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Condannati a 30,25,22anni i banditi ehe a Palermo uaisero un poliziotto
Condannati a 30,25,22anni i banditi ehe a Palermo uaisero un poliziotto La sentenza dopo oltre dieci ore di camera di consiglio Condannati a 30,25,22anni i banditi ehe a Palermo uaisero un poliziotto (Dal nostro corrispondente) Palermo, 20 aprile. Sono sfuggiti all'ergastolo i tre accusati di aver assassinato, due anni fa, un giovane poliziotto. I giudici della corte d'assise, dopo dieci ori e dieci minuti di camera di consiglio, hanno condannato a trent'anni di reclusione il latitante Antonino Buffa, a 25 anni Salvatore Davi, a 22 anni Michele Micalizzi. I giudici hanno concesso loro l'attenuante di aver commesso l'omicidio come evento non voluto. I tre, insieme con Rosario Riccobono, Salvatore Micalizzi e Gaspare Mutolo, sono stati assolti per insufficienza di prove dalla imputazione di associazione per delinquere. La corte ha inflitto otto mesi di reclusione per falsa testimonianza a Giuseppe Micalìzzi, padre degli altri due imputati. I giudici hanno disposto che i condannati versino una provvisionale di dieci milioni alla vedova dell'agente. Mercoledì scorso, il p.m. Francesco Virga aveva chiesto la condanna all'ergastolo per Buffa e Davi, a 22 anni di reclusione per Michele Micalizzi e 15 anni per Riccobono, Salvatore Micalizzi (fratello di Michele) e Gaspare Mutolo. L'agente di p.s. Gaetano Cappiello, 28 anni, fu assassinato la sera del 3 luglio 1975, durante una sparatoria con alcuni ricattatori. Lasciò la moglie di 21 anni, Rosalia Terravecchia e una bambina di un anno che quella sera era ricoverata in una clinica con febbre alta per una intossicazione alimentare. Sebbene la figlia stesse male, Cappiello chiese ed ottenne di partecipare all'operazione di polizia per catturare dei banditi. Per la sua abnegazione, gli fu concessa una medaglia d'argento alla memoria. Campione di karaté, alto, robusto, e fortissimo, origina- rio della provincia di Napoli, Cappiello andò di scorta all'industriale ottico Angelo Randazzo al quale i malviventi avevano chiesto cento milioni, pena gravi rappresaglie. Nella zona, in viale Resurrezione, al villaggio Ruffini, si nascosero una dozzina di altri agenti e quando l'industriale 3 il poliziotto in borghese giunsero nel posto dell'appuntamento stabilito con una telefonata dai banditi, la sorpresa falli. Infatti gli agenti si lasciarono prendere in contropiede e i ricattatori iniziarono una fitta sparatoria, fuggendo subito dopo nei campi vicini. Cappiello morì all'istante, l'industriale Randazzo fu gravemente ferito. I presunti responsabili dell'omicidio furono individuati dopo serrate indagini. Sembra che gli investigatori siano stati aiutati da alcuni anziani mafiosi del rione contrari alla violenza. Al processo, la vedova del giovane agente ucciso si è costituita parte civile, mentre Angelo Randazzo ha preferito non farlo evidentemente nel timore di vendette. Prima di ricevere la richiesta dei cento milioni, contro il suo stabilimento per lo sviluppo e la stampa di materiale fotografico erano state fatte scoppiare due bombe per «avvertimento», a. r.
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