Ciannettini ha lavorato come agonie segreto Oas di Guido Guidi

Ciannettini ha lavorato come agonie segreto Oas I documenti trasmessi dal ministero dell'Interno Ciannettini ha lavorato come agonie segreto Oas Strane coincidenze nei numerosi viaggi di Ventura : negli stessi giorni risulta ospite di due o tre alberghi - L'enigmatico collaboratore Sid difende il controspionaggio (Dal nostro inviato speciale) Catanzaro, 26 aprile. Guido Giannettini, prima di diventare (anni 1966-1967) l'uomo di fiducia del gen. Aloja, capo di stato maggiore dell'esercito, ha lavorato per l'Oas svolgendo un'intensa attività antigollista in Italia. La circostanza, senza dubbio sconcertante, è affiorata pubblicamente soltanto oggi, ma alla direzione generale di pubblica sicurezza (come risulta da alcuni documenti inviati da Roma alla corte d'assise) era nota sin dal settembre 1961, quando il futuro agente del Sid fu sottoposto ad una particolare vigilanza perché iscritto al movimento neofascista «Avanguardia nazionale». Il gen. Aloja utilizzò ugualmente il personaggio come trait d'union fra lo stato maggiore e la stampa, per trasferirlo poi al controspionaggio. Il plico trasmesso dal ministero dell'Interno contiene altre informazioni non meno interessanti e non meno sconcertanti sull'attività di un altro protagonista di questo processo: Giovanni Ventura. L'editore di Castelfranco Veneto è stato un frenetico viaggiatore e seguirlo nei suoi spostamenti non è facile: soltanto nel 1970 è andato a Ro¬ ma 33 volte, ma in tre occasioni (e questa è la circostanza più strana) ha preso alloggio contemporaneamente in due o addirittura in tre alberghi nella stessa giornata. Tra il 20 e il 22 febbraio 1970 Giovanni Ventura affitta una stanza all'albergo Locarno in via dell'Oca (alle spalle di piazza del Popolo); all'albergo Reale in via XX Settembre di fronte al ministero delle Finanze e a duecento metri dal ministero della Difesa; all'albergo Artis in via Capo le Case, alle spalle di piazza di Spagna. Nei giorni 8 e 9 maggio 1970, Ventura alloggia all'albergo Reale e all'albergo Margutta; tra il 26 e il 27 agosto 1970 sceglie due domicili: albergo Reale ed albergo Artis. Qual è il motivo per cui Ventura sente il bisogno di avere due o tre stanze in alberghi diversi per un soggiorno sempre brevissimo? Mistero. Ma è ancora più strano che questi viaggi a Roma coincidino con altrettanti episodi importanti per lo sviluppo di tutta la vicenda: Giovanni Ventura è a Roma il giorno della strage (12 dicembre 1969), quando scoppia anche un ordigno alla Banca Nazionale del Lavoro in via Bissolati; torna a Roma il po¬ meriggio del 16 dicembre e cioè 24 ore dopo che il suo amico professor Lorenzon è andato dall'avvocato Steccanella di Treviso per accusarlo di avere organizzato gli attentati e — strano davvero — si incontra con Giannettini; vi ritorna il 31 dicembre 1969, dopo che Lorenzon ha confermato le sue accuse. A distanza di un mese, sempre Lorenzon (23 gennaio 1970) va a Treviso dal p.m. dottor Calogero e lo stesso giorno Ventura corre a Roma. Ultimo episodio: il giudice istruttore di Treviso, dottor Stitz invia al dottor Occorsio il materiale raccolto interrogando Lorenzon e lo stesso giorno (15 febbraio 1970) Ventura arriva a Roma. Semplici coincidenze? Può darsi: ma sono coincidenze che meritano un chiarimento. Esame dei documenti a parte, oggi s'è continuato ad interrogare Giannettini. Il personaggio è sempre più enigmatico e sempre più interessante. Ora, per esempio, difende strenuamente quelli che sino a due anni fa ha accusato: gli ufficiali del Sid. Inutilmente gli è stato chiesto di spiegare quale fosse l'orientamento politico del contro-spionaggio. «Non è un argomento che può interessa¬ re il processo», ha risposto bruscamente. « Due anni fa, di questi tempi, l'agente del Sid (forse s'era convinto d'essere stato completamente abbandonato?) la pensava diversamente tanto che un giorno (9 marzo 1976) inviò al giudice istruttore di Catanzaro un memoriale di 23 pagine dattiloscritte per sostenere che: 1) ha sempre seguito i consigli del Sid e del governo; 2) il Sid, sino al 1974, ha evitato di cooperare con gli inquirenti non di propria iniziativa, ma per ordine del governo; 3) più che ricercare in direzione del Sid è necessario orientare le indagini sugli ambienti che stanno dietro al Sid; 4) la data di inizio di questa storia va fissata tra la metà del 1971 ed i primi mesi del 1972 ossia quando l'asse politico italiano subiva un notevole spostamento a destra perché esisteva all'interno della de «una tendenza facente capo all'onorevole Andreotti, favorevole ad una collaborazione di potere con l'estrema destra, d'intesa con le forze armate, la Nato e gli Stati Uniti»; 5) era stato il ministero dell'Interno «favorevole al centrosinistra» a rivelare la sua attività di agente del Sid perché era nota la sua estrazione politica di destra e la sua amicizia con il generale Maletti; 6) il Sid lo aveva aiutato ad espatriare perché così aveva deciso il governo presieduto da Rumor convinto da Andreotti e Tanassi; 7) il Sid lo aveva abbandonato per volere di Andreotti che intendeva rivedere la «propria linea politica spostandosi dalla destra alla sinistra, epurando le forze armate (a cominciare dal Sid) degli elementi di destra». Si continua ad andare avanti a rilento. Oggi qualcuno ha tentato di porre Ventura a confronto con Giannettini: è stato un tentativo inutile. Anche l'editore di Castelfranco Veneto evita di parlare per il momento: ha detto di attendere l'arrivo del generale Maletti e del capitano La Bruna e non intende mutare atteggiamento. In questo processo tutti sembrano giocare a rimpattino. Guido Guidi Catanzaro. Guido Giannettini e Franco Freda durante una pausa dell'udienza (Ansa)