Gli italiani di "II classe,,

Gli italiani di "II classe,, Pronta la nuova inchiesta tv del regista Nanny Loi Gli italiani di "II classe,, I problemi, le vicende, i personaggi quotidiani incontrati in treno - La formula è la stessa di "Specchio segreto" ma l'impegno è serio, come impongono i nostri giorni Roma, 13 marzo. Nel '62 Nanni Loy fece Specchio segreto, una serie televisiva ispirata al « cinema-verità », che abbiamo visto replicata anche di recente sui teleschermi. Adesso, dopo quindici anni, Nanni Loy ritorna sul video con Viaggio in seconda classe. Specchio segreto mirava soprattutto al divertimento, provocato con situazioni insolite, al limite dell'assurdo. Questa volta l'intento è un altro: far conoscere un'Italia inedita, l'Italia ohe viaggia in seconda. Non un'inchiesta sociologica, ma il racconto della propria esistenza fatto in prima persona da personaggi minori. Trentamila chilometri percorsi in treno, 160 ore filmate, centinaia e centinaia di personaggi. Alla fine, ridotta in cifre, tutta questa fatica da ferroviere-regista-attore (dieci mesi passati in treno) si concreterà in dieci puntate televisive, con una dozzina di « protagonisti ». La trasmissione andrà in onda il 6 aprile, sulla Prima Rete, alle 20,40 di mercoledì, e proseguirà fino a giugno. Perché il treno? Perché in treno si parla. Lo scompartimento, questo salottino viaggiante, ha una dimensione un po' magica. Gli italiani dopo mezz'ora scoppiano, devono farsi le loro confidenze. E il treno presenta il vantaggio dell'incontro anonimo: vedi persone che non rivedrai mai più, e alle quali puoi raccontare tutto. Lo sconosciuto ci dà garanzia di riservatezza. Nanni Loy spiega come si è provveduto agli impianti tecnici: « Abbiamo preso un vagone, liberato tre scompartimenti; uno adibito a trucco, sartoria, nascondiglio; gli altri due a cabine di regia: sostituiti gli specchi di comunicazione con i nostri specchi segreti, abbiamo piazzato le macchine da ripresa verso i due compartimenti attigui, che erano stati imbottiti di microfoni. Sul vagone c'era scritto: "Prove dinamiche, chiuso per servizio ". Una vita da reclusi. Vestivamo da ferrovieri, per poterci muovere. Oppure ci truccavamo e vestivamo a seconda della parte che dovevamo interpretare ». Gli attori, che avevano funzione provocatoria, erano lo stesso Loy, (« recitare mi piace moltissimo perché non ne sono capace »), coadiuvato da Giorgio Arloi e Fernando Morandi, un'attrice sui quaranta. Silvana Mangini, e due attori giovani, Anna Formichi Altomare e Pier Francesco Poggi. Com'è avvenuta la caccia? « Alla cieca. Il viaggiatore che saliva veniva provocato da qualcuno di noi, con domande che cercavano di portare il discorso di volta in volta su un problema interessante ». Qualche esempio? « Una bimba finge di dover preparare un tema per il giorno dopo; la madre è incapace di aiutarla e chiede aiuto agli altri passeggeri per lo svolgimento: ecco i temi: "Il 1976 sta per finire. Che cosa ci ha portato?"; "Che cos'è la democrazia e come funziona il Parlamento"? "Ho incontrato un cane che aveva la testa al posto della coda e la coda al posto della testa"; "L'uomo che ha forgiato il nostro destino"; "Un compagno di viaggio". Io ho fatto la parte di un recluso appena uscito dal carcere e chiedevo agli altri passeggeri: "Che cosa è successo in questi dieci anni nel nostro Paese?". Poi c'era la ragazza che vuole abortire, il seminarista in crisi con la vocazione, la coppia che non va più d'accordo, il ragazzo depresso che vuole uccidersi». Come reagiva la gente? « Finendo fatalmente ognuno per parlare di se stesso. Ogni vita è un romanzo, come si suol dire, ma pochi so¬ no capaci di rivelarla rapidamente, in un treno, consultati da altri passeggeri ». Quali sono i personaggi più interessanti che in Viaggio in seconda classe assumono il ruolo di protagonisti? « Un signore di Viareggio che fa il guardiano notturno all'Enel di Firenze, molto ric¬ co di umanità, di tenerezza, di confusione; un contadino abruzzese, analfabeta, che ci ha parlato di lui, della sua famiglia; un militare di Avellino; una donna molto bella, di Mazara del Vallo, Sicilia, il paese dei pescherecci; una coppia di bagnini romagnoli; un venditore di caffè, che viaggia coi suoi thermos sulla linea Napott-Salerno-Vallo di Lucania; un operaio pendolare delle fonderie vicine a Torino; un professore di liceo pugliese, molto simpatico, umano, vivo, un cattolico di destra molto illuminato, sosia di Vittorio Emanuele III; un operaio che lavora in una fabbrica di poltrone vicino a Treviso; un certo Marletto, pensionato di Chiavari, che ha avuto una vita piena di vicissitudini, appassionato enigmista, allegro ed estroverso, anche se pieno di ansie e di dolori; una ragazza-madre sarda». Che cosa è venuto fuori da questa Italia di seconda classe? Com'è l'italiano messo a nudo? «Abbiamo fatto due volte il giro d'Italia, soprattutto nelle linee minori. Per un pregiudizio sbagliato ci attendevamo in Emilia, Lombardia e Piemonte donne evolute; le abbiamo trovate invece in Sardegna. La Puglia è quella che ha reso di più, ci ha dato i personaggi più coloriti e vivi; la Sicilia e la Sardegna sono state una straordinaria rivelazione per noi. In genere al Sud abbiamo trovato più immediatezza, una molla di ^partecipazione immediata, più vivacità; al Nord la gente è più prudente, ci mette più tempo a scaldarsi. Dappertutto abbiamo trovato meno qualunquismo di quanto ci si aspetti e una coscienza sociale molto sviluppata». Quali sono le cose che non potremo vedere in tv? « Forse le più interessanti. Una volta, vestito da prete, ho ascoltato da una donna cose che forse non avrebbe rivelato neppure in confessione. Invece l'ha fatto in treno. Sono segreti che non rivelerò neppure a mia moglie». Fabrizio Del Dongo ^