Il mio Carosello

Il mio Carosello — Le mani slegate Il mio Carosello GUIDO CERONETTI Sstavo bruciando, una sera, nel mio giardinetto epicureo, qualche migliaio di miniassegni e osservavo i germi dei peggiori morbi infettivi che crepitavano. Il telefono mi chiama; è il Gr 1 che chiede la mia opinione di finissimo letterato sulla pubblicità degli Assorbenti per Signora, ormai diventata, come tutto il resto, allarmante. Finalmente, vogliono il mio parere su qualcosa di non superficiale. Parlo per cinque minuti, di cui quattro e trentotto secondi saranno tagliati per far posto a dichiarazioni dell'onorevole Craxi che imperleranno di sudore gli ascoltatori. Ma ho qui una splendida occasione per riassumermi vergognosamente. Non sono un Disinformato. Come sfogliatore regolare di periodici e di mensili non ignoro certo un problema così periodico e così mensile. In un periodo della mia vita in cui ero incerto tra una onorata carriera nelle Assicurazioni Ramo Vita e un avventuroso sbaraglio come brevettatore di piccole invenzioni, avevo anche cercato di vendere a una famosa Ditta sanitaria un tipo di assorbente che avrebbe potuto dare origine a novità nei rapporti interpersonali e riportarci, a prezzo di gravi scosse, a quello che tutti desiderano senza confessarlo, un Nuovo Medioevo. Infatti il mio assorbente non aveva lo scopo di liberare la Donna dalla Schiavitù Periodica, ma di rendergliela permanente. Invece di puntare sulla Leggerezza, l'Impalpabilità con Potenza e l'Invisibilità, puntava tutto sulla Pesantezza e la Visibilità, trascurando il fine igienico al punto da ometterlo quasi completamente. L'astuccio contenitore aveva la forma di una di quelle valigette per uomini d'affari dette Ventiquattrore, il cui alto costo mi ha sempre fatto preferire le Cento, e perfino le Centocinquanta ore, e addirittura la Sei Giorni, mentre, all'interno, si pigiavano alla rinfusa una dozzina di pezzi che un osservatore insolente avrebbe subito scambiato per sciarpe di lana a quadri scozzesi, in colori molto giovanili. Senza un'adeguata pubblicità, contenente e contenuto avrebbero, non so se a ragione o a torto, potuto essere venduti separatamente: l'involucro in buoni negozi di pelletterie, i pezzi colorati in boutiques di moda. Ecco la necessità di Carosello. Il filmato televisivo che avrebbe dovuto accompagnare il lancio del prodotto si sarebbe basato su una mia sceneggiatura. Un uomo di prestigio si sta facendo la barba, nella pace del suo bagno, ostacolato però da una sciarpa di lana scozzese che gli arriva fino agli occhi. Entra la moglie, per provare la biro sul lato del lavabiancheria, e lo rimprovera dolcemente. L'uomo si toglie la sciarpa coperta di schiuma e la porge alla moglie, con gesto opportuno ma affettuoso. La camera segue la signora nella camera da letto dove la sciarpa, soppesata e ripulita dal sapone, viene riposta in un cassetto. A questo punto il marito si affaccia, con il viso radicalmente tagliuzzato dal rasoio, e prega la moglie di restituirgli la sciarpa per tamponarsi le ferite. Sulla dissolvenza, il primo piano di una Donna Felice invita le telespettatrici a non indugiare oltre: dovranno immediatamente telefonare al loro fornitore abituale di detersivi per prenotare, in Offerta Speciale, il nuovo prodotto. Il nome del prodotto mi aveva fatto penare. Non volevo ricordasse fiori e frutti, acque e pascoli, come i comuni assorbenti. La letteratura mi tentava coi nomi di Mr. Hyde, Quevedo, Il Rosso e il Nero, Barbusse. L'Opera consigliava Adriana Lecouvreur, Nozze di Figaro, Trovatore, Forza del Destino, Così fan tutte. Alla fine, per evitare che andasse a ruba, l'avrei chiamato Opus Postumum. Il brevetto è ancora lì, a disposizione delle due superpotenze.

Persone citate: Adriana Lecouvreur, Barbusse, Craxi, Figaro, Hyde, Quevedo, Ramo Vita

Luoghi citati: Potenza