Biennale dichiarazioni di Craxi

Biennale dichiarazioni di Craxi Biennale dichiarazioni di Craxi (Dalla redazione romana) Roma, 15 marzo. Sulla Biennale di Venezia si hanno oggi due dichiarazioni, la prima del ministro Antoniozzi, che assicura per questanno il previsto contributo di 750 milioni, pari a quello erogato nel 1976, la seconda del segretario socialista Craxi. Questi considera molto spiacevole l'incidente insorto a proposito del programma della Biennale e le polemiche che ne sono seguite. Ha detto Craxi: «Visti i fatti, si trattava di polemiche evitabili e ben prevedibili. Il nostro Paese si considera amico e vuole essere amico dell'Unione Sovietica. Italia e Unione Sovietica vengono sviluppando un complesso di iniziative di reciproco interesse sul piano economico e commerciale ed i rapporti tra i due Paesi sono stati e sono generalmnete eccellenti. Ma ogni amicizia ha le sue regole. Nel nostro Paese vengono affermati i prìncipi della-libertà di espressione e della assoluta indipendenza dell'arte, della cultura, della ricerca. Ogni condizionamento interno che tenda a limitare questi valori provoca sempre e for lunatamente reazioni e proteste. Un gesto come quello dell'ambasciatore sovietico è stato giudicato per quello che era e cioè una indebita interferenza straniera nel campo della libertà delle nostre istituzioni culturali. Esso non poteva non suscitare un moto di rigetto della pubblica opinione e delle forze democratiche, una diffusa sollevazione critica». «Tutto ciò — ha continuato Craxi — era perfettamente evitabile anche tenuto conto del fatto che iniziative più o meno analoghe di altri governi amici non avevano avuto in passato un grande successo». Craxi attende di conoscere meglio «la valutazione politica e di principio del ministro degli Esteri che non potrà non rivendicare di fronte a chiunque l'autonomia e la libertà della Biennale di Venezia». Ha infine aggiunto di tralasciare ogni commento sull'atteggiamento di taluni esponenti della nostra diplomazia. «Desidero solo dire che considero spregevole il tentativo di far apparire il presidente Meana come un mestatore ed un visionario. Ciò che conta tuttavia oggi è che, superato l'incidente, tutte le questioni siano riportate su binari costruttivi e che la Biennale sia posta dal Parla mento in condizioni di agire per il meglio ». Craxi ha rivolto al presidente Carlo Ripa di Meana, l'invito più caloroso perché receda dalle dimissioni annunciate.

Persone citate: Antoniozzi, Carlo Ripa, Craxi

Luoghi citati: Italia, Meana, Roma, Unione Sovietica, Venezia