Genova: quartieri non voteranno? di Paolo Lingua

Genova: quartieri non voteranno? Rinvio delle elezioni Genova: quartieri non voteranno? Solo la democrazia cristiana contraria a rimandare la consultazione (Dal nostro corrispondente) Genova, 16 aprile. Lunedì sera, la «sala rossa» del Comune di Genova sarà nuovamente teatro d'uno scontro politico che riporterà senza dubbio i consiglieri più anziani al ricordo delle sedute interminabili e serrate degli anni cinquanta: l'ordine del giorno, infatti, prevede la discussione sul rinvio o meno delle elezioni dei consigli di quartiere, che avrebbero dovuto effettuarsi in giugno. L'esito del dibattito è scontato. Soltanto la democrazia cristiana, che detiene la leadership dell'opposizione, è favorevole alle immediate elezioni. Tutti gli altri partiti hanno di fatto concordato di far «slittare» la consulta popolare al 1978, probabilmente in concomitanza con lo svolgimento delle elezioni per il Parlamento europeo. La giustificazione è di carattere sostanzialmente economico: si dice che le elezioni per i consigli di quartiere sono un aggravio assai pesante (sei-settecento milioni) per le casse comunali; Molto meglio aprofittare, il prossimo anno, della coincidenza delle elezioni europee e «assorbire» di fatto la spesa. Questa spiegazione è però soltanto la facciata del problema: in realtà il rinvio è stato deciso per convenienza politica. L'aspetto curioso del fenomeno genovese, è che i diversi partiti, in questa vicenda sostengono tesi contrarie a quelle che sono state loro proprie per almeno dieci anni. I democristiani, ad esempio, una decina di anni fa, hanno «subito» il fenomeno dei consigli di quartiere: hanno fatto il possibile, quando detenevano il potere amministrativo, per svuotarli di significato, di contenuto e soprattutto di potere. I democristiani, nei mini-consigli, vedevano soprattutto un meccanismo che metteva a nudo i limiti organizzativi e strutturali di tutti i partiti in periferia (ed in particolare proprio la de) e che, invece, esaltava il «meccanismo di manovra» e la disciplina del pei. Indubbiamente i consigli di quartiere sono stati uno dei tanti trampolini di lancio che han no portato ai successi comunisti del 1975 e del 1976. Oggi, invece, la de all'opposizione, abbastanza disorganizzata a livello di consiglio comunale, preme affinchè si vada alle elezioni. I democristiani pensano (e forse non sbagliano), che l'attuale maggioranza è in difficoltà. I comunisti e i socialisti hanno sempre più frequenti dissensi su come amministrare la città. Inoltre l'argomento di maggiore tensione è il «piano regolatore», che obbliga la Giunta ad un duro lavoro di revisione, proprio dopo la «ribellione» dei consigli di quartiere, anche quelli politicamente più «rossi». La de punta su questo scontento per cercare un risultato elettorale esaltante che mortifichi l'attuale maggioranza. La de genovese, però, questo successo lo cerca soprattutto a spese dei «partiti minori»: pli, pri e psdi, che attualmente sono le forze politiche in maggiore difficoltà. Sono stati, tra-l'altro i «partitini» ad offrire la maggiore resistenza ed a insistere sul rinvio, proprio nel timore di «sparire». Il pei ha fatto leva, «scavalcando» ancora una volta il psi (che forse aveva, in alcune sue componenti, covato la speranza d'un successo in periferia a spese dei comunisti), sui tre partiti laici che gli hanno offerto, nella battaglia per il rinvio al 1978, il più accanito supporto. Il pei, che ha responsabilità amministrative a tutti i livelli in Liguria (regione, province, comuni) non vuole compromettere il suo riassetto interno, con una battuta d'arresto elettorale, magari appena percettibile, ma che potrebbe giocare sul piano psicologico in senso negativo. Così ha insistito per il rinvio evitando che i socialisti guadagnassero terreno. Il pei e il psi, che erano stato i partiti che in passato più avevano puntato sul decentramento, oggi tendono, dunque, tutto sommato, con la decisione di rinvio a snobbare la funzione e soprattutto il potenziamento dei quartieri. Paolo Lingua

Luoghi citati: Comune Di Genova, Genova, Liguria