"Prezzo dei quotidiani profonda ingiustizia"

"Prezzo dei quotidiani profonda ingiustizia" Una dura nota degli editori "Prezzo dei quotidiani profonda ingiustizia" "Non è giustificato il ritardo nella concessione dell'aumento" Roma, 20 aprile. «L'inerzia del governo sul problema dell'aumento del prezzo del giornale quotidiano fermo fin da giugno del 1974 non ha ormai nemmeno la giustificazione di essere condizionata dal meccanismo della scala mobile: il suo perdurare si qualifica, perciò, come un grave attacco alla libertà di stampa». Lo afferma un comunicato del Consiglio della Federazione italiana editori giornali quotidiani. «Fin dal novembre 1976 — afferma infatti la Fieg — il governo riconobbe che la richiesta d'aumento del prezzo del giornale a 200 lire era più che giustificata in base all'aumento dei costi di produzione, ma ritenne che, a causa del peso del quotidiano nel paniere della scala mobile, non fosse opportuno autorizzarlo, per evitare un aumento generale del costo del lavoro». Dopo l'accordo governo-sindacati — afferma la Fieg — questa motivazione è venuta a cadere ed «era logico attendersi che tale accordo fosse seguito dall'immediata adozione da parte del Cip del provvedimento d'aumento del costo dei quotidiani». «Poiché ciò non è avvenuto — sottolinea il comunicato — si è costretti a trarre l'unica conseguenza logica: quella che il potere politico non ritiene né urgente, né importante la salvaguardia dell'indipendenza economica della stampa e che, quindi, considera accettabile il rischio che essa decada a livello di settore strutturalmente subordinato». «Non conforta — sostiene la Fieg — ma rattrista il fatto chs in questo giudizio negativo nei confronti della situazione italiana concordino ormai le maggiori istituzioni mondiali del settore». D'altra parte, in cambio della mancata autorizzazione all'aumento del prezzo e fino al momento in cui tale autorizzazione fosse intervenuta, il governo si era impegnato — afferma il comunicato — ad erogare alle aziende un rimborso sostitutivo, ma il provvedimento non è stato ancora presentato in Parlamento, malgrado formali assicurazioni. In questo quadro, la Fieg sottolinea quindi che «anche se l'aumento intervenisse immediatamente, come non è solo possibile ma doveroso, resterà la necessità di risarcire le aziende editoriali per il danno subito nel periodo in cui hanno dovuto vendere il loro prodotto a un prezzo che copre ormai solo poco più della metà del suo costo». Il ritardo dell'approvazione del provvedimento di rimborso sostitutivo è comunque inquadrabile — afferma inoltre la Fieg — nella stessa logica «che sembra animare il ritardo nella autorizzazione all'aumento del prezzo». «Il Consiglio della Federazione editori italiani giornali, sulla base di tali valutazioni negative — conclude il comunicato — ha deciso di convocare l'assemblea straordinaria dei quotidiani per adottare le forme di autodifesa rese necessarie dall'esigenza di tutelare gli interessi primari, sul piano della libertà di stampa e dello stesso ordinamento democratico del Paese, gravemente lesi dal perdurare dell'attuale situazione». La Federazione nazionale della stampa italiana comunica: «Pericolosa e subdola manovra antiriformatrice: cosi la giunta esecutiva della Federazione della stampa ha definito recenti prese di posi¬ zione — strumentalmente amplificate — sulle linee fondamentali della riforma della informazione, atteggiamenti che di fatto puntano a bloccare il confronto tra i partiti democratici su una proposta unitaria e a travolgere in termini inaccettabili il contenuto di varie norme sulle quali era già stata registrata una ampia intesa. Questo giudizio è stato espresso dopo un approfondito dibattito nella commissione nazionale per le trattative, alla quale partecipano i dirigenti di tutte le associazioni regionali. Profonda preoccupazione è stata manifestata sulle ipotesi avanzate in tema di concentrazioni con norme che in realtà favoriiiiiiiNiiimmiiiiiiimiiimiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiii scono in modo smaccato le grandi concentrazioni. Si vorrebbe, infatti, rendere possibile la concentrazione di due giornali nazionali e di un quotidiano per ogni regione. Si tratta di una linea in netto contrasto con le indicazioni delle forze democratiche e della Fnsi. « E' stato denunciato con forza il tentativo di portare un duro attacco al sindacato dei giornalisti, disegno che si collega alle posizioni di netta chiusura assunte dagli editori nelle trattative contrattuali su problemi fondamentali: tecnologie, occupazione, produzione. « La giunta esecutiva, che aveva sollecitato le iniziative parlamentari con una serie di incontri collegiali tra i partiti, ha respinto le pericolose manovre contro l'autonomia del sindacato e dei giornalisti (della quale momento essenziale è l'istituto di previdenza) e ha sottolineato la necessità di accentuare la vigilanza e la mobilitazione della categoria per impedire compromessi deteriori. La giunta esecutiva, infine, ha ribadito che le proposte di riforma formulate dal sindacato garantiscono la libertà professionale dei giornalisti e l'indipendenza dell'imprenditore, condizioni essenziali per lo sviluppo democratico dell'editoria ».

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