Sequestro Antonioli: per gli organizzatori il p.m. ha chiesto vent'anni di prigione

Sequestro Antonioli: per gli organizzatori il p.m. ha chiesto vent'anni di prigione Oggi attesa la sentenza al tribunale di Vercelli Sequestro Antonioli: per gli organizzatori il p.m. ha chiesto vent'anni di prigione Sono Michele De Biase e Lorenzo Fiarè - Per gli altri sei imputati pene dai 19 ai 17 anni - Il Figlio del "re delle serrature" prigioniero per otto ore - La difesa; "Era solo una lezione" (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 26 aprile. Non più «barellati» né silenzi al processo per il sequestro di Roberto Antonioli, ripreso oggi davanti al tribunale di Vercelli dopo un'interruzione di un mese. A scanso di ulteriori ritardi, comunque, il tribunale aveva provveduto a far trasferire tre giorni fa gli imputati dal carcere delle Nuove a quello di Vercelli Tutti stavano bene e mostravano gran voglia di parlare. Il sostituto procuratore Brancaccio, ha chiesto ven t'anni di carcere e un milione e mezzo di multa per Michele De Biase, 38 anni, milanese, e Lorenzo Fiarè, 24 anni, di Vibo Valentia. Sono ritenuti gli organizzatori del sequestro di Roberto Antonioli, lo studente di !7 anni figlio dell'indù striale delle serrature, seque strato 1*11 novembre scorso mentre si recava a scuola e liberato otto ore dopo in una baita della Valesesia. Per gli altri sei imputati queste le richieste: 19 anni di reclusione e un milione di multa per Giorgio Tinti, 26 anni, di Rivoli, e Giuseppe Vacca, 31 anni, milanese; 17 anni per Salvator Scattaretca, 32 anni, da Grugliasco, Mario Cannellino, 51 anni, di Riva Valdobbia, Antonio Lo Giudice, 25 anni, di Nichelino, e Filippo Gasparro, 29 anni, di Nichelino. Per tutti l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. «Riconosco di aver corra messo il sequestro — ha esor dito nella sua deposizione Michele De Biase — e chiedo scusa alla famiglia Antonioli». L'industriale e suo figlio erano dall'altra parte dell'aula. Pino Antonioli, che non aveva potuto presentarsi alle prime udienze perché assente dall'Italia, ha confermato oggi ai giudici di aver ricevuto dai legali degli imputati una proposta di risarcimento, ma non ha specificato la cifra: «Non mi sono costituito parte civile al processo — ha detto ai giornalisti — ma non posso accettare le scuse di De Biase o di altri. Credo non dimenicherò mai due esperienze: la terribile notizia del sequestro e l'emozione del ritrovamento di mio figlio». De Biase ha recitato la parte del delinquente ligio ai «codici d'onore»: «Afero preso un impegno e da noi esiste una certa mentalità, sbagliata senz'altro. Ma io dovevo man tenere la parola». «Chi le la dato l'incarico?», ha chiesto il presidente Zeoli. «Ho due figli e non posso parlare». «Quanto le hanno promesso per questo contratto d'appalto? », ha chiesto il giudice a latere Amore. « Mezzo milione ». «E' vero che volevate rapire il ragazzo?». « No, andava bene chiunque per la lezione, il padre, il figlio, anche il giardiniere. Bastava tratte nerlo due o tre giorni ». La tesi della «lezione» era la versione degli imputati. Ma uno di loro, il proprietario della baita, Mario Cannellino, si è tradito. «Io non sapevo niente, soltanto che doveva mo tenere una persona. Poi, due o tre giorni prima del sequestro, mi dissero (Scattaretica e Tinti, che invece negano recisamente la circostanza n.d.r.) cTie avrebbero portato un ragazzo». E' stata una grossi smagliatura nello schema difensivo, un errore del quale ha saputo approfittare il p.m. nella sua requisitoria, attribuendo a ciascuno degli imputati un ruolo nel sequestro: gli organizzatori De Biase e Fiarè; i carcerieri Titi e Scattaretica; l'«ingenuo» affittuario, Mario Car mellino; l'amico troppo disponibile, Antonio Lo Giudice, che scambia la sua auto con quella di Filippo Gasparro. Nel tardo pomeriggio hanno cominciato a parlare i difensori: Mazzone di Varallo e Maggi di Torino, per Cannellino; Cocco di Novara, per Scattaretica e Gasparro; Salaroli di Milano, per De Biase. Tutti sostengono che si tratti di un semplice sequestro non a scopo di estorsione: è la traduzione in termini legali della «lezione» che avrebbero dovuto dare al sequestrato,La sentenza è prevista per domani. Claudio Cerasuolo Roberto Antonioli