"Socio,, di Vallanzasca preso sull'autostrada
"Socio,, di Vallanzasca preso sull'autostrada Parma: ha tentato di sparare "Socio,, di Vallanzasca preso sull'autostrada Parma, 20 marzo. Giorgio Malavasi, di 35 anni, evaso nel gennaio scorso dal carcere di Mantova, uno dei componenti della banda Vallanzasca, è stato arrestato la scorsa notte da una pattuglia della squadra mobile di Parma, che lo ha bloccato al casello di uscita dell'autostrada del Sole. Il bandito proveniva dal nord al volante di una «Fiat 128», noleggiata a Treviso; al suo fianco era una donna bionda, Maria Pia Riolo, di 42 anni, che ha detto di essere sua moglie. Ad un posto di blocco, Malavasi ha presentato agli agenti una carta d'identità intestata a Francesco Galli, ingegnere milanese di 32 anni. Mentre i poliziotti stavano controllando il documento, Malavasi ha afferrato una pistola che — secondo la polizia — era sul pavimento dell'auto. L'uomo è stato bloccato e portato in questura, dove è stata accertata la sua vera identità, quindi rinchiuso nel carcere cittadino di «San Francesco». Maria Pia Riolo, nata a Palermo ed abitante a Varese, è stata arrestata a sua volta per «procurata inosservanza di pena e concorso in detenzione abusiva di arma da guerra». Malavasi, originario di Mo¬ dena e residente anch'egli a Varese, aveva con sé cinque milioni e 470 mila lire, dei quali si sta cercando di stabilire la provenienza. La pistola, di calibro 7,65, è stata rubata ad un agente di custodia del carcere di Mantova, durante l'evasione. Malavasi stava scontando 28 anni di reclusione per l'omicidio, durante una rapina a Cavaria (Varese) il 30 giugno 1972, di un cassiere della locale agenzia della Banca Popolare di Milano. Era evaso il 27 gennaio, insieme con il brigatista rosso Giustino De Vuono. accusato del sequestro e dell'assassinio dell'ingegnere milanese Carlo Saronio, e con Renato Rossi, detenuto per furto e contrabbando. Immobilizzati i due agenti di custodia e impossessatisi di 100 mila lire custodite nell'ufficio matricola, i tre, davanti al carcere, tentarono, senza riuscirvi, di sequestrare un automobilista e di impadronirsi della sua vettura. Ripararono allora in casa di due anziane sorelle e del loro padre cieco; sequestrarono per oltre quattro ore tutta la famiglia, fecero una lunga telefonata, poi se ne andarono, costringendo un automobilista a portarli fino alla periferia di Mantova. (Ansa)
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