Sulle rive del Tevere di Tino Neirotti

Sulle rive del Tevere Sulle rive del Tevere iiiiimini Dario Fo è stato riammesso alla tv dopo un veto durato una quindicina d'anni ed è comparso venerdì scorso sul secondo canale con il « Mistero buffo »: da ciò, uno scandalo. Ma non vi è dubbio che la decisione è stata giusta. Un autore-attore di tale fama e tanto discusso non poteva essere ignorato. Si potrà osservare che le sedici puntate che gli vengono dedicate sono troppe, ma era doveroso che egli venisse tolto dal bando. Molti 10 hanno guardato: alcuni con interesse e divertimento, altri con sofferenza e sdegno. Le polemiche non potevano mancare e ben vengano. Le critiche, anche aspre, luI piano religioso e politico hanno un loro fondamento. I singoli, le associazioni cattoliche, i gruppi di utenti della Rai-tv che protestano, esercitano il loro diritto di giudizio e di dissenso: dimostrare insofferenza nei loro confronti o accusarli di intolleranza è assurdo. Ma 11 fatto che dal Vaticano si chieda al governo di intervenire per limitare o sospendere lo spettacolo non è ammissibile. Alcuni mesi fa questo giornale si è opposto all'intromissione dell'ambasciatore sovietico che cercava d'impedire la Biennale del dissenso; la nostra posizione rimane quella d'allora. Un episodio di questo tipo, con gli interventi nei quali si sta dilatando e con le mentalità che rivela, non poteva che esplodere in Italia, anzi, sulle rive del Tevere: è tutto italiano. C'è la gerarchia ecclesiastica che si sente offesa dallo spettacolo e reagisce in proprio ed a nome di tutti i fedeli in modo non corretto, proponendo la censura, mentre il giornale del Vaticano assume toni da crociata. In quale Stato potrebbe accadere qualcosa di analogo? Ci sono le due reti Tv. La prima, ritenuta d'ispirazione democristiana, ha il Gesù di Zeffirelli; la seconda, che è laica, presenta subito un altro Gesù, quello di Fo. Si vede in questo un disegno prestabilito, una congiura, le polemiche crescono, i cittadini si dividono, il discorso si allarga paragonando tra loro due spettacoli non paragonabili. C'è la mania ideologica. E' difficile ammettere d'aver assistito con piacere all'una o all'altra trasmissione senza sentirsi giudicati reazionari o estremisti. C'è il gusto teatrale del drammatizzare. Le dichiarazioni c/W/'Osservatore Romano e quelle di gruppi cattolici che parlano di attentati al « patto di convivenza comune », le premature minacce di dimissioni nella Rai per evitare che la riforma sia bloccata fanno nascere un clima di guerra santa. C'è infine l'assenza sempre più marcata della volontà di sorridere. Chi la pensa diversamente è già un avversario, ma chi fa dell'ironia o della satira politica è un nemico totale. La troppa serietà e la tetraggine non danno mai buoni frutti. Tino Neirotti

Persone citate: Dario Fo, Fo, Gesù, Zeffirelli

Luoghi citati: Italia