La base del psi ha chiesto un congresso straordinario di Marco Tosatti

La base del psi ha chiesto un congresso straordinario Per verificare se esiste realmente la "via all'alternativa,, La base del psi ha chiesto un congresso straordinario AH'Eur presenti un migliaio di delegati - Un trafiletto dell'"Avanti!" sconfessa brutalmente l'iniziativa Roma, 6 marzo. Un congresso straordinario del psi per verificare se la «via dell'alternativa» è qualcosa di reale, oppure solo un mascheramento utile a riproporre, sotto nuove forme, un modo vecchio di fare politica. Questa è la richiesta principale che la base socialista, confortata dall'adesione e dalla presenza dei più bei nomi del['«intellighenzia» del partito, ha rivolto ai vertici. E' anche l'indicazione politica più importante del Convegno dei quadri di base che si è svolto stamane al Palazzo dei Congressi dellTEur, lo sfogo naturale delle polemiche e dell'irritazione che hanno accolto «l'assoluzione» di Rumor da parte dei gruppi parlamentari socialisti. AH'Eur erano presenti un migliaio di delegati di Roma e di diciassette province; il convegno, che qualche giorno fa sembrava implicitamente approvato dai vertici (.Verrei anch'io — ha detto Craxi — se non dovessi andare a Varese) è stato brutalmente sconfessato stamane da un trafiletto dell'ovanti/ «A proposito di una riunio¬ ne oggi a Roma» titolava in prima pagina il quotidiano socialista e rivolgeva un appello a ciascun militante «af finché non si faccia strumento, sia pure inconsapevole, di attacchi al partito in un momento di particolare difficoltà politica». E la direzione ha provveduto — secondo quanto detto dal presidente del l'assemblea — ieri a spedire quattromila telegrammi alle sezioni in tutta Italia per annunciare che la manifestazione non si sarebbe più tenuta. «A questi messaggi — ci ha detto uno dei militanti presenti — han fatto seguito le telefonate, per avvertire che la manifestazione era stata strumentalizzata dall'esterno del partito». Nonostante il sabotaggio oltre mille persone erano riunite stamane all'Euri molti di Roma («quelli che lavorano nelle sezioni, che attaccano i manifesti, insomma i quadri») i protagonisti dell'assemblea permanente in via del Corso, e numerosi da fuori. « E' la prima volta che un'assemblea di partito è gestita con le mille lire dei compagni» ha esordito il pre- sidente, Mauro Merli, e in effetti in sala è girato a lungo un cappello di paglia peri la colletta. Due spinte si sono bilanciate in tutti gli interventi. Da una parte la rabbia e l'amarezza verso la dirigenza, in particolare per il caso Rumor; dall'altra la volontà di mantenere la contestazione «nel partito, col partito e per il partito» come si leggeva in un tabellone sopra il tavolo di presidenza. «Ma forse — ha detto ancora Merli — la Direzione non ha colto questo spirito, forse temeva provocazioni». La Lockheed ha fatto la parte del leone negli interventi. «La decisione su Rumor, anche se presa in buona fede, va a copertura di 30 anni di corruzione de»; «non possiamo criticare il compromesso, quando nei fatti facciamo una compromissione con la de»; «Ci saranno crisi di coscienza per Gui, chissà, per Tonassi, per l'aborto»; «E' stata la logica del "io faccio un piacere a te, tu ne fai uno a me»; «Possiamo affermare che non abbiamo scambiato scandalo contro scandalo, assoluzione contro assoluzione? Non ci crediamo neppure noi.'»; «Ma c'è qualcuno convinto che Leone proprio non c'entri? Io (l'on. Cresco, unico deputato presente) non ne sono affatto convinto». E infine la proposta di deferimento alla Corte Costituzionale dei ministri socialisti implicati nel caso dell'Anas e dei petroli. Il secondo filone di interventi è stato diretto contro i vertici: « Il partito non può attendere il verbo dalla direzione, ma la direzione deve sentire la base prima di decidere. Meglio sbagliare con la base che avere ragione senza ». « A Napoli, in federazione, dove la democrazia non esiste, il psi non ha ancora rotto con la cricca dei Gava »; « l'alternativa è il distacco dai vecchi equilibri»; « buttano al macero i voti, sapendo che noi andremo a procurarne ancora nelle prossime elezioni »; « anche il pei era dubbioso su Rumor, ma poi ha reagito alle sollecitazioni dei militanti »; « sono cambiati i suonatori, la musica è sempre quella »; « que¬ sti dirigenti sono incapaci, se ne devono andare: è ora di finirla con i tiri "mancini"». Nenni ha inviato un telegramma, accolto freddamente, per giustificare la sua assenza; un'ovazione ha accolto il documento finale, la richiesta di un profondo rinnovamento dei metodi di gestione interna. «Crediamo nel partito, al di là dei nostri dirigenti » è stato il commento conclusivo di un delegato. Marco Tosatti

Persone citate: Craxi, Gava, Gui, Mauro Merli, Nenni, Rumor

Luoghi citati: Italia, Napoli, Roma, Varese