La dc ha ascoltato la voce della propria base operaia di Luigi Macario
La dc ha ascoltato la voce della propria base operaia La dc ha ascoltato la voce della propria base operaia Gli interventi del ministro Donat-Cattin e di Luigi Macario La de è un moderno partito popolare, rappresenta « anche » la classe operaia (di cui il pei non è il solo interprete), vuol dare più spazio ai lavoratori nel rapporto con il partito. Questo il senso dichiarato della conferenza nazionale dei lavoratori de dell'industria, che si è conclusa ieri al Teatro Alfieri, affollatissimo, con il discorso del segretario Zaccagnlni. I lavori sono durati un giorno e mezzo; alla tribuna si sono succeduti in grande maggioranza operai, sindacalisti, lavoratori dipendenti di ogni parte d'Italia. «Devo ringraziarvi», ha detto alla fine Zaccagnini agli intervenuti, « perché ci avete fatto sentire la testimonianza viva di una realtà sociale che non sempre ha trovato la via per esprimersi. Il nostro impegno è che a questa prima conferenza ne seguano altre ». Dal dibattito sono emerse le difficoltà del mondo del lavoro in rapporto alla crisi economica, alle scelte e alle convivenze sindacali, ma anche all'essere democristiani. Marini, segretario confederale della Cisl, sabato aveva detto: «Dobbiamo sentire che non ci muoviamo sul vuoto. Al partito chiediamo una linea da poter difendere in fabbrica con fierezza ». Ieri Donat-Cattin non ha rinunciato alla battuta polemica e gli ha risposto: « Bisogna costruire "col" partito una linea, non aspettarla "dal" partito ». II ministro dell'Industria ha accusato il pei di « democristianizzarsi, anzi doroteizzarsi », ha rivendicato alla nuova maggioranza de il merito di voler riprendere il dialogo con il mondo operaio, ha invitato a « far pulizia interna perché altrimenti ci sarà sempre chi cerca di lavarsi di ogni macchia, magari richiamandosi a San Benigno ». Al di là delle battute, Donat-Cattin ha affermato: « Non possiamo sottrarci alla firma della lettera di intenti » per il pre¬ stito internazionale; «Non abbiamo il mandato di far partecipare al governo il pei », « Dobbiamo rifiutare gii equivoci » di chi riconosce la necessità di un provvedimento (come quello per l'Iva) ma poi gli voterà contro. Luigi Macario, segretario generale della Cisl, ha parlato di crisi « di civiltà, cioè di valori e di costumi ». Valori che ha identificato nella «fraternità, solidarietà, giustizia ed eguaglianza ». Ha riconosciuto alla de « il grande merito di non aver mai ficcato il naso nelle cose del sindacato », di aver sempre difeso la « libera negoziazione sindacale ». Ma ha detto, rivolto a Zaccagnini, «no all'immobilismo: è tempo di togliere il confronto dalle discussioni accademiche »; e, rivolto a Donat-Cattin: « E' difficile fare piani industriali, ma dobbiamo dare delle indicazioni. Non chiediamo cose impossibili: ci basta una previsione di incremento dell'I, dello 0,5 per cento, che significano 100 mila, 200 mila posti di lavoro in più ». E sul tema della lotta all'inflazione, affrontato sabato dal ministro del Lavoro, Tina Anselmi, ha affermato che essa « apre la domanda su chi deve pagare e fa litigare fra loro i poveri, come i polli di Renzo ». I ministri Tina Anselmi e Donat-Cattin al convegno
Persone citate: Donat-cattin, Luigi Macario, Tina Anselmi, Zaccagnini
Luoghi citati: Italia
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