Lo sciopero di venerdì indetto per occupazione e investimenti di Giancarlo Fossi

Lo sciopero di venerdì indetto per occupazione e investimenti Conferenza stampa della Cgil-Cisl-Uil Lo sciopero di venerdì indetto per occupazione e investimenti Per Roma la protesta è stata differita al 23 marzo accogliendo l'invito di Cossiga - Le modalità dell'astensione diverse al Nord e al Sud Roma, 15 marzo. In tutta l'Italia, ad eccezione di Roma dove i recenti incidenti hanno creato una atmosfera di tensione particolare, sarà attuato venerdì lo sciopero di quattro ore deciso dalla Federazione Cgil, Cisl, Uil contro le misure predisposte dal governo sul costo del lavoro e la persistente mancanza di iniziative per gli investimenti e l'occupazione. Nelle regioni centrali e settentrionali l'astensione fermerà le industrie e l'agricoltura (solo a Pavia ci sarà uno sciopero generale), mentre nel Mezzogiorno e nelle Isole l'azione investirà tutti i settori produttivi, assumendo il carattere di una sospensione quasi generale. Alcune categorie dei servizi (elettricità, gas, trasporti pubblici) incrocieranno le braccia per due ore. A Roma, invece, si sciopererà mercoledì 23 marzo: oltre centomila lavoratori parteciperanno a una manifestazione in piazza San Giovanni alla quale interverranno i segretari generali della Federazione unitaria Lama, Macario e Benvenuto. Le modalità di questa agitazione, piuttosto articolata, sono state annunciate oggi nel corso di una conferenza stampa dai tre segretari generali, che poco prima si erano incontrati al Viminale con il ministro dell'Interno, Cossiga. La Federazione unitaria ha accettato l'invito del ministro Cossiga a differire l'astensione a Roma ed il ministro ha espresso un vivo ringraziamento per la responsabile posizione assunta dal movimento sindacale In merito ai disordini dei giorni scorsi e per la solidarietà manifestata alle autorità e alle forze dello Stato impegnate in una dura e delicata azione a tutela dell'ordine e della legalità democratica. «Non potremmo rinunciare all'azione programmata — ha detto Lama ai giornalisti — anche se il governo dovesse ritirare i decreti sul costo del lavoro. Questo perché l'azione del 18 marzo rappresenta l'avvio di una strategia complessiva del movimento sindacale che ha come obiettivo centrale la questione del Mez¬ zogiorno. I problemi che ad essa si riferiscono non si risolvono certo in due giorni». Se poi il governo non dovesse impegnarsi concretamente per i problemi del Sud, ha precisato Macario, la Federazione sarà costretta a proclamare ulteriori azioni di lotta e, questa volta, certamente generali. Sul tema del Mezzogiorno. strettamente connesso a quelli degli investimenti e dell'occupazione, il sindacato assume una linea più dura nei confronti del governo. «Il nostro giudizio sulla situazione — ha incalzato Macario — è unanime: così non si può andare avanti. L'immobilismo è un vecchio tarlo che porta alla fine rapida della legislatura, allo scontro frontale, alle tensioni sociali che si scaricano sull'elettorato, il quale poi non è in grado di risolverle». La formula del confronto, secondo il leader della Cisl, è stata del tutto inconcludente: va superato questo momento di indeterminatezza, sapendo che il sindacato non dà deleghe a nessuno. Bisogna evitare fratture tra occupati e disoccupati, fra lavoratori e studenti, ha sottolineato Benvenuto avviando cosi con i giornalisti un fitto scambio di domande e risposte sui temi scottanti dell'ordine sociale e del problema giovanile. «iVoi intendiamo ribadire — ha chiarito Macario — la validità della protesta e dello sciopero come momento unificante, ma consideriamo l'uso delle armi nemico della classe operaia ed amico dei nemici dei lavoratori». Sempre Macario ha illustrato un documento, approvato dalla segreteria unitaria, sulla questione giovanile. Giancarlo Fossi

Persone citate: Cossiga, Lama, Macario

Luoghi citati: Italia, Pavia, Roma