Aeroporto di Caselle, perché non si pensa un po' al futuro?

Aeroporto di Caselle, perché non si pensa un po' al futuro? In margine al dibattito del Cronista per voi Aeroporto di Caselle, perché non si pensa un po' al futuro? Gli abitanti lamentano il rumore e l'inquinamento, sono guai che possono essere rimediati; ma la piccola città, con il suo scalo, è una chiave dello sviluppo socioeconomico del Piemonte e della Valle d'Aosta - L'eloquente esempio di Lione Nel recente dibattito del « Cronista per voi -, a Caselle, si è parlato dell'aeroporto, ma non abbastanza. • Scongiurato il pericolo- della seconda pista, •sepol to il programma faraonico ». di ampliamento dello scalo, si sono udite le stesse cose che dicono a Milano e a Parigi, a New York e a Los Angeles, quelli che abitano vicino agli aeroporti: gli apparecchi sono rumorosi, Inquinano l'aria e fanno venire I brividi a sentirseli passare sulla testa quando atterrano. Un secolo fa erano I treni a vapore ad assordare, inquinare, spaventare. Ma le ferrovie si sono estese e lo sviluppo dei centri rimasti tagliati fuori, o non adeguatamente inseriti, ha subito pesanti conseguenze socio-economiche. Anche chi è rimasto escluso dal loro potenziamento ha pagato caro. Basti pensare alle strozzature e al tracciato delle ferrorie alla loro confluenza su Torino, al grossi problemi ancora insoluti. Per certi aeroporti come quello di Caselle (l'unico in Piemonte e Regione Valle d'Aosta, contro I 3 della Lombardia, i 4 del Veneto ecc.) si corrono gli stessi rischi. Al dibattito del « Cronista per voi » si è preso atto che lo scalo esiste e non può essere cancellato. Si è parlato di ridurre i voli notturni, l'ing. Paparo della Sagat ha accennato ai motori sempre meno rumorosi che il progresso permette di realizzare. Il presidente degli aeroporti milanesi, Arcadu, ha messo l'accento sulla carenza di leggi urbanistiche in materia di aeroporti e sui relativi deleteri riflessi anche sull'inquinamento da rumori e fumi. Si è pure accennato all'imminente ristrutturazione della pista e del diverso angolo di discesa degli aerei, così che il sorvolo dell'abitato avvenga a un'altitudine superiore. Quanto alla sicurezza degli atterraggl, il controllore del traffico aereo. Ressia, ha rilevato che le apparecchiature di Caselle sono fra le più moderne e sicure. Molti I temi, anche se brevissimi gli interventi. Ma nessuno ha accennato a che cosa saranno, domani, Torino e la regione senza un aeroporto adeguato alle esigenze tecnologiche dell'aviazione commerciale e a quelle economiche piemontesi. Al dibattito c'erano i rappresentanti di tutte le compagnie aeree che operano a Caselle: AlitaIiaAtl, Itavia, Air France, Brltish Airways e Lufthansa. Per la compagnia britannica era giunto da Roma il dott. Llppera, responsabile per la navigazione nell'area mediterranea orientale. ■ / radioaiuti di Caselle per la sicurezza della navigazione — egli dice — sono ottimi, ma possono essere migliorati: se llls (Instrument landlng system) fosse potenziato e classificato di 3" categoria, come a Linate, per scendere sulla pista basterebbe una visibilità orizzontale dì 400 metri contro I 600800 ora necessari. Molti aerei non sarebbero più costretti a dirottare, e ne verrebbero evidenti vantaggi per I vettori, I passeggeri e l'aeroporto stesso •. Massiccia la rappresentanza all'incontro di Alltalla-Ati. Con il direttore regionale Lavateli! c'erano il direttore per i programmi ing. Pavollni, il responsabile per la navigazione Passeri, il capo dell'ufficio stampa Gabotto e l'arch. Fischer, esperto in aeroporti. « Va bene ristrutturare la pista attuale — osserva l'arch. Fischer — ma già oggi la Regione dovrebbe vincolare un'area sulla quale la prossima generazione potrà, se lo riterrà epportuno. costruirne una nuova ». La seconda pista risolverebbe Il problema del rumore sull'abitato. Inoltre consentirebbe all'aeroporto di adequarsi al più intenso movimento di velivoli che certo si avrà con l'espansione del traffico In passeggeri e In merci. La raccomandazione dell'arch. Fischer a un precedente convegno valeva la pena di un dibattito, perché si deve pur pensare al futuro dell'aeroporto in funzione dell'espansione economica di Torino, del Piemonte e della Regione Valle d'Aosta. Anche l'Anpac. l'associazione dei piloti commerciali, si è già espressa nello stesso senso. Anzi vorrebbe che la raccomandazione « venisse raccolta da tutti gli amministratori delle Regioni affinché non si trovino un giorno nella ne cessila di ampliare I loro aeroporti e nell'impossibilità di farlo Id L'ingegner Pavolini e l'architetto Fischer dell'AIitalia elvaggia e disordinata, gli interenuti hanno oltre tutto ignorato uanto avviene altrove in tema i aeroporti, Si prenda per esempio Lione. La città è al centro di una ■ comunità » dì 59 comuni (un milione e mezzo di persone), • capitale » della regione Rodano-AlpI (5 milioni di abitanti) con industrie meccaniche, elettrotecniche, chimiche, tessili e attività turistiche. Ebbene a Lione, cuore di un > bacino » molto slmile a quello regionale di Torino, ma a differenza di questo con ottimi collegamenti anche ferroviari, due anni fa si è inaugurata la prima tranche di opere del nuovo aeroporto di Satolas: un'aerostazione e una pista, che per dimensioni e ■ portata ■ non sono di molto superiori agli impianti di Caselle. Ma a Lione vedono lontano. Tre piste e quattro aerostazioni sono Il traguardo finale del progetto, da realizzare a tappe su un'area di 3 mila ettari. Dai 3 milioni di viaggiatori per anno che possono essere •gestiti» dagli impianti attuali, Satolas potrà smaltirne, allora, 24 milioni. Da Caselle si raggiungono oggi 7 destinazioni nazionali con 91 voli per settimana e 3 straniere con 23 voli. In totale 10 destinazioni e 114 voli per settimana. Da Satolas gli aerei portano a 29 scali nazionali con 328 voli settimanali e 35 all'estero con 139. In complesso 64 destinazioni (oltre sei volte quelle raggiungibili da Caselle) e 467 voli per settimana (quattro volte). E' vero che a Torino non si vola ancora abbastanza, ma da quando l'aeroporto è in funzione si sono registrati progressi notevoli. Perché non pensare al futuro con ottimismo e lungimiranza, sull'esempio di Lione? Aldo Vite per l'avvenuta proliferazione di in- I ssedlamenti urbani -. Ma la discus- j vsione, purtroppo, non c'è stata, i qAssillati dalle legittime preoccu- dpazioni di una città a crescita I

Persone citate: Aldo Vite, Fischer, Gabotto, Paparo, Passeri, Pavolini, Ressia