Fresca vena di un futurista di Augusto Minucci

Fresca vena di un futurista NELLE GALLERIE TORINESI Fresca vena di un futurista Una mostra antologica di Nicolay Diulgheroff alla "Narciso" e o a e Reduce da un successo di pubblico e di critica nella capitale lombarda, Nicolay Diulgheroff espone ora alla galleria «Narciso» in piazza Carlo Felice 18. Giovane (malgrado i 76 anni) ed entusiasta, come lo fu soltanto ai tempi di Marinetti, sorride felice per questa sua nuova stagione piena di stimolanti prove della sua fresca, inesauribile vena creativa. Una vena che, per la verità, non si è mai inaridita, anche se le circostanze lo avevano indotto ad accantonare pennelli e «carte» che ha ripreso a -tormentare» alcuni anni fa realizzando opere di grande interesse le quali riprogongono — come ha scritto Marzio Pinottini, nella monografia presentata in occasione di questa mostra — «/a riconsiderazlone globale della sua ligura d'inventore di forme e di colori'. Nato a Kiustendil e formatosi alla Kunstgewebeschule di Vienna a Der Weg di Dresda, alla Bauhaus, Diulgheroff, nel 1926, approdò a Torino, per caso: aveva letto su una guida turistica che Torino era la città più moderna d'Italia e non stette a pensarci due volte. Giunto nel capoluogo piemontese, il giovane artista, che già conosceva Marinetti si mette In contatto con II gruppo futurista torinese e con Filila che subito lo definisce •un Impasto di anima barbara e di esperienza latina, uno di quel futuristi che operano liberamente, con un'Intensità meno cerebrale ma più colorata, più calda, più umana: In realtà Diulgheroff con la sua esperienza mitteleuropea, sviluppa quella tendenza costruttiva che risulta chiaramente in opere come ■ Punto Luce» e -Luce-Spazio» del 1927 che avranno anche il merito di anticipare un certo astrattismo italiano. E precursore Diulgheroff fu anche per quello che riguarda la grafica pubblicitaria fissando, come ebbe a sottolineare Albino Galvano, •certi principi di spoglia astrazione che sarebbero poi stati cardini dell'attività oggi attualissima del design ». Quello che è certo, e di grande importanza, è tuttavia il fatto che Diulgheroff, pur operando nella sfera futurista, privilegiò sempre al dinamismo plastico (spesso non privo di retorica) la sintesi, riuscendo a far dialogare, nei suoi limpidi collage polimaterici, sfere, quadrati, triangoli, sinusoidi, spogliandoli di ogni allusione simbolica per farli vivere di vita propria. E ciò si può cogliere, non soltanto nelle opere del periodo storico, ma anche in quelle di oggi (basta osservare -Musica grammofonica* e 'Musica elettronica-) che rivelano non soltanto un Diulgheroff estremamente fresco e attuale, ma ci aiutano a comprendere il vero valore di questo artista, che stimolato dai nuovi materiali e dalle conquiste della scienza, continua con rinnovata fantasia un discorso che lo pone fra i grandi protagonisti del futurismo. ★ * La galleria -Marln» di via Lagrange 1, presenta una raccolta di opere scelte di Emilio Scanavlno, uno fra i più noti e originali artisti italiani, la cui fama, da tempo ha varcato i confini. Nato a Genova nel 1922, e formatosi in un periodo di grandi rivolgimenti dell'arte, Scanavino, dopo un esordio espressionista, ha saputo giungere ad un'arte personalissima, capace di esprimere, attraverso la ripetizione ossessiva del segno, gli oscuri travagli della nostra esistenza. I suoi viluppi di giunchi, I suoi nodi che nascono da macchie come spruzzi di sangue, le sue grate indistricabili che si agganciano alla perfetta simmetria di due quadrati o di un arco, sono, pur nel loro furore, fredde allegorie del nostro vivere quotidiano. E anche la nitida e anonima stesura che fa da contraccanto alle trame che vi si stampano sopra, sembra riflettere l'immagine perfettamente asettica della vita di oggi con al centro il male oscuro che ci rode. Augusto Minucci

Luoghi citati: Dresda, Genova, Italia, Torino, Vienna