Esplode in Pakistan la protesta anti Bhutto: 34 morti 200 feriti

Esplode in Pakistan la protesta anti Bhutto: 34 morti 200 feriti Il premier accusato d'aver vinto con brogli Esplode in Pakistan la protesta anti Bhutto: 34 morti 200 feriti Islamabad, 22 aprile. Trentaquattro morti e 200 feriti sono il bilancio della più grave giornata di violenze nel Pakistan dall'inizio delle proteste, un mese e mezzo fa, per asseriti gravi brogli elettorali da parte del primo ministro Ali Bhutto e del suo partito. A Karachi, dove sono in vigore la legge marziale e il coprifuoco, l'esercito ha sparato sui dimostranti. Le autorità sinora ammettono che nella sparatoria sono rimaste uccise dieci persone, ma altre fonti fanno risalire a più di venti i morti e a 200 i feriti nella sola Karachi. La dimostrazione si è svolta durante un breve intervallo di quattro ore del coprifuoco, per permettere alla popolazione di approvvigionarsi di cibo e di recarsi nelle moschee. Tanti morti sono la conseguenza di un unico episodio al ponte Teen Hatti, quando i soldati hanno sparato sulla folla che aveva ignorato l'or dine di disperdersi. Alcuni ca daveri sono stati portati via dalle forze di sicurezza, ma altri sono stati lasciati sulla strada per diverse ore. Altre due persone sono state uccise dalla polizia a Sargodha, 300 chilometri a sudovest di Islamabad allorché i dimostranti dell'Alleanza nazionale pakistana (Anp), partito di opposizione, hanno cercato di incendiare la stazione ferroviaria e divellere i binari. A Peschawar la polizia ha sparato contro i partecipanti ad un comizio del partito di opposizione: cinque persone sono rimaste ferite. Al comizio aveva parlato la Begum Nasim Wali Khan che è un'alta esponente dell'Anp. In precedenza la polizia aveva cercato di impedire il comizio caricando la folla con bastoni e gas lacrimogeni. Bhutto aveva proclamato ieri la legge marziale a Karachi, Lahore e Hyderabàd perché questi erano stati i focolai delle dimostrazioni dell'Anp da quando il partito popolare pakistano del primo ministro ha ottenuto i due terzi dei seggi dell'assemblea nazionale alle elezioni del 7 marzo. Ma a questi provvedimenti l'Alleanza aveva risposto con uno sciopero generale a Islamabad e a Rawalpindi che dista 20 chilometri dalla capitale. I negozi sono rimasti chiusi e i trasporti fra le due città interrotte. Ali Bhutto e il suo partito sono stati accusati dall'opposizione di gravi brogli elettorali e l'Anp ha chiesto le dimissioni del primo mini¬ stro, lo scioglimento dell'assemblea e nuove elezioni. Bhutto si è detto disposto a ripetere le elezioni generali solo se l'opposizione vince quelle provinciali, ma l'alleanza ha respinto l'offerta intensificando la campagna per costringere Bhutto a dimettersi, proclamando uno sciopero generale a Karachi e organizzando dimostrazioni nelle altre città. Duecentotrenta morti, di cui 19 a Karachi e 13 a Hyderabàd nelle giornate di ieri e mercoledì, sono il bilancio del clima di violenza che si è creato nel Paese dal 7 marzo. (Ap) Karachi. Un convoglio ferroviario in fiamme durante i disordini nel Pakistan (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Ali Bhutto, Begum, Bhutto, Khan, Teen, Wali

Luoghi citati: Islamabad, Karachi, Pakistan, Peschawar