Benetti e Rivera come due estranei di Fulvio Cinti
Benetti e Rivera come due estranei Benetti e Rivera come due estranei Dopo aver rivisto Fabio Capello, la gente bianconera preferisce Romeo Benetti. Non è scelta sentimentale; In fondo, qualche piccolo debito di riconoscenza (nel bene e nel male) verso l'ex bianconero sa di averlo. E' invece elezione suggerita dal senso realistico: con II suo gioco di movimento e di forza la Juventus d'oggi accetta l'innesto di Benetti, che ha molta tempra agonistica, mentre rigetterebbe la illuminata staticità di Capello, il quale è costretto, fra l'altro, a dividere (fifty-fifty e anche qualcosa in meno) con la bella statua di Giovannino Rlvera la regìa di un Milan al quale non è certo Rocco che può restituire mobilità. L'evanescente confronto (sarebbe anacronistico definirlo duello tipico) fra I due protagonisti del più chiacchierato scambio della passata campagna acquisti ha in Benetti II vincitore, ma l'esito era scontato in partenza. Due I motivi: Romeo conserva una freschezza atletica che a Capello sembra invece sfuggita (gli auguriamo che sia una perdita momentanea), più profondi e delineati erano i pretesti del « tigre » per realizzare alcune sue rivalse. L'obiettivo di Benetti non era certo Capello. • vittima » a sua volta di una trasfusione non gradita e palesemente non ancora assorbita; Il contatto fra loro mal ha denunciato caratteri di asprezza, benché l'impegno agonistico dell'attuale « dieci • juventino, per sua tipica esuberanza accentuata ieri da più intenso impegno, sia risultato nei contrasti con gli altri ex-compagni visivamente più aspro. L'obiettivo di Romeo Benetti era (e probabilmente rimarrà anche in futuro) l'uomo che ebbe parte decisiva nel suo allontanamento dal Milan. Benetti ha aperto spesso una finestra sul suo animo per mettere a nudo l'assenza di rancori; e nelle parole del • tigre » tutti hanno sempre avvertito accenti sinceri. Tuttavia, è nelle reazioni umane che l'occasione ridesti sentimenti sopiti, seppure in altra dimensione. Romeo Benetti figura tra I migliori della partita proprio per la lucida determinazione del suo costante Impegno (malgrado che la partita stessa non abbia mai toccato II tetto del grande spettacolo calcistico), per una tenace ricerca di affermazione al tempo stesso « disimpegnata » dai due confronti: quello diretto con Capello e l'altro tatticamente Indiretto con Rlvera. Due sole volte Benetti e II suo « ex padrone • sono venuti a contatto ravvicinato, ed In entrambi gli scontri Rivera è andato a gambe all'aria (e rialzandosi ha evitato a gesti o parole accenni di protesta o di reazione). Per tutto II resto della partita I due si sono volutamente Ignorati anche per che Rivera ha evitato la sfera d'azione di Benetti. Le ferite sì curano, e si guariscono, evitando di stuzzicarle: può darsi che entrambi, ed In particolare il • tigre », abbiano scelto questa risoluzione per lasciare poi al tempo (che È medicina Infallibile) di sanare il contrasto. La gente della curva juventina, d'Istinto o ammaestrata, ha intuito la situazione; più volte nel corso della gara ha invocato II nome di Romeo, affinché il suo coro fosse di sostegno al « tigre • nella sua battaglia personale contro V* ex padrone » e l'ex squadra. Ad esso Benetti ha dato un altro significato: di approvazione al suo gioco e al contributo che egli offriva al successo bianconero. Fulvio Cinti Capello e Benetti si contendono il pallone: il bianconero ha vinto nettamente il duello con il diretto avversario (Stampa Sera)
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