Mentre la Borsa riflette pesantemente le difficoltà di Alberto Cavallari

Mentre la Borsa riflette pesantemente le difficoltà Mentre la Borsa riflette pesantemente le difficoltà Giscard si sforza di nascondere la grave crisi politica francese (Dal nostro corrispondente) Parigi, 29 aprile. Il presidente Valéry Giscard d'Estaing ha commentato stasera con indifferenza alla televisione la situazione politica francese, e la grave crisi rivelata ieri dal Parlamento con voto di « non sfiducia » dato dai gollisti al governo Barre. La sua tesi è stata che un rovesciamento di Barre è ormai solo possibile con una mozione di censura, « una circostanza che non si può produrre »; pertanto Barre « durerà fino alla fine della legislatura ». Inoltre, il Presidente ha detto che « così la maggioranza può e deve vincere le elezioni nel '78 ». La Borsa non è stata invece indifferente all'avvenimento scendendo ancora di più, e oltrepassando il suo livello chiamato « storico ».. Infatti (rispetto all'indice 100 fissato nel '67) è scesa a 53,2 e cioè sotto il famoso livello 53,7 raggiunto durante la crisi del petrolio. I giornali finanziari fanno rilevare che dall'inizio del '77 la Borsa ha già conosciuto tre « giornate nere ». La prima dopo la sconfitta della maggioranza alle cantonali; la seconda dopo la for¬ mazione del secondo governo Barre. Da quel momento il ribasso si è accelerato (meno diciassette per cento dall'inizio dell'anno) raggiungendo nell'ultima settimana una velocità di caduta ulteriore di « meno sei ». I valori immobiliari sono precipitati in tre giorni del 5,4% Malgrado il franco si sia mantenuto stabile, si parla legittimamente di panico. Forse è per contrastare questo panico che Giscard ha voluto parlare al Paese col solito ottimismo di maniera, poggiato su ragioni poco convincenti. Il Presidente ha persino detto che « è un errore di diagnosi pensare che la maggioranza abbia perduto terreno », malgrado le cantonali del '76 e le amministrative del '77 abbiano portato la sinistra oltre il cinquanta per cento dei voti. Per fortuna il Presidente ha poi riconosciuto che la Francia « avrà ancora mesi difficili » e che « il mese d'aprile non è stato buono ». Ma sulla situazione politica non ha riconosciuto che ieri il governo è stato indebolito dalla « mezza fiducia» dei gollisti («è stato solo un dibattito parlamen¬ tare difficile »). Ha parlato di Barre come del « capo della maggioranza parlamentare » come se il numero dei voti potesse far dimenticare le riserve politiche espresse dalle motivazioni di voto. La sua logica è stata la seguente: Barre ha dopotutto avuto t voti gollisti e non è caduto; Barre quindi ha vinto; Barre ha quindi la fiducia; nessuno potrà più rovesciare Barre, salvo una mozione di censura che non ci sarà. Questa « appropriazione di fiducia » (che i gollisti non hanno espresso) ha però avuto una fase di realismo: là dove il Presidente ha riconosciuto che Chirac, ieri, ha salvato il suo governo dalla caduta, premendo sui deputati che non volevano votare. Per la prima volta ha ammesso che « i gollisti sono la maggioranza della maggioranza » e che questo « non è una situazione nuova dato che dura dalla mia elezione del '74 ». Non ha detto però se (dopo aver cercato di ridimensionare i gollisti, e aver costretto alle dimissioni Chirac) intende operare una nuova politica verso i gollisti; ha solo ricordato (con ironia inovpor- tuna) di aver sentito che il gollismo è stato vivo « nell'azione che la Francia ha condotto in Africa molto più che nei dibattiti di politica interna di questi giorni ». E' stato il tipico esempio di una politica d'evasione che sposa un'altra politica di evasione. Posto di fronte alla domanda cruciale se intende restare Presidente in caso di vittoria delle sinistre, e governare con Mitterrand, e se preferisce governare con Mitterrand piuttosto che coi gollisti, il Presidente non ha risposto. La sua replica è stata: « Riconosco chs la maggioranza attualmente ha distacco rispetto all'opposizione. Diciamo del quattro-sei per cento. Bene, questo in un anno si può guadagnare facilmente ». L'unico punto interessante dell'intervento presidenziale è il sostegno dato a Barre (« vincente, maggioritario, abile ») e il riconoscimento che Chirac « è maggioritario nella maggioranza », quindi arbitro della situazione. E' questo d'altra parte che i giornali sottolineano oggi, dopo il salvataggio in extremis condotto ieri da Chirac, che ha fatto votare la « non sfiducia » ai gollisti che non volevano nemmeno votare con riserva. Ma naturalmente questa scoperta di una forza di arbitraggio in Chirac non è un fatto rivelatore del futuro politico francese. Come giustamente ha detto il Presidente « un fatto vecchio, iniziato nel '74 ». Il problema è di sapere (come dice Le Figaro ) « che cosa vuole Chirac ». Con l'intervento di ieri il capo gollista ha salvato Barre e chiaramente dimostrato di non volere elezioni anticipate. In questo si può vedere una modificazione nella « guerra delle due destre », e della loro strategia che fino a ieri risultava contrapposta. Ma non è facile capire se ciò significa un avvicinamento tra gollisti e giscardiani, una fase di negoziato, un ultimo avvertimento dato dai gollisti ai giscardiani per ricordare di quanta forza siano maggioritari. Comunque sia. Le Monde giudica « rovinosa » per il potere la giornata di ieri dato che i voti dati al governo non mascherano la « grande crisi ». Infatti, il primo ministro ha dovuto accettare il voto con riserva respinto un'ora pr'.rr' S'è tenuto al potere o per questa finzione forni... ». Ma politicamente esso è un governo « isolato », la I sua sopravvivenza è solo le! gata a un filo: al filo che si '. chiama Chirac. Cacciato dal ■ governo, l'ex primo ministro j risulta, in effetti, il padrone ; delle cose francesi. L'articolo j di fondo di Le Monde sul go I verno Barre è significativo. I S'intitola « Il crepuscolo ». Alberto Cavallari

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