Teppisti turbano il corteo lanciando undici molotov nel Provveditorato, nell'Arcivescovado ed in un bar

Teppisti turbano il corteo lanciando undici molotov nel Provveditorato, nell'Arcivescovado ed in un bar Gli studenti (2500) hanno manifestato contro Malfatti e il latino Teppisti turbano il corteo lanciando undici molotov nel Provveditorato, nell'Arcivescovado ed in un bar Erano armati di pistola e con il viso mascherato - In Provveditorato danni per tre milioni, principio d'incendio nella sede vescovile, devastata la discoteca in via Po - "Atti folli per provocare panico e sfiducia nell'ordine democratico" Undici molotov lanciate in tre punti della città (provveditorato, arcivescovado, un bar) hanno turbato nella mattinata lo svolgimento del corteo studentesco Indetto dagli autonomi e dal collettivi femministi, per protesta contro la riforma Malfatti, l'introduzione del latino fra le materie per la maturità scientifica, la presunta violenza ad una studentessa. Il primo episodio avviene alle 8,35: quattro giovani fanno irruzione nell'atrio del provveditorato in via Coazze con pistole In pugno ed i volti coperti. Due tengono a bada gli impiegati, gli altri lanciano cinque molotov. Gran fragore, vetri in frantumi, paura; nessuno prende l'Iniziativa di seguire 1 teppisti che, compiuta la loro bravata, fuggono a gambe levate. Nell'Incendio sono andati distrutti gli avvisi per gli insegnanti, tavoli, sedie, tabelloni per le affissioni, infissi. Una prima valutazione del danni calcola intorno al 3 milioni il valore del materiale distrutto. Un'ora dopo 2500 giovani si concentrano in piazza Solferino, mentre parecchi loro compagni preferiscono restare in classe per le assemblee (Indette dal movimenti giovanili del partiti per la riforma) e per le lezioni. Alle 10 il corteo si muove: bandiere, slogans, cartelli che riassumono le cause della protesta. Via Cernala, corso Galileo Ferraris, qualche tentativo di puntate fuori dal percorso stabilito, subito rientrato. In piazza Carlo Felice i dimostranti bloccano il traffico per mezz'ora. Poi si mettono In marcia lungo via Roma, sosta sotto al monumento di piazza S. Carlo, pugni alzati di fronte alla Prefettura in piazza Castello. Imboccano via Po per l'ultimo tratto di marcia che dovrà portarli a Palazzo Nuovo. In testa sono le femministe. In via S. Ottavio il corteo ha già abbassato le bandiere, quando dal fondo un boato fragoroso fa scattare in una fuga disordinata 11 gruppo di testa. C'è un fuggi, fuggi dentro l'Università. « Bastardi, hanno sparato », « State calmi, state calmi ». Grida e raccomandazioni, poi l'attimo di panico passa. Che cosa è accaduto? Una decina di persone con 11 volto mascherato, staccatesi dalla coda del corteo, hanno lanciato 4 ordigni esplosivi (rudimentali ma accuratamente preparati) contro 11 bar discoteca « Angelo Azzurro », via Po 46, di Luigi De Maria, 35 anni. Vanno in fiamme 1 tavoli estemi, le sedie. Si odono grida: « Qui si spaccia droga », cade svenuto per lo choc 11 barista Bruno Cattin, 27 anni, che stava al banco ed ha visto alzarsi llllllItllll davanti agli occhi una vampata di fuoco. Accorrono gli agenti, curiosi, spengono le fiamme. Vengono recuperati due ordigni esplosi e due ancora Intatti. Sono confezionati con lattine di birra e di pomodoro riempite con polvere pirica, 11 coperchio saldato, una miccia rudimentale ricavata dalla plastica per 11 rivestimento delle sedie. C'è gran confusione e spavento. UIIMIirlllllMIIIIIIIMIIIlllinMIIIIllllllIIIIIIIIIIIII Un ulteriore piccolo botto (forse per un mozzicone acceso su un residuo di polvere) crea un fuggi fuggi generale. Nella mischia resta travolto un anziano passante che si ferisce al capo e viene trasportato in ambulanza all'ospedale. Si chiama Ernesto Pavesio, 73 anni, via Po 39, è guaribile in 5 giorni). Paura e tensione nell'aria, arrivano gli agenti con caschi e scudi che si schierano sul lato di via Po. IIIIIIIIlMIMIIIIIIIIIMIIMIIIIIlllItlUIIIIIIIMIIIIIIIlll Intanto un altro attentato avviene in via Arcivescovado 12 dove ha sede l'Ufficio Comunicazioni sociali e scuola della Curia. Don Paolo Gariglio, nel cortile vede entrare due giovani, salgono al secondo piano, socchiudono la porta della stanza in cui vi sono un elettricista che sta cambiando un tubo al neon e la segretaria Anna Casassa Mont, 45 anni. E' un attimo: lanciano due molotov e fuggono. Mentre si cerca di spegnere il fuoco 1 giovani sono già lontani, su una « 500 » blu che err. in vi?. Arcivescovado. Nel frattempo in via Po e nel pressi dell'Università, i dimostranti temono di venire dispersi dalla polizia. La notizia di nuovi incidenti 11 raggiunge rapidamente, anche il rapimento della nipote del vicecapo della polizia a Roma contribuisce a creare sgomento. La massa se ne va, convocata per un'assemblea nel pomeriggio, gruppetti restano per discutere 1 fatti. Le ragazze commentano la presunta aggressione ad una studentessa del Gramsci, che sarebbe stata assalita e violentata per strada in pieno giorno. (Secondo un volantino diffuso nelle scuole, si chiamerebbe Elisabetta, 19 anni, di S. Maurizio Canavese, aggredita da un uomo di mezza età, mentre rincasava, sulla strada vecchia di Barbanla). L'assessore Romeo ed 11 presidente della Provincia Salvettl, si sono recati in Provveditorato (l'e j dificio è di proprietà della Pro 1 vincia) per constatare i danni, as | Sicurano che martedì cominceran no i lavori di restauro. Commentano amareggiati: « Da questi attentati sono estranei, slamo convinti, il movimento democratico degli studenti, con i quali abbiamo da tempo aperto un dialogo. Si tratta di atti folli ed irresponsabili da parte di chi vuol creare sfiducia e panico allo scopo di sovvertire l'ordine democratico ». llIlllllllIllMIIMlMIIIIMIMIrillMIIlMll MIIJMIIII Due momenti degli attentati terroristici: al Provveditorato e sotto i portici di via Po. Le molotov bruciano ancora

Persone citate: Anna Casassa Mont, Bruno Cattin, Don Paolo, Ernesto Pavesio, Gramsci, Luigi De Maria, Malfatti, Maurizio Canavese

Luoghi citati: Roma