Minacce di morte ad Arcai
Minacce di morte ad Arcai Minacce di morte ad Arcai Rinviato a Novara il processo per diffamazione a un generale p.s. (Dal nostro corrispondente) j Novara, 18 aprile. Il processo per diffamazio- ! ne a mezzo stampa intentato j dal generale di corpo d'arma- ' ta delle guardie di p.s. Giuseppe Musolino, contro il giudice Giovanni Arcai, il diret- j tore del settimanale Tempo, i Carlo Gregoretti, e il giornalista dello stesso periodico, Maurizio Pedrotti, è stato rinviato a nuovo ruolo. Il tribunale di Novara (presidente Bertone, giudici Fava e De Luca, p.m. Scalia) ha accolto l'istanza tendente ad ottenere i termini per preparare la difesa. Il giudice Arcai, ha preferito rinviare ogni sua dichiarazione a dopo il processo. Ha anche cortesemente allontanato i fotografi: «Sono stato minacciato di morte — ha spiegato — mi è stata offerta una scorta armata ed ho rifiutato: è per questo che vi prego di non pubblicare foto recenti». A Giovanni Arcai, in servizio sino a due anni or sono al tribunale di Brescia, era stata affidata l'istruttoria sui Mar (Movimento di azione rivoluzionaria) di Carlo Fumagalli dopo che questi, il 13 maggio 1974, era stato arrestato insieme con una ventina di persone sospettate di fare parte del movimento eversivo di destra. Parallelamente, affidata ad altro giudice, venne condotta una diversa istruttoria per la strage di piazza della Loggia (8 morti e un centinaio di feriti). Il giudice Arcai venne esonerato dal condurre l'istruttoria allorché suo figlio, Andrea, venne indiziato per la strage di Brescia. Ora è in servizio presso la corte d'appello di Milano. Quando un altro magistrato concluse l'istruttoria da lui iniziata e depositò la sentenza di rinvio a giudizio per il Mar (il processo è in corso) Arcai ne contestò le conclusioni con un memoriale di 25 pagine inviato al procuratore capo e allo stesso giudice istruttore. Un memoriale che ha assunto il carattere dì una «controrequisitoria» nel quale si fanno parecchie osservazioni, non ultima quella di pretese infiltrazioni e connivenze di alti ufficiali della polizia nei Mar. Si fanno anche nomi, persone che Arcai interrogò quando era lui a condurre l'inchiesta. Uno degli episodi narrati dal magistrato coinvolge un ufficiale di p.s. nella fuga da Brescia del neofascista Giancarlo Esposti, che venne poi ucciso nel conflitto a fuoco di Pian del Raschio. Il settimanale Tempo in un servizio a firma del Pedrotti, parlando del memoriale Arcai, disse che l'ufficiale di p.s. era stato identificato con lo pseudonimo di «Penna nera» e che questi non era altri che il generale Musolino, ispettore delle guardie di p.s. Nel memoriale di Arcai si fanno tanti nomi e forse nel servizio pubblicato da Tempo vi è stato un equivoco tra Musolino e qualche altro ufficiale. Lo ammette lo stesso autore Maurizio Pedrotti. «Il mio servizio, piuttosto lungo, è stato ridimensionato; nel testo originale non identificavo affatto "Penna nera" col generale Musolino, ma con altra persona di cui ho fatto nome e cognome». Piero Barbe
Luoghi citati: Arcai, Brescia, Milano, Novara, Pian Del Raschio
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