Contano i nervi più del gioco

Contano i nervi più del gioco Contano i nervi più del gioco Dopo tante strette di mano, Radice e Trapattoni si danno di schiena pronti a partire per il duelloscudetto che li fa diventare rivali più che mai acerrimi (al di là dell'amicizia personale che non è scalfita, anzi). Hanno quattro colpi ciascuno in canna, ogni sette passi si volteranno per spararne uno Chi andrà a segno per primo avrà moltissime probabilità di chiudere la gara, basterà una ferita (un pareggio...) per far precipitare la situazione. Cosi nel -mese di fuoco» si deciderà la battaglia fra Torino e Juventus, un enigma crudele per I tifosi e non solo per loro. Le discussioni granata del lunedi, di tutto l'ambiente non solo della società, vertevano sul pareggio della Juventus a Perugia, del modo in cui i rivali hanno perso Il punto che nelle speranze dovevano lasciare ■ come il Torino ■ sul terreno degli umbri. Da parte bianconera l'argomento d'obbligo è il rigore che l'arbitro Panzino doveva dare (e non ha dato) sul tuf¬ fo di Salvador! all'inizio della ripresa. Sul piano psicologico, I sostenitori granata che erano piuttosto giù di morale dopo la serie della Juventus in campionato ed in Coppa hanno ripreso quota: • Visto che sono nervosi anche loro? E' bastato perdere un punto... ». Per i fans bianconeri la decisione di Panzino è stata una botta: « £cco, se proprio adesso cominciano ad avere la sorte dalla loro... ». Si è riequilibrata, insomma, anche la bilancia degli umori tifosi, non solo la classifica. Per saperne di più, occorrerebbe essere dentro le due squadre, conoscere i veri stati d'animo dei giocatori e del tecnici e non solo le loro dichiarazioni ufficiali. Si può pensare che gli uomini di Radice abbiano al momento motivi di soddisfazione, uniti alla preoccupazione per le battaglie che II attendono. Il Torino ha superato una partita che cominciata liscia è diventata di colpo difficile, pericolosa: ancora una volta la squa- dra ha patito quello che è un suo grave limite più psicologico che tecnico: il considerare una gara chiusa dopo aver dimostrato a tutti la propria superiorità di gioco. Chi era presente al Comunale, sostiene di non aver mai visto un tale cambiamento di situazione, come se negli spogliatoi i giocatori si fossero scambiati le maglie. Sul rigore di Salvador! che — visto in tv — ci stava (gli altri due sono frutto dei sogni di Garonzi e Zigoni) si può solo dire che sarebbe caduto in un momento in cui il Torino aveva ancora possibilità di recupero. Lo ha dimostrato più volte, e nello stesso derby. I granata debbono temere se stessi soprattutto quando si sentono sicuri del risultato, non si può dubitare sulle loro capacità di recupero. Discorsi teorici, si dirà. Ma allora è pura teoria anche discutere su un penalty non concesso. Potrebbe essere un « non rigore » da scudetto? Certo. Ma nella storia dei campionati episodi del genere sono all'ordine del giorno. Il Torino ricorda ancora il gol annullato a Marassi, il rigore negato su Toschi a San Siro, nell'anno in cui (Glagnoni) fu malamente tagliato fuori dalla lotta per II titolo. Il Verona ha riscattato con la ripresa un primo tempo in cui era stato dominato, e l'accento posto da tutti sulle parate di Castellini è una conferma della solidità della retroguardia granata, che non si è abituati a vedere così impegnata (ed il « giaguaro » ha saldato i debiti che pensava di avere con I compagni, e che tanto lo tormentavano). Anche Zoff in primo plano a Perugia, ma per il rischio corso alla fine della gara e per le sue pacate e serie dichiarazioni negli spogliatoi. Per Dino certe reazioni del tifosi, certi atteggiamenti degli avversari, sembrano davvero • rooa da matti ». Morini e qualche altro bianconero sono stati colpiti dalla grinta rabbiosa posta del Perugia nella partita. Possono essere capiti (non scusate le reazioni, però) in quanto specie a questo punto della stagione I giocatori pensano di poter intuire ed interpretare certi atteggiamenti. Per i bianconeri il miraggio Uefa del Perugia non era una giustificazione, non capivano qeindi l'accanimento di Novellino e colleghi. Ma chi è in vetta alla classifica deve essere pronto a tutto. Del resto, già ad Atene Trapattoni aveva detto: » // Perugia non sarà l'Aek ». Mai previsione è stata tanto azzeccata. Adesso, Lazio e Napoli. La Juventus giocherà sabato dovendo poi affrontare la partita di Coppa con il Bilbao (mercoledì 4), il Torino andrà In campo già sapendo il risultato degli avversari. Stessa situazione psicologica di Cesena, si pensa, contro una Lazio che è un enigma come tutte le avversarle di qui in avanti: può diventare un Perugia o essere più morbido. Tocca comunque ai granata fare la loro partita. Adesso, è indubbio che sia la Juventus ad aspettare il risultato dei rivali in viaggio. Ma prima dovrà sbarazzarsi del Napoli, sul cui compor¬ tamento (come su quello laziale) non è possibile fare previsioni Sul resto del campionato, do mina la crisi del Milan. Giann Rivera ha accusato i compagni Certamente non avrà avuto torto esaminando la gara negli spoglia toi, ma II capitano non deve di menticare quanto parte egli abbia avuto nello sfacelo (non dlscutia mo le intenzioni, ma le conseguen ze di certi suol atteggiamenti) del la squadra e della società. Il Mi lan non è stato Inguaiato solo do menica dalla Lazio, questo è si curo. Bruno Perucca

Luoghi citati: Bilbao, Cesena, Lazio, Napoli, Perugia, Torino