Vittoria delle sinistre unite (50,2% in tutta la Francia)

Vittoria delle sinistre unite (50,2% in tutta la Francia) Nel secondo turno delle elezioni amministrative Vittoria delle sinistre unite (50,2% in tutta la Francia) (Dal nostro corrispondente) Parigi, 20 marzo. Un definitivo trionfo delle sinistre unite conclude il secondo turno delle elezioni amministrative francesi. Esse hanno raggiunto il 50,2 per cento su tutto il territorio nazionale, e passato il 52 per cento nelle città oltre i trentamila abitanti. Si è verificata un'altra ecatombe di città fino a ieri tenute dalla maggioranza, alcune di grande importanza. Passano all'opposizione St. Etienne, Rennes, Bourg-en-Bresse, Villeurbane, Beziers, Albi, Poitiers, Le Mans, Thionville, e altre ancora. Lilla, Marsiglia, Grenoble che già la sinistra amministrava, restano alla sinistra. Solo Lione, Tolosa, Nancy, Metz hanno resistito. Alle 20,30 di stasera si riconosceva ufficialmente che la sinistra ormai domina (tra primo e secondo turno) due terzi delle città superiori a trentamila abitanti, che sono in Francia 221. Alle trentatré conquistate al primo turno, infatti, si aggiungevano a quell'ora almeno quindici città. I socialisti hanno fatto i progressi maggiori. Ma i comunisti hanno continuato l'espansione registrata al primo turno, conquistando stasera St. Etienne, Le Mans, Bourges, Thionville, Beziers. L'ultimo balzo in avanti della sinistra ha comportato una vera strage di ministri e notabili giscardiani: Durafour, ministro delle Finanze, radicale di destra, è stato duramente battuto a St-Etienne; Segard, ministro alle Poste, Biscardiano, è stato eliminato a Lilla. A Parigi, clamorosa sconfìtta nel diciottesimo settore del ministro dell'Industria D'Ornano; e ancora più clamorosa eliminazione del segretario generale dei repubblicani indipendenti, Dominati. I risultati a Parigi sono stati i più lenti a giungere. Ma anche qui la sinistra ha fatto progressi di grandi dimensioni mantenendo i cinque settori della capitale che già controllava (nono, undicesimo, sedicesimo, diciassettesimo, diciottesimo) e conquistando il secondo, che somma il secondo e il terzo arrondissement. Nel diciottesimo, D'Ornano, il grande rivale di Chirac che conduceva la lista, è stato addirittura travolto. Dominati, segretario giscardiano, comporta con la sua sconfitta una grave crisi per tutto l'apparato politico del Presidente della Repubblica. Chirac, dalle prime notìzie, pare perdere alcuni settori dove si presentava. Le stime mentre trasmettiamo danno alla sinistra quarantadue consiglieri. La maggioranza fatica a raggiunperne (sommando giscardiani e gollisti) sessantadue. Ma non si sa se Chirac possa disporre dei cinquanta consiglieri necessari per essere sindaco senza l'appoggio dei giscardiani battuti. Il dato fondamentale di questa conclusione elettorale è il fallimento dell'unità della maggioranza che non ha saputo riversare i propri voti sulle liste rimaste in lizza. I giscardiani hanno lasciato soli i gollisti, i gollisti non hanno votato per i giscardiani, soprattutto nella capitale. La sinistra ha compiuto invece il travaso dei voti in un modo perfetto, e un altro dato che bisogna frettolosamente registrare è che per la prima volta l'elettorato socialista non ha lesinato voti alle liste comuniste rimaste in lotta. Qualcosa è cambiato nella storia politica francese, che ha sempre visto il fenomeno opposto, e cioè grandi osmosi rraggioritarie, e profonde fratture nell'opposizione aiAlberto Cavallari (Continua a pagina 2 in seconda colonna)

Persone citate: Cavallari, Chirac, Metz