condominio, chalets nel raggio di venti chilometri all'intorno e tutti puntano lassù verso la strada di neve che deve portare Ingemar Stenmark alla sua seconda Coppa del Mondo, Per questo la televisione ha compiuto uno sforzo degno di un'Olimpiade per assicurare immagini stupende e per indirizzarle al mondo Intero non soltanto In esaltazione del campione, quanto della stazione che organizza e del potenziale turistico che essa rappresenta. L'Italia, che ha gli avversari di maggior spicco per il fuoriclasse svedese, non ha comprato la trasmissione, per la consueta Insensibilità giornalistica. Il gelo della notte ha messo fine a tutte le preoccupazioni e la pista si presenta in condizioni eccellenti, un po' bruttina soltanto da vedere nelle riprese a colori, poiché per tenere Insieme la neve si è usato di tutto e ora il colore del fondo varia dal marrone all'azzurro intenso, senza mai passare nemmeno per caso attraverso il bianco. Tecnicamente compare il problema della tenuta degli sci nel differenti punti e stavolta ogni sciatore deve contare sulle proprie doti piuttosto che sul materiale. Probabilmente, chi parte per primo pagherà qualche decimo in scorrevolezza, ma basteranno un paio di discese sulla traccia giusta per mettere poi tutti in condizioni di parità. L'avvio è per Hlnterseer che cade dopo metà gara, poi fino al traguardo arriva l'americano Adgate, a preparare la discesa per Stenmark. Attorno alla pista saranno trentamila spettatori, molti di più a far fede ai biglietti venduti, ma qui invece di cercare di entrare gratis, c'è chi compra due, tre, dieci biglietti per aiutare la squadra. Via In un'atmosfera da Maracana. Un poco più pallido del solito dietro al cancelletto, Ingemar prende subito il ritmo nelle porte iniziali tutte filanti, supera un brutto angolo, poi, nuovamente deciso, continua dove la pendenza finalmente prende ad essere rilevante. All'intermedio ha un margine discreto su chi lo ha preceduto in pista, poi di II in avanti comincia ad attaccare sul serio lasciando correre gli sci lungo I pettini continui che Nogler gli ha messo giù appositamente. La folla lo segue con un urlo esasperato e ancora si entusiasma quando Neureuther scende in trattenuta e finisce lontano di un secondo e mezzo. Adesso è la volta di Franco Bieler che fra gli azzurri è sicuramente il più vicino come caratteristiche naturali a Stenmark. Anche lui è relativamente controllato nella prima parte, che è piena di angoli a dividere le piccole serie di porte filanti, poi si scatena In attacco da metà in giù, dritto sui pali che volano via come I bastoncini di Shangai sotto un colpo di vento. Il piccolo centesimo di vantaggio all'intermedio si moltiplica per diciotto in un «Oh» di delusione del pubblico, che vede sottratto al proprio idolo il ruolo di protagonista. Affonda Heidegger, è bravissimo Kaiwa (peccato che non riesca mal a doppiare la manche buona), poi tocca a Gros. Pierino scende controllato, perfettamente in stile, ma senza aggredire questo tracciato che non ha grosse difficoltà tecniche. Paga dall'Inizio alla fine centesimi dappertutto per finire a oltre mezzo secondo da Bieler. In mezzo si inserisce Paul Frommelt, e vicino rimane Morgenstern, mentre Steve Mahre si elimina con un'uscita sullo sci interno all'inizio del tratto più veloce. Il gruppo si chiude con due azzurri, Thoeni e Radici. Gustavo parte con tutti I timori accumulati nei giorni scorsi e perde parecchio nella parte iniziale, poi si distende e comincia ad attaccare con decisione per chiudere in netta progressione con l'identico tempo di Gros. Radici non ha nemmeno il tempo di entrare in gara: finisce sullo sci interno, tocca con la scarpa e piroetta a terra. Gli azzurri hanno ancora Noeckler, potenza Inespressa sullo sci. Lui ha sentito gli ordini nella radio, ordine categorici: 'mollare tutto'. Esegue con la consueta approssimazione di stile, ma con gli sci che filano via velocissimi: all'intermedio ha sette decimi di vantaggio su Stenmark e Bieler. due porte dopo appoggia il sedere per terra, si blocca ma si rialza sempre in linea, riparte per attaccare ancor più deciso fino al fondo. E' incredibile. Ha il quarto tempo con trenta centesimi soltanto di distacco da Bieler. E' bravo Brunner, discreto Strand, De Chiesa soltanto un po' troppo timoroso, ma comunque lui pure ancora in corsa. Da dietro fa miracoli Jacobsson. Tutto da rifare nella seconda manche con dodici corridori in un secondo. Questa volta tocca a Gustavo far la strada su un percorso più ritmico, pieno di curve nello stile austriaco. Thoeni è subito deciso, scende con stile perfetto, un altro sciatore rispetto a quello che saltabeccava a Voss e il suo tempo è subito riferimento per tutti. Resiste a Gros sempre un poco trattenuto, a Kaiwa vittima della paura di ben fare, al ritorno prepotente di Heidegger che è migliore nella frazione ma non nella somma. Soltanto Bieler, grazie al vantag¬ gio precedente gli rimane davanti, ma l'azione apparsa un po' incerta all'osservazione diretta ha una giustificazione tecnica precisa: nello scatto del via è saltato il gancio più alto dello scarpone destro e senza ancoraggio si sa quanto sia difficile sciar bene. Due azzurri in testa e rimane soltanto Stenmark da aspettare con il suo più giovane avversario Noeckler. Ingemar stavolta parte senza riserve mentali. Probabilmente, dover rimontare lo pone In condizioni psicologiche più favorevoli e attacca dall'Inizio alla fine, con un'azione coordinata e splendida, le gambe assolutamente indipendenti ad eliminare attriti e a dare spinte potenti. Al traguardo distanzia il rivale più vicino di un secondo e mezzo e vince di I) a poco quando Noeckler nella sua incostanza folle riesce a cadere senza nessuna ragione alla terza porta. Scompare De Chiesa mentre rimontava posizioni con una discesa eccellente, e si confermano Jakobsson e Strand per completare il bilancio trionfale dello sci svedese. La palla di neve si è ingrossata e di qui a poco ci sarà la valanga a righine blu e gialle? Giorgio Viglino Queste le classifiche Prima manche: 1. Bieler (It) 47"97; 2. Stenmark a 18/100; 3. P. Frommelt a 20; 4. Nockler (It) a 31; 5. Kaiwa (Giap) a 47; 6. Jacobsson a 50; 7. Brunner (Au) a 66; 8. Gros e Thoeni a 68; 10. Strand a 69; 13. De Chiesa (It) a 1"12: 16. Heidegger a 1"37; 29. Contortola a 2 "60. Seconda manche: 1. Stenmark 50"78; 2. Neureuther a 1"26; 3. Heidegger a 1"39; 4. Thoeni a 1"59; Wenzel a 1"79; 6. Bieler a 1"77; 7. Gros a 2"08; 8. Strana a 2"26; 9. Jacobsson a 2"29; 10. Frommelt a 2"32. Finale: Stenmark (Sve) 1'38"93; 2. Bieler (It) a 1"59; 3. Thoeni (It) a 2"09; 4. Frommelt (Lic) a 2"34; 5. Gros (It) a Heidegger (Au) a 2"58; 7. Jacobsson (Sve) a 2"61; 8. Strand (Sve) a 2"77; 9. Neureuther (Ger) a 2"83; 10. Wenzel (Lic) a 2"92. COPPA DEL MONDO: /. Stenmark 289; 2. Heidegger 227; 3. Klammer (Au) 203: 4. Gros 163; 5. Russi (Svi) 148; 6. Thoeni 137; 7. Walcher (Au) 115: 8. Hemmi (Svi) 113; 9. Frommelt 99; 10. Ferstl (Ger) 97; 11. P. Mahre (Usa) 94; 12. Bieler 92; 13. Tresch (Svi)

Luoghi citati: Are, Italia, Shangai, Stoccolma, Usa