Qui, in collina

Qui, in collina TERRAZZE E GIARDINI □ Qui, in collina Quanti torinesi conoscono il Parco della Rimembranza? Tutti. Chi ci va a passeggiare? Quasi nessuno. Il che suscita tra i suoi patiti reazioni opposte: felicità nel sentirsi gli «eletti», indignazione per l'indifferenza verso uno dei giardini più affascinanti del Nord Italia. Paolo Pejrone lo ha scelto come meta principale del nostro secondo tour tra il verde torinese che si concluderà al Parco Europa di Cavoretto: dodici chilometri complessivi di strada pubblica, splendida in questa stagione, tra i noci e i ciliegi di S. Vito alta, le querce e le robinie («sempre troppe» annota l'esperto) al Pian del Lot, il tipico bosco collinare fitto di allegre villette casalinghe dai giardini minuscoli lungo la dorsale che collega i due parchi. Parco della Rimembranza — Al Colle della Maddalena, la più alta vetta torinese, 715 metri sul mare, 420 mila metri quadrati. E' stato inaugurato nel 1925 a ricordo dei combattenti della prima guerra mondiale, 5000 piante sono dedicate ad altrettanti caduti. Nonostante questo continuo richiamo, non ha nulla di cimiteriale. La parte alta, la più ufficiale con il piazzale della Vittoria e il sarcofago monumento, è la più frequentata e la meno interessante sia dal punto di vista scenografico che botanico. Il consiglio è di iniziare la passeggiata da uno dei due ingressi inferiori. Per un paio di chilometri (che possono diventare molti di più seguendo la rete di sentieri e piccole strade ai fianchi della principale), si cammina tra piccole foreste, luminose radure, avvallamenti fitti di sottobosco, declivi che «entro un disegno raffinatissi¬ mo tanto da apparire naturale racchiudono un eccezionale patrimonio arboreo». Essenze rare, addirittura collezioni come quella di tuje situata alla destra di chi sale dall'entrata più bassa, cui seguono un gruppo abbastanza inconsueto di bagolari e i cipressi, calvi della Florida (i taxodio distica). Sulla sinistra di eh: procede dalla porta mediana: boschetti di carpini e di abeti, gruppi di querce, un tiglio cespuglioso splendido, i pini d'Austria dal verde scurissimo, faggi rossi e faggi verdi, i frassini e up. viale di sorbi. Ad un chilometro dall'ingresso un fascio di pini silvestri di cui Pejrone sottolinea l'opportunità « perché connaturati all'ambiente collinare, ben più di certe conifere il cui impianto risulta estraneo, evidentemente forzato in questa zona». Parco Europa — Aperto nel '54 sulla antica rocca di Cavoretto, 50 mila metri quadrati, magnifica vista tra magnifiche terrazze digradanti, sui fianchi delle quali si può fare il curioso incontro con un gruppo di sanissimi ulivi, di palme excelsa contornate da lecci e boschetti di ciliegi da fiore. L'esperto non condivide la scelta di colture troppo costose, tipo il roseto, e l'insieme gli appare un po' indurito da troppi sentieri e scalinate in pietra. Interessante il piazzale ricavato dal bastione su cui due secoli fa un marchese d'Ormea voleva farsi un «sontuoso palazzo da villeggiatura»: sessantacinque pini marittimi lo delimitano con molto chic, i vecchi tassi tagliati a siepe sono una rarità, curioso e molto dannunziano è il primo spiazzo con il lauro ceraso, il bosso, i tigli. Mirella Appiottì

Persone citate: Giardini, Mirella Appiottì, Paolo Pejrone, Pejrone

Luoghi citati: Austria, Europa, Florida, Nord Italia, Ormea, Pian Del Lot