Treviso: si cerca di bloccare il processo per le schedature di Giuliano Marchesini

Treviso: si cerca di bloccare il processo per le schedature Due imputati ricusano il pretore La Valle Treviso: si cerca di bloccare il processo per le schedature L'udienza rinviata al 26 aprile - Settantadue imputati: dirigenti di aziende e investigatori - I lavoratori sono stati classificati per le loro abitudini, amicizie e opinioni (Dal nostro inviato speciale) Treviso, 18 aprile. C'è un migliaio di persone nell'immensa severa «Sala dei trecento»: gente venuta ad assistere al processo per le schedature nei confronti di aspiranti ad un posto di lavoro in fabbriche ed uffici del Trevigiano. Ma l'attesa è presto delusa, perché il dibattito va ad inciampare in una «ricusazione» del pretore, proposta da due imputati a proposito di una frase apparsa su un quotidiano e attribuita al magistrato. Così occorre attendere qualche giorno per sapere se questa storia clamorosa debba conservare o perdere il suo giudice. Il pretore è Francesco La Valle, già noto per aver messo sotto accusa, tre anni fa, l'olio di colza e aver inflitto all'ing. Enrico Chiari una terribile stangata: sette anni di reclusione e una multa di un miliardo di lire; in appello, poi, l'industriale trevigiano uscì dalla vicenda assolto con formula piena. Francesco La Valle, che ha un senso immediato e tutt'altro che burocratico della giustizia, adesso si accinge a giudicare settantadue tra responsabili di aziende, dirigenti di istituti bancari e investigatori privati, accusati di violazione degli articoli 8-38 dello Statuto dei lavoratori. La prima di queste norme stabilisce che «è fatto divieto al datore di lavoro, ai jini dell'assunzione come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a messo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose e sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore». Durante l'inchiesta, il pretore La Valle ha raccolto una quantità di «schede» riguardanti uomini e donne che cercavano, in genere attraverso la compilazione di una domanda, un'occupazione nella provincia di Treviso. Ed ecco qualche brano di questa collezione di indagini private: «La madre del richiesto è strabica (l'investigatore deve essere rimasto particolarmente colpito da quello sguardo infelice) è persona poco stimata nel condominio per la sua mania di criticare e manifestare la sua opinione»; «il fratello Ugo è un po' tardivo nell'apprendere in quanto alcuni anni fa, mentre giocava nel cimitero, fu colpito alla testa da una lapide mortuaria»; «si dice, da persona che la conosce bene, che è donna che non può stare senza compagnia dell'uomo»; «elemento di scarse qualità in genere, frivolo, fragile e privo di decisione. Giovane abulico, viziato, dedito alle donne e ai divertimenti spinti. Fino a qualche tempo fa conduceva una vita dissoluta frequentando giovani capelloni. Ha dovuto sposare, avendola resa incinta, una ragazza operaia»; «convive con la madre, donna moderna e ancora piacente, dalla voce pubblica giudicata leggera e civettuola». Si mescolano, in questo pozzo delle «indiscrezioni», le abitudini e le parentele, le amicizie e le tendenze politiche, i modi di passare le serate e i peccati veniali della Marca trevigiana. Tra coloro che devono rispondere di vio¬ lazione dello Statuto dei lavoratori c'è il presidente degli industriali del Veneto, Mario Valeri Manera, sotto accusa come rappresentante di un'azienda; ci sono direttori di banca, c'è il responsabile della Indesit. Si costituiscono parte civile le organizzazioni sindacali e la stessa iniziativa prende «Lotta continua». Nell'aprire l'inchiesta di fronte alla marea di pubblico, Francesco La Valle mostra la sua carica polemica. «Prima di iniziare il processo — dice — desidero fare una dichiarazione pubblica, che anche i rappresentanti della stampa e della Rai-tv qui presenti sono pregati di raccogliere. Il "Gazzettino" di ieri, in prima pagina, sotto il titolo "Processo-spettacolo a Treviso", dà la notizia del processo in termini che oggettivamente gettano discredito e suonano scherno e dileggio delle istituzioni dello Stato. Infatti il "Gazzettino" attribuisce alla magistratura, qui rappresentata da questo pretore, quella "devianza", anzi "prevaricazione" (cito testualmente) ai danni delle istituzioni, di cui esso stesso si rende responsabile. Anche mediante l'insinuazione di notizie tendenziose, le affermazioni del "Gazzettino", dileggiando la giustizia, sono intrinsecamente antidemocratiche, e tali da portare acqua al mulino di quel disegno eversivo che da alcuni anni è in atto nel Paese. Come magistrato dlla Repubblica e avendo giurato fedeltà alla Costituzione e ai valori di civiltà e democrazia che la sorreggono, ho il dovere, ritengo, di denunciare pubblicamente il tentativo antidemocratico di mettere in burla l'operato del pretore, e deplorare che, nonostante le numerose prove di maturità date in più occasioni dalla cittadinanza di Treviso e del Veneto, ci sia ancora chi non esita a servirsi dello strumento giornalistico per interessi particolari». Poco dopo questa ventata, il processo si ferma: c'è l'i¬ stanza di ricusazione, per cui il pretore La Valle dovrebbe tirarsi in disparte. L'attacco degli avvocati si basa su una frase riportata giorni fa dal «Resto del Carlino». Parole che i legali ritengono pronunciate dal giudice: «Il processo di Treviso dovrebbe dimostrare come il potere si espande e si consolida mediante la selezione di classe; da Treviso ci si aspetta un inizio di giustizia popolare». La decisione è rimessa al presidente del tribunale. Il pretore ricusato, comunque, avverte già che quanto apparso sul quotidiano bolognese non è uscito dalla sua bocca, ma dalle pagine di un documento elaborato da «Lotta continua». Per il momento, però, non gli resta che sbrigare le formalità di rito che precedono l'apertura del dibattimento: sfilano davanti al magistrato, per l'appello, pochi imputati e oltre ottocento testimoni. Poi il processo è rinviato a martedì 26 aprile. Giuliano Marchesini

Persone citate: Enrico Chiari, Francesco La Valle, La Valle, Mario Valeri Manera

Luoghi citati: Treviso, Veneto