Una "porzione di paradiso" in vendita nelle Cinque Terre di Franco Carrassi

Una "porzione di paradiso" in vendita nelle Cinque Terre Dovrebbe essere messa all'asta il 3 maggio Una "porzione di paradiso" in vendita nelle Cinque Terre (Nostro servizio particolare) Levanto, 28 aprile. L'asta si farà. Il 3 maggio prossimo, all'Intendenza di Finanza, sarà posta in vendita una fetta di verde della costa ligure di Levante, ancora rimasta « vergine » dalle speculazioni e dal cemento. Lo Stato, con una base di partenza di 23 milioni di lire, mette in liquidazione un ex fortino militare, la chiesa di S. Antonio con relativo convento, in località Mesco, a 300 metri dal livello del mare, in uno dei punti più suggestivi della costa delle Cinque Terre, dal quale si domina un arco di mare compreso tra Portovenere e Portofino. L'annuncio che il fazzoletto di verde possa cadere in mano a qualche privato ha scatenato le reazioni degli amministratori dei comuni di Monterosso al Mare e Levanto, che hanno giurisdizione sulla zona. Le prima «bordate» sono state sparate dai consiglieri provinciali democristiani Malagamba, Moggia e Resasco che hanno presentato un'interpellanza al presidente della provincia rag. Pastina «per conoscere se corrispondono a verità le notizie dell'asta e quali interventi intende adottare l'amministrazione per far destinare il verde ad uso pubblico ». Di pari passo si sono mossi anche i sindaci di Monterosso, Mario Marradi, e di Levanto, Renato Bagnasco: « Della cosa abbiamo interessato — ha detto Bagnasco — la Regione Liguria e la Soprintendenza alle Bel- le Arti, il ministero delle Fi- narne e la Provincia di La Spezia, affinché l'asta venga sospesa. Qualcosa si sta muovendo, ma intanto il giorno fissato per l'asta si avvicina. Le Belle Arti mi hanno chiesto dei particolari sulla Chiesa per stabilire se esistono dei vincoli di salvaguardia». Signor sindaco, se un privato si aggiudicasse la zona messa all'incanto, cosa potrebbe accadere? « Niente. E' zona verde ed è prevista nell'inserimento del parco naturale della Re gione Liguria. Adesso non ci sono strade e quindi, inizialmente, non lo vedo un buon affare. Tuttavia i piani regolatori non sono eterni e nel tempo potrebbero cambiare molte cose. Quindi vogliamo cautelarci ». Il sindaco Bagnasco ha poi detto che è stata chiamata in causa anche la Regione in quanto esiste un progetto | per la costituzione di un parco naturale che iniziando appunto da Punta Mesco comprenderebbe tutta la costa di verde a fronte mare delle Cinque Terre, compresi Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. « Ma il progetto è ancora sulla carta e la Regione Liguria dovrà dire la sua e prendere una decisione ». Nella battaglia si è inserita anche l'Associazione Italia Nostra che, schierandosi con gli enti locali, sostiene una linea comune: « Perché lo Stato mette in vendita un complesse n inumentale che 10 stes: uio dovrebbe proteggere con le sue leggi? ». Ieri sembrava che la questione avesse trovato uno sbocco: era infatti circolata la voce di un eventuale acquisto del Mesco da parte dell'amministrazione provinciale. « Non so come sia uscita questa notizia — precisa il presidente della Provincia, rag. Pastina. — L'amministrazione è stata interessata al problema da un'interpellanza e quindi ci siamo mossi. Io personalmente ho scritto all'Intendenza di Finanza, per conoscenza, alla Regione Liguria e ai comuni di Monterosso e Levanto. affinché l'asta venga sospesa. Comunque, per quanto riguarda l'acquisizione, nessuna decisione è stata presa in merito ». La zona era pervenuta al demanio di Stato a seguito della smilitarizzazione di diverse aree della provincia, in forza della legge che consente la vendita di beni militari. Sul promontorio un tempo esisteva un altissimo pennone che per decenni servi a fare segnalazioni, tramite bandiere, alle navi che entravano nc'.la rada di La Spezia. Un complesso monumentale, dunque, che comprende anche il monastero e la chiesa di S. Antonio che si fa risalire all'Anno Mille. Ora in giro ci •si chiede (e anche la popolazione sta prendendo posizione) perché lo Stato debba concedere ai privati quest'area, quando è della collettività. Non va dimenticato che 11 fortino è in ottime condizioni e il possibile acquirente potrebbe rimetterlo in sesto con pochi lavori di restauro. Franco Carrassi