Ora Barre propone per le elezioni la "proporzionale" di Alberto Cavallari

Ora Barre propone per le elezioni la "proporzionale" La V Repubblica cambia Ora Barre propone per le elezioni la "proporzionale" (Dal nostro corrispondente) Parigi, 21 aprile. Il primo ministro Barre non ha escluso modifiche della legge elettorale francese. L'ha detto in un discorso alla televisione, aprendo praticamente la campagna elettorale per le legislative del '78, e precisando che si porterà probabilmente candidato. Con questa dichiarazione il problema della riforma diventa ufficialmente il tema centrale della vita politica, dato che l'opinione di Barre deve riflettere quella del Presidente della Repubblica. Già da tempo, del resto, il leader dei giscardiani Chinaud sostiene la necessità di un cambiamento per sbarrare la strada alle sinistre; ed è significativo che lo stesso Chinaud abbia dichiarato oggi che «l'idea della riforma avanza». Il passaggio dal sistema maggioritario al sistema proporzionale è visto come un necessario salvagente per le forze del governo. Il sistema maggioritario le ha infatti sempre premiate, regalando più seggi dei voti ricevuti. Ma il meccanismo funziona adesso alla rovescia, visto che le sinistre unite sono cresciute, e che possono farlo scattare in loro favore nel '78. Pertanto, prima che sia troppo tardi (e malgrado l'opposizione dei gollisti) i giscardiani sembrano favorevoli a varare la proporzionale. Questa manovra giscardiana è naturalmente considerata pericolosa da altre forze politiche. Perché la riforma può suscitare negative reazioni nell'opinione pubblica, dato che il suo significato è troppo palese. Anche Maurice Duverger è sceso nella polemica, osservando che un governo non può cambiare i sistemi elettorali quando s'accorge che l'avversario vince, o mantenerli quando l'avversario perde. Il Paese potrebbe dare ancora più voti a sinistra davanti a una «manipolazione vergognosa» delle regole fondamentali della Quinta Repubblica. Barre si è invece scoperto fino in fondo, sostenendo che la scelta dei sistemi di scrutinio è legata «a ragioni di circostanza». Secondo il primo ministro, De Gaulle avrebbe adottato il sistema maggioritario in due turni per queste ragioni, senza volerne fare un «elemento fondamentale delle istituzioni della Quinta Repubblica». Barre ha poi insistito a lungo sulla necessità di «non fare del dogmatismo» anche se poi (con prudenza) ha detto di «non avere preferenze personali» e che «in tutti i modi occorre che la riforma sia fatta col consenso delle forze oggi maggioritarie». Sì è avuta la sensazione, comunque, che il primo ministro abbia preparato la strada a qualche decisione presidenziale. Se le cose davvero evolveranno in questo senso, si può prevedere una drammatizzazione della vita politica intorno al tema (già definito così da qualche giornale) della «legge truffa». Naturalmente le sinistre sono in imbarazzo perché si sono sempre battute per il ritorno alla proporzionale nelle elezioni legislative: iscrivendolo addirittura nel programma comune, come regola fondamentale del «rinnovamento democratico» promesso alla Francia. Né va dimenticato che nelle presidenziali del '74 Mitterrand fece del ritorno alla proporzionale un tema centrale della sua campagna elettorale. Ovviamente la sinistra ora assume un atteggiamento diverso. Ed è interessante notare come la sua posizione si allinei su quella dei gollisti sostenitori dell'«intoccabilità» della Costituzione. Si va quindi delinenando una crescente alleanza involontaria delle sinistre e dei gollisti su due temi capitali per questa legislatura: l'Europa e la legge elettorale. Le recenti dichiarazioni di Marchais, che hanno chiuso le ostilità del pcf contro l'elezione del Parlamento europeo a suffragio universale, ma stabilito un voto favorevole solo se i poteri del Parlamento non saranno aumentati, sono infatti parallele e uguali a quelle dei gollisti. Non si vede pertanto come il governo possa sfidare su questi temi sia la maggioranza sia l'opposizione. Alberto Cavallari

Persone citate: Barre, De Gaulle, Marchais, Maurice Duverger, Mitterrand

Luoghi citati: Europa, Francia, Parigi