Londra: ore contate per i laboristi quasi certe le elezioni anticipate
Londra: ore contate per i laboristi quasi certe le elezioni anticipate Liberali e unionisti nord-irlandesi contro il governo Londra: ore contate per i laboristi quasi certe le elezioni anticipate (Dal nostro inviato speciale) Londra, 20 marzo. La domenica, una giornata grigia, fredda, piovosa, così poco in carattere con la vigilia della primavera, ha portato decisamente male al primo ministro Callaghan. Sono bastate poche ore per alterare il quadro politico che ancora ieri concedeva al governo la tenue speranza di superare, anche se di strettissima misura, l'esame del voto di fiducia di mercoledì. Liberali e unionisti nord-irlandesi, i due piccoli partiti dalle cui file i laboristi confidavano di estrarre il sostegno necessario per sconfiggere la mozione di censura presentata dall'opposizione dei conservatori, han- no annunciato che voteranno contro il governo. Se non interverranno fatti nuovi, Callaghan è sconfitto, l'Inghilterra andrà alle elezioni anticipate, si profila l'ipotesi della vittoria tory, la sinistra britannica al potere da tre anni dovrà passare la mano, l'Europa e l'Occidente saranno costretti ad affrontare l'incognita di una gestione dai contornì sfumati, si teme che il rilancio economico del Paese subisca una pericolosa battuta d'arresto. Non tutti i giochi sono comunque decisi. David Steel, capo dei tredici deputati liberali, con una dichiarazione possibilista ha lasciato uno spiraglio aperto all'ipotesi dell'accordo con il partito di governo, chiedendo al primo ministro una radicale sterzata di rotta quale condizione per mantenere in vita l'attuale legislatura. In altre parole, Steel è disposto a scendere a patti purché Callaghan riveda la piattaforma programmatica dei laboristi. Le sue proposte, un vero e proprio «ultimatum», sono precise. Il governo deve fare marcia indietro sulla politica regionale, concedendo maggiore autonomia decisionale alla Scozia, all'Irlanda del Nord e al Galles, la pressione fiscale sarà allentata per dare respiro alla media borghesia, la più duramente colpita dalla spinta inflazionistica, nei rapporti con i sindacati bisognerà accelerare i tempi per instaurare il principio della cogestione delle imprese, il progetto dì nazionalizzare le banche va abbandonato, le elezioni per il Parlamento europeo saranno a suffragio diretto in modo da assicurare ai liberali una rappresentanza adeguata a Strasburgo. Le cinque richieste, che ripudiano come si vede la linea socialista, riflettono chiara¬ mente i timori dei liberali di uscire con le ossa rotte da un'eventuale consultazione elettorale. Non intendono passare insomma come la compagine che abbia offerto senza contropartite le stampelle a un governo vacillante, impotente in Parlamento, marcato dal declino dell'autorità e manifestamente impopolare presso le masse. Per Callaghan, che ha trascorso la. parentesi festiva nella residenza di campagna dei Chequers, tutto ciò vuol dire avviare negoziati e accettare condizionamenti che rischiano di snaturare l'indirizzo fin qui seguito dai laboristi. Il primo terreno di manovra è già in vista. Il 29 marzo, infatti, il Cancelliere dello Scacchiere, Denis Healey, presenterà il libro bianco sul bilancio, un appuntamento cardine per il governo, che forse dovrà essere riscritto per accedere alle istanze dei liberali. Steel è stato categorico al riguardo: «Non ci accontenteremo delle briciole. Se Callaghan non accetterà le nostre proposte, tanto vale che faccia subito le valigie». Gli undici rappresentanti unionisti dell'Irlanda del Nord hanno fatto sapere dal canto loro, con motivazioni diverse, che la luna di miele con i laboristi è finita. Con 310 voti a favore e i 315 dell'opposizione le sorti di Callaghan sembrano quindi segnate, ma i laboristi continuano a confidare nella scarsa coesione del fronte avversario. Puntano sulle spaccature interne degli unionisti, sulle piccole vendette personali dei singoli deputati, un'arma però a doppio taglio visto che stamane l'ex ministro laburista Reginald Prentice ha infranto la disciplina di partito schierandosi a fianco dei liberali, e soprattutto sulle apprensioni suscitate dalla prospettiva dell'accesso al potere della signora Thatcher. Il Sunday Times rileva giustamente che i conservatori hanno finora offerto «mezze risposte» agli inquietanti interrogativi suscitati dalla situazione inglese chiedendosi se sapranno governare con polso fermo o se si limiteranno a rappezzare gli errori commessi dai laboristi senza proporre un nuovo corso in politica interna ed estera. Piero de Garzarolli
Luoghi citati: Europa, Galles, Inghilterra, Irlanda Del Nord, Londra, Scozia, Strasburgo
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