Erba secca e proteine per calmare la fame
Erba secca e proteine per calmare la fame Come dobbiamo vincere il bisogno di cibo Erba secca e proteine per calmare la fame In Piemonte è sorto il più moderno stabilimento in Europa per produrre mangimi tfstvvrcltSiL'asserzione che le bioproteine rappresentano l'unica formula per combattere la fame che ci aggredirà a breve scadenza, trova una smentita sul terreno pratico. «Noi abbiamo la soluzione dei nostri problemi in area di parcheggio — ebbe occasione di dirci il professor Silvano Maletto, membro del Comitato per l'Alimentazione della Cee — basta dare via libera alle scoperte che si sono realizzate. Esistono i mezzi tecnici per produrre di pìii e per utilizzare meglio ciò che si produce». Fra le varie cose, quali l'essiccazione artificiale dell'erba per aumentare il valore nutritivo del fieno; l'utilizzo delle proteine contenute in numerosi vegetali (spinaci, ortiche), Maletto indicò il maggior impiego dell'urea (una fonte azotata di origine chimica ampiamente collaudata) e il più intenso sfruttamento del grano, dei mais, delia soia. A conferma di queste possibilità abbiamo un elemento importantissimo da segnalare. Pochi giorni fa il Consorzio Agrario Provinciale di Torino ha inaugurato a Carmagnola un nuovo stabilimento per la produzione di mangimi che è unico in Europa per la perfezione tecnica degli impianti: tutte le formule indicate per uno sfruttamento intenso dei cereali e per l'utilizzo massimo dell'urea trovano qui una possibilità di realizzazione. «L'assoluta novità dei nostri programmi di alimentazione, dice il dottor Italo Rabino, veterinario e direttore del Centro, sta nella possibilità di fornire alimenti predigeriti meccanicamente che garantiscono risultati di eccezionale livello sotto il profilo della qualità e del risparmio». La macchina in grado di elaborare questo prodotto si chiama «estrusore» e svolge una attività paragonabile a quella del «rumine» (la maggiore delle quattro cavità dello stomaco dei ruminanti). Ancora riferibile all'efficienza degli impianti è la quantità di produzione: in tre turni giornalieri di lavoro si possono produrre circa 8000 quintali di mangime che diventano 2 milioni di quintali nell'arco dell'anno. La provincia di Torino ne assorbe annualmente un milione e 400 mila con una eccedenza a vantaggio di altre zone di 600 mila quintali. «L'"estrusore" — dice ancora Eabino — viene usato in America da dieci anni e l'Europa, che ha esigenze alimentari ben superiori a quelle degli Stati Uniti, lo ha sempre ignorato. Abbiamo preso contatto con una ditta americana del settore e siamo stati invitati a seguire sul posto la sperimentazione. Un nostro tecnico si è trattenuto in America per un anno dopo di che abbiamo varato il progetto». La realizzazione è esemplare, valida per opporsi concretamente alle formule insicure della biochimica; può segnare una tappa importante di emulazione. L'apporto finanziario è venuto dal Feoga (organo della Cee per il sostegno all'agricoltura): una fonte poco utilizzata dagli italiani. E' evidente che, se ampliata, l'iniziativa potrebbe favo rire il rilancio del nostro alle-1 vamento di bestiame e rista- ' bilire l'equilibrio della nostra bilancia dei pagamenti largamente deficitaria per ciò che si riferisce all'importazione delle carni. Un minimo di incitamento, un interesse autentico da par- te delle autorità, sarebbe sufficiente a rinnovare l'entusiasmo produttivo degli allevatori. Il settore è stato colpevolmente trascurato, quasi si volesse deliberatamente ignorare che i mezzi per la nostra ripresa economica esistono e che ci sono ancora tanti italiani disposti a giocare la carta vincente. Gianna Baltaro
Persone citate: Gianna Baltaro, Italo Rabino, Silvano Maletto
Luoghi citati: America, Europa, Maletto, Piemonte, Stati Uniti, Torino
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