Occupa per ore tomba contesa per salvare i loculi di famiglia

Occupa per ore tomba contesa per salvare i loculi di famiglia "Sit-in,, d'una ottantenne al cimitero Vercelli-Cappuccini Occupa per ore tomba contesa per salvare i loculi di famiglia (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 13 marzo. Il diritto di proprietà o almeno la comproprietà d'un sepolcro nel cimitero dei Cappuccini, conteso fra due famiglie vercellesi, potrebbe celare soprusi e speculazioni che si trascinano da trent'anni. Tutto è ora all'esame della magistratura. Se ne occupano un giovane legale e un investigatore privato per incarico d'una combattiva vecchietta che afferma: «Non voglio morire di crepacuore per questa tomba». Una storia lunga e macabra che potrebbe tentare il regista del brivido Alfred Hitchkock. Lo scontro è fra due famiglie che erano state amiche al punto da prestarsi posti nella cripta per i propri morti e che poi sono trascese ad insulti e botte. Accuse ed esposti sono stati presentati all'autorità che peraltro è parsa propensa a metter tutto a tacere. L'inizio risale agli anni di guerra. E' stata Celestina Castigliano ved. Barberis, originaria della borgata Cappuccini, ad acquistare il terreno ed a far costruire la tomba nel locale cimitero: 10,4 metri quadrati per un monumento funerario di 16 loculi. «Era il 1944 — spiega con lucidità anche se ha compiuto gli ottanta — avevo perso il marito e volevo realizzare una tomba che ci tenesse uniti alla nostra famiglia. Ma si era anche alla fine della guerra, con molti morti senza sepoltura. Accettai che venissero depositati temporaneamente anche nella mia tomba. Nello stesso spirito di carità erstiana accettai d'ospitare Pietro Pollone morto nel '46 e poi, un anno dopo, suo figlio Giovanni. I Pollone erano miei vicini di casa e mi avevano assicurato che si trattava soltanto d'attendere la costruzione di una loro tomba. Invece il tempo passò e nel '51 il Comune mi avvertì che la concessione era scaduta ed occorreva provvedere. I funzionari mi fecero anche presente che si trattava d'una famiglia di modeste possibilità: la vedova Pollone era rimasta sola, con otto figli a cui badare, per cui mi esortarono a cedere metà della tomba. Mi lasciai convincere a compilare la domanda che pe¬ rò venne respinta dal sindaco dell'epoca con la motivazione che la costruzione conteneva già cadaveri e non poteva essere ceduta». «Soltanto sei anni dopo — prosegue la vedova Barberis — in occasione della morte della stessa vedova scoprii che già nel '59 il Comune aveva redatto un atto di retrocessione per mq. 2, 20 dì terreno su cui c'era già la mia tomba». la tumulazione di Luigina Rutto ved. Q Pollone ha dato l'inizio alla lunga disputa fatta di ripicche, ma anche di baruffe all'interno del cimitero. Le due famiglie, forse soltanto per occupare i loculi e sottolineare la proprietà, accettarono anche d'ospitare altre salme di parenti ed amici. Nel settembre '69, in occasione di restauri, la tomba venne aperta e, con sorpresa della ssignora Castigliano, vi si trovò la salma d'uno sconosciuto morto nel '65. Non risultavano neppure le genera¬ lità e soltanto un'inchiesta della Procura accertò poi che si trattava di Valentino Zannadda, un lontano parente dei Pollone. Nel '50 era stata sostituita la pietra tombale e sulla nuova, accanto al nome dei Barberis, figurava quello dei Pollone. Modifiche e slostamenti di nomi vennero praticati, anche clandestinamente, all'interno della cripta. Ciò non poteva che inasprire gli animi, dando il via a lettere di protesta, esposti e petizioni. Non mancarono interrogazioni ed interpellanze al Consiglio comunale di Vercelli in cui si chiamavano in causa l'allora sindaco de avv. Primino Pretti, la Giunta e gli uffici comunali. Intervenne anche la Procura della Repubblica, caldeggiando una soluzione pacifica, ma tutto è stato inutile. La signora Celestina Castigliano non ha voluto desistere e spalleggiata dalle figlie, s'è affidata all'avv. Franco I Ferrando, un legale dalle idee moderne che, come Perry Mason, s'avvale dell'aiuto di un Investigatore privato per acquisire documentazioni e testimonianze. Salvatore Genantienpo è stato da lui incaricato di dipanare la matassa? Trovando la documentarione di questo giallo che pòtrebbe coprire anche molte responsabilità. Intanto c'è stata una prima azione clamorosa che ha impedito la transazione di un'ennesima salma nella tomba. La signora Castigliano ha occupato per alcune ore la tomba, con un vero e proprio «sit-in» per consentire al suo legale di presentare una tempestiva istanza sospensiva. Quella che potrebbe essere la decana delle contestatrici ha avuto per ora ragione anche se s'è buscata una querela da parte di Giuseppe Pollone patrocinato dallo stesso ex-sindaco avv. Pretti. Alessandro Rigaldo

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