In assise per il tentato omicidio d'una guardia

In assise per il tentato omicidio d'una guardia Rapinatore rinviato a giudizio In assise per il tentato omicidio d'una guardia Nella sparatoria il complice fu ucciso, ma prima riuscì a ferire gravemente un poliziotto - Il complice superstite risponderà anche di questo Giovanni Donatiello, 23 anni, via Isonzo 62, è stato rinviato a giudizio dal giudice istruttore Caselli per la rapina compiuta il 17 luglio dello scorso anno nella gioielleria di Franca Ferino, in corso Vittorio Emanuele 98, e per concorso nel tentato omicidio di una guardia di polizia. E' l'epilogo di un colpo « sbagliato », con un bilancio tragico: oltre al poliziotto ferito gravemente, un complice del Donatiello restò ucciso. Il bottino fu abbandonato nell'auto che doveva servire per la fuga. Donatiello riuscì a guadagnare il cortile e a volatlliz- zarsi; tutta una zona della città intorno al centralissimo corso Vit torlo fu bloccato in una inutile caccia all'uomo. Il bandito morto si chiamava Antonio Strazzullo, aveva 27 anni. Primo di tre figli di un ferroviere in pensione, aveva studiato fino alle soglie dell'università, con brillanti risultati, vincendo una borsa di studio. Ma parallelamente compiva delle « bravate » senza senso: prima qualche furtarello su vetture, poi un tentativo di truffa. L'unione con una ragazza dalla quale ha avuto tre figli, non è servita a metterlo sulla buona strada. Dal 1970 In poi comincia a collezionare arresti per oltraggio e resi j stenze a pubblici ufficiali. La que- stura ormai lo tiene d'occhio. Strazzullo si sposta a Ciriè ed è lì che probabilmente progetta il colpo grosso che gli costerà la vita. Strazzullo e Donatiello si presentano all'ingresso dell'oreficeria di Franca Perino poco dopo le 13 e 30 del 17 luglio. E' sabato. C'è un caldo terribile. La proprietaria, una aiutante e una conoscente, stanno consumando qualche panino ordinato al bar vicino. Hanno abbassato la serranda ma lasciato la porta socchiusa. I banditi irrompono, armi In pugno, nel locale. Franca Perino, e Alda Olivetti ingaggiano con loro una colluttazione cercando di sfuggire dal retro e di dare l'allarme. Ma le armi e le minacce hanno la meglio sulla loro resistenza. I gioielli vengono « reserellati » alla rinfusa dai « plateau » e gettati in una capace borsa. I due stanno per andarsene quando alla porta si presenta ur. agente. Un'inquilina del plano di sopra ha sentito dei rumori sospetti e ha telefonato al «113 », una « volante » è giunta sul posto senza azionare la sirena. L'incontro tra polizia e banditi avviene praticamente sulla soglia dell'oreficeria. Nel giro di pochi secondi la tragica conclusione. Donatiello raggiunge 11 cortile. Strazzullo si attarda e spara alla guardia Celestino Lepori, una due tre volte. Il poliziotto è raggiunto alla mano, al torace e alla spalla. Insegue il feritore sotto i portici. Il brigadiere della « volante » accorre in suo aiuto e risponde al fuoco. Strazzullo resta sul terreno. Morirà prima di raggiungere le Molinette. Per Celestino Lepore ci sarà un diffìcile e delicato intervento. Grazie ad un rene artificiale il poliziotto è sopravvissuto alla brutta avventura. Da sei anni in servizio non aveva mai fatto ricorso alle armi. Giovanni Donatiello e il bandito ucciso - La guardia della « mobile » Celestino Lepori

Luoghi citati: Ciriè