I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono Donne soldato Leggo l'articolo di Liliana Malico su « Donne soldato: una bella idea ». Francamente, a me l'idea non pare delle migliori, come vari movimenti femminili e per la liberazione della donna — d'altronde citati anche nel suddetto articolo — attestano. Se infatti il progetto venisse realizzato, esso sarebbe discriminante nei confronti della donna, sia perché il servizio militare sarebbe per lei volontario ed inoltre verrebbe relegato a funzioni subalterne, ausiliarie. Ma, a parte questo, mi sembra veramente fuori luogo affrontare un simile argomento mentre il Paese è oberato da problemi che non è eccessivo né demagogico definire « di sopravvivenza »: siamo carichi di debiti e di spese, siamo alla continua, spasmodica ricerca di quattrini e dovremmo ora pensare a potenziare l'esercito con un corpo femminile? A me pare che l'operazione da fare sia proprio quella opposta e cioè il pensare con molta serietà a ridurre progressivamente — sino ad eliminarlo — l'esercito attuale, che pompa alla nazione migliaia di miliardi all'anno. In un mondo che parla di accordi per il disarmo, ma che al contrario si arma sempre di più l'Italia potrebbe farsi promotrice di un'iniziativa davvero unica al mondo: proclamare, con un alto senso di civiltà e di Fiducia nella convivenza umana, il proprio disarmo unilaterale. Roberto Peyrot Un gran bene Leggo con interesse le osservazioni e le critiche che su codesto giornale si riferiscono al Gesù televisivo di Zeffirelli. Acc:nto alle lodi, per me più che meritate per un lavoro del genere destinato al vasto pubblico, lo si accusa di inesattezze e di parzialità. A parte il fatto che la stragrande maggioranza degli spettatori non può, per evidenti ragioni di informazione e di cultura, rile- vare le pur esistenti inesattezze, 10 dico che la trasmissione, per 11 contenuto umano, per le buone parole che diffonde, per gli immortali insegnamenti che ricorda, per lo stimolo che offre alla elevazione dello spirito, farà certamente agli uomini di buona volontà, a quelli che non vanno cercando la biblica pagliuzza né la trave nell'operato degli altri, più bene di mille prediche di preti dai pulpi i delle varie chiese. Mario Passone, Villarboit (Ve) La lotta di Cousteau Ho letto sulla « Stampa » del 14 corrente la corrispondenza da Milano di Marzio Fabbri in cui sono esposte le previsioni del comandante Jacques Cousteau. Fra l'altro Cousteau constata: « // tasso di piombo delle acque dell'Atlantico è aumentato di 500 volte negli ultimi 50 anni, e questo è dovuto principalmente ai gas di scarico di tutti i motori a scoppio del mondo perché non ci si rende conto che il mare è l'inizio e la fine di tutto ». Poco dopo egli afferma: « Stiamo facendo una corsa contro il tempo e per vincerla dobbiamo mobilitarci tutti ». In un'intervista pubblicata sul « Corriere della Sera » sempre del 14 corrente, il comandante Cousteau rileva c'.ic in un punto dell'Atlantico, sul filo del Tropico, a metà strada tra Africa ed America, c'è una fossa che si riempie ogni mese di migliaia di bidoni di scorie radioattive provenienti dalle centrali termonucleari dell'Euratom. Dopo 5, 6 anni l'acqua marina corrode i fusti. Il mare s'inquina. Diventa radioattivo. Una contaminazione lenta. Ma fra 20, 30, 50 anni sarà la morte sopra l'immondezzaio dell'Euratom. Intanto, prima, l'inquinamento avvolgerà flora e fauna. E la catena alimentare contaminata allarga i suoi drammi su ogni tavola. « Non è fantasia », aggiunge Cousteau. « Esistono previsioni scientifiche sicure ». Superfluo dire che bisogna essere grati al comandante Cousteau per la strenua lotta che da molti anni conduce in difesa dei mari, e che la sua competenza in materia è eccezionale. Però io mi domando: se la situazione è quella da lui rilevata (e non è lecito dubitarne), come si può pensare di porvi rimedio? Le affermazioni del comandante Cousteau lasciano intravedere qualche speranza. Ma io non vedo come si possa sperare. Corradino Aghemio, Torino Lotte femministe Vorrei sapere la ragione per cui le femministe organizzano manifestazioni di protesta per l'aborto, violenza carnale ecc. ma mai ì.essuna di esse è insorta contro le pubblicazioni più volgarmente pornografiche. E' inutile protestare per lo stupro e poi non fare niente per denunciare certi film e pubblicazioni che seminano nell'animo dei giovani tali istinti. Lidia Nava, Torino Il colore nero Leggo in seconda pagina dell'edizione di venerdì 22 il titolo e il sottotitolo di un articolo relativo all'uccisione di un agente di polizia a Rama. Mi colpiscono due cose: nel titolo, l'accento posto sul « vestito nero » dell'assassino; nel sottotitolo l'accento posto addirittura sulla / pistola nera » della stesso (e chi ha mai visto pistole verdi, rosse o gialle?). Perché tanto accento sul « nero »? Mi viene un dubbio: non sarà per caso un tentativo per attribuire anche a questo crimine un preciso « colore » politico? Antonio Franco, Torino

Luoghi citati: Africa, America, Italia, Milano, Torino, Villarboit