La bilancia valutaria marzo: -838 miliardi di Natale Gilio

La bilancia valutaria marzo: -838 miliardi I dati forniti dalla Banca d'Italia La bilancia valutaria marzo: -838 miliardi Roma, 27 aprile. La Banca d'Italia ha reso oggi noti i dati provvisori sull'andamento della bilancia dei pagamenti valutaria nel mese di marzo '77. Il disavanzo ammonta a 945 milioni di dollari pari a 838 miliardi di lire. Si tratta di un deficit di dimensioni notevoli che dimostra, in relazione anche agli andamenti dei primi due mesi dell'anno, il persistere di risultati negativi nell'interscambio dell'Italia con l'estero. Vediamo in dettaglio: nel periodo gennaio-marzo '77 il saldo passivo di bilancia dei pagamenti (ossia il risultato di tutte le transazioni economiche, quelle cioè che comportano un flusso monetario, avvenute in un dato periodo) registra l'enorme cifra di 1.582,8 miliardi, contro i 1.395,4 dello stesso periodo del 1976 considerato, già allora, un livello di deficit insopportabile. Il che significa che il «cappio al collo» che l'economia italiana si porta appresso, allentato in parte con le misure adottate nei mesi scorsi dal governo, resta presente in tutta la sua pericolosità. A che cosa è da attribuire un deficit così massiccio? I motivi, può sembrare un assurdo, vanno ricercati proprio nei provvedimenti più drastici presi dalle autorità monetarie per proteggere la lira, ossia la tassa sugli acquisti di valuta e il deposito pre- ventivo sulle importazioni. Gli operatori, non volendo o non potendo sobbarcarsi l'aggravio dell'imposta e il congelamento dovuto al deposito, hanno cercato per quanto possibile di ottenere dilazioni di pagamento anche per lunghi periodi. Il fenomeno si è acuito nell'ultimo trimestre del '76 quando il ministro del Tesoro ha fatto conoscere le date di scadenza dei due provvedimenti. Ne è derivato che una massa notevole di pagamenti dovuti per importazioni è stata rinviata dopo il 28 febbraio, giorno in cui è caduta la residua percentuale dello 0,5 per cento della tassa sugli acquisti di valuta. Su marzo e in parte anche su febbraio, quindi, si sono andati a scaricare i pagamenti ritardati e da qui l'enorme disavanzo registrato. Quanto alla copertura del deficit, esso è stato in gran parte coperto ricorrendo ad un ulteriore indebitamento sull'estero del sistema bancario. Le cifre dimostrano, in¬ fatti, che l'indebitamento è aumentato a marzo passando da 3200 a 3900 miliardi. Per la differenza necessaria a colmare il deficit di marzo della bilancia dei pagamenti, si è attinto alle riserve valutarie convertibili con un peggioramento della posizione Banca d'Italia-Ufficio italiano dei cambi di 236 miliardi. Se il disavanzo finora calcolato dovesse assumere le caratteristiche di un trend (fra l'altro, il continuo finanziarsi sull'estero, annulla gli effetti dei provvedimenti restrittivi del credito), le conseguenze sarebbero terribili. Potremmo, forse, avere alla fine dell'anno un tasso di crescita del reddito nazionale superiore alle stime finora fatte. In contropartita ci troveremmo di fronte a un deficit per migliaia di miliardi, certamente non finanziabile con le poche riserve integrate con ì modesti crediti acquisiti dal Fondo monetario e da altre istituzioni internazionali. Natale Gilio

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