Europa: prezzi agricoli
Europa: prezzi agricoli Europa: prezzi agricoli (Segue dalla 1' pagina) Marcora e il suo valido collaboratore, il sottosegretario Lobianco, la delegazione italiana ha oggi accusato la Francia principalmente di tre azioni scorrette; un forte ritardo nel pagamento delle sovvenzioni agli importatori francesi, i quali non ricevendo soldi acquistano meno vino in Italia; un accordo interprofessionale tra produttori e importatori francesi (il governo non c'entra ufficialmente, ma in pratica ha favorito questa intesa) per limitare a 4,8 milioni di ettolitri il vino italiano che potrà entrare in Francia tra il primo settembre 1976 e il 31 ottobre 1977 (e già ora abbiamo superato i tre milioni di ettolitri); il divieto di importare vini italiani che abbiano meno di 13 gradi (è un grave colpo per i nostri vini pregiati a doc). Questi sono tutti provvedimenti contrari alle norme della Comunità europea, e la commissione Cee è stata investita di questi problemi: ha già iniziato due procedure contro la Francia, ma non si sa se si arriverà al deferimento davanti all'alta Corte di giustizia. «Ad un risultato, comunque, si dovrà pur arrivare — ha detto Marcora —. Non possono (i francesi, n.d.r.) pretendere di inondarci di latte e impedirci nello stesso tempo dì vendere uno dei pochi prodotti che siamo in grado di esportare. Altrimenti non potremo veramente più controllare i nostri agricoltori». Il ministro ha indicato, fra i vantaggi più consistenti del-1 llllzmc 1 l'accordo di questa notte per le nostre campagne, a parte l'aumento secco dei prezzi: l'aiuto per la produzione di grano duro (esteso anche a zone dell'Italia settentrionale) nella misura di circa 61 mila lire per ettaro; l'aumento dei premi per la commercializzazione di arance e mandarini; il prolungamento dell'aiuto per la produzione di barbabietole (12 mila tonnellate fino a 14 milioni di quintali di zucchero); il mantenimento del premio di nascita per i vitelli. Per contro ci sono misure che ci danneggiano, come la sospensione degli aiuti nazionali o comunitari alla zootecnia (anche qui per l'Italia ci saranno delle deroghe) e la tassa sulla produzione di latte. Tutte queste misure sono dirette a ridurre le eccedenze di latte esistenti nella Cee, eccedenze che però noi non abbiamo contribuito a creare. E l'Inghilterra, che con il suo clamoroso rifiuto aveva fatto fallire la sessione della Ceé di un mese fa? L'Inghilterra ha oggi praticamente accettato quello che le era stato offerto, ottenendo la svalutazione soltanto del 3,5 per cento della sterlina verde e una sovvenzione di 33 unità di conto per ogni quintale di burro; l'unità di conto è pari a un dollaro secondo il cam bio reale: per l'Italia, ad esempio, vale ora 1030 lire. E' molto meno di quanto aveva chiesto il 25 marzo (oltre 70 unità di conto), ma crediamo che gli inglesi fossero partiti da molto in alto per ottenere quanto sapevano che gli sarebbe stato concesso. Livio Burato
Persone citate: Livio Burato, Lobianco, Marcora
Luoghi citati: Europa, Francia, Inghilterra, Italia
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