Sostanziale disaccordo al convegno mass-media

Sostanziale disaccordo al convegno mass-media Sostanziale disaccordo al convegno mass-media (Nostro servizio particolare) Firenze, 20 aprile. «Lasciamo stasera Firenze con un senso di sospetto e di inquietudine, con una più radicata convinzione circa l'esistenza d'uno squilibrio tra Paesi poveri e Paesi ricchi, l'asprezza delle incomprensioni, l'allontanarsi della distensione». Queste parole del presidente della Rai-tv, Paolo Grassi, sono state l'amara conclusione del «Colloquium» internazionale organizzato dallTJnesco sullo scambio di informazioni tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Un convegno che — come la conferenza generale di Nairobi dell'ottobre scorso — si è trasformato in un classico «dialogo tra sordi» Il «dialogo tra sordi» si è subito rivelato nei lavori di tutte e tre le commissioni, ciascuna con il compito di dibattere uno degli aspetti del generale problema delle comunicazioni internazionali: lo squilibrio nello scambio delle informazioni tra ricchi e poveri. Da quest'ultima commissione, in particolare, è emerso il contrasto più duro, al punto che non è stato possibile stilare un rapporto finale comune. Gli occidentali hanno accettato di inserire un para! grafo in cui si dice che «si deve prestare una cura particolare nel fornire, delle nazioni emergenti, un'immagine obbiettiva e rispettosa della loro cultura e sovranità nazionale», ma più in là non sono andati. Così i Paesi del Terzo Mondo hanno preteso, al fiondo, di aggiungere qualcosa di loro, proclamando il concetto di informazione in cui credono: «Un'espressione dell'identità nazionale, dello sviluppo e dei valori sociali di ciascuno Stato». Ed è qui, in fin dei conti, il nodo più intricato della questione. Perché nessuno ormai — statistiche alla mano — osa negare lo squilibrio nello scambio delle informazioni tra il mondo industrializzato e il mondo del sottosviluppo: quest'ultimo è sommerso da una valanga di notizie o programmi occidentali, mentre la sua immagine è spesso distorta dai servizi delle grandi agenzie occidentali. Con questi contrasti alla radice, la seduta plenaria — composta da oltre cento giornalisti e rappresentanti di governi provenienti da tutto il mondo — si è trovata di fron¬ te un documento conclusivo d'una vaghezza e d'una reticenza incredibili. Anche su un documento del genere alcuni hanno trovato motivi di discordia e si è andati avanti per più di un'ora discutendo se lo scambio delle informazioni doveva essere «libero ed equilibrato» o «equilibrato e libero», oppure se gli sforzi potevano essere «considerevoli ed immediati» 0 soltanto «considerevoli». «Siamo qui a prenderci per 1 capelli come degli straccivendali?», ha tuonato il rappresentante della Costa d'Avorio. Quello dell'Iran ha avanzato allora la proposta di non approvare un bel niente, mentre il vicedirettore dell'agenzia sovietica Tass voleva, con mozione d'ordine, chiedere la cancellazione di alcuni punti. c. s.

Persone citate: Paolo Grassi

Luoghi citati: Costa D'avorio, Firenze, Iran, Nairobi