Antognoni va k.o. di Ferruccio Cavallero

Antognoni va k.o. Mentre Sala entusiasma Antognoni va k.o. Sul prato del Comunale le «Primedonne» sono loro. Torino-Fiorentina propone fra i vari richiami la sfida a distanza tra Claudio Sala ed Antognoni. Enzo Bearzot, In tribuna d'onore, è l'immaginarlo arbitro di questo duello all'insegna del talento calcistico. Il « vedo » li segue attentamente, come se fosse la prima volta che i loro piedi vellutati capitano sotto il suo occhio esperto, e poi ne trae le debite conclusioni, in silenzio. • Perché i giudizi sui singoli — fa presente II responsabile azzurro — evito di darli. Non voglio essere frainteso ». Tuttavia à facile intuire il suo pensiero. Anche un bambino o un cieco, dopo aver visto I due all'opera, indicherebbe Sala quale sicuro vincitore, (pur In ruoli «tattici» diversi). Se nel football esistesse il k.o., Antognoni verrebbe portato via dai « secondi » senza ombra di rimpianto. Sala si accontenta di vincere sui novanta minuti, ai punti. Claudio offre l'ennesima esibizione di gran gioco. Lotta con tenacia su ogni sfera, (dà a Mozzini con un cross calibrato (il solito, semplice, trucco) il pallone che II difensore scaraventa alle spalle del bravissimo Mattolini. E ciò avviene quando il Torino aumenta il ritmo par non essere riuscito prima a sbloccare il risultato. Per « Marciràke », cosi lo ha dipinto recentemente Gustavo Giagnoni, suo grande estimatore, non c'è avversario che tenga. Non basta il rude Rossinelli che si arrende per una distorsione al ginocchio destro e cede II « testimone » a Restelli. Quando « si va su Claudio Sala » si rischia di fare brutte figure. Non fa certo piacere sentirsi • saltare » come del birilli, beccarsi i fischi della platea granata che non perdona I falli che vengono inventati sui momento per fermare bene o male la corsa potente del capitano. I migliori complimenti per Sala giungono sportivamente dal trainar dei viola, Mazzone. « E' un trascinatore — dice —, era in giornata eccezionale; ma forse mi sbaglio perché mi risulta che sia sempre cosi, che questo sia il suo normale rendimento. Nei momenti di difficoltà il Torino si appoggia su di lui, che è molto prezioso con quei cross "a rientrare", quegli aggiramenti che mettono in crisi un'intera difesa ». Sull'altro piatto della bilancia, Antognoni. Il « gioiello » dei viola delude ancora e naufraga con la sua squadra nel secondo tempo. Mazzone lo utilizza in chiave tattica diversa, in posizione più avanzata, nel tentativo di scombussolare le Idee a Zaccarelli, di tamponare il dinamismo dei granata. Ma quando il Torino va in gol e la Fiorentina è costretta ad « uscire » per tentare di rlequillbrare II risultato, la mossa salta. Zaccarelll, destinato in partenza a controllare con rigore gli spunti del nazionale, scende più volte minaccioso verso la porta toscana, sicuro di correre ora minori pericoli. E le semplici leggi del football danno pienamente ragione al granata. Dunque un Antognoni a metà servizio, per vari motivi. Nel primo tempo dà in varie occasioni saggio della sua Indiscussa classe con stop perfetti, aperture intelligenti e precise al millimetro, ma la presenza sul campo di un Sala che gli gioca a poca distanza per una sospirata maglia azzurra non serve a dargli una maggiore carica agonistica. Diciamo quindi che, a differenza dei « poeta », Antognoni non sa soffrire. « E' bello a vedersi, ma tutto finisce II. Avrebbe bisogno della "cura" di Radice », commentano sugli spalti. Un'unica, valida, scusante. Non é sorretto nella manovra dal compagni, predica nel deserto. Al giocatore, sguardo perso nel vuoto ed aria di sufficienza, chiediamo un giudizio su Sala. Storce la bocca, ci guarda con aria stupita, concedendo tre parole: « Ha giocato bene ». E poi aggiunge: « Ma perché questa domanda? Che c'entra Sala? Tutto il Torino è stato superiore alla Fiorentina ». Sala corre veloce verso il pullman che lo riporta con I compagni a Bardonecchla. E' stanco di trattare Il tema. « Giochiamo in due ruoli diversi — ricorda con voce frettolosa —; ciò che penso sulla nazionale lo sanno tutti, ilei primo tempo comunque mi à piaciuto, poi è calato di tono; ma l'ultima parola su noi due spetta sempre ai responsabili. Non vi pare? ». Ferruccio Cavallero

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