Contingenza resta il punto dell'attrito

Contingenza resta il punto dell'attrito I sindacati e il governo Contingenza resta il punto dell'attrito Roma, 15 aprile. Parole dure sono state pronunciate dai sindacati dopo aver conosciuto il testo della lettera d'intenti che l'Italia ha inviato al fondo monetario internazionale. Il punto che ha provocato le maggiori ire è quello che riguarda la scala mobile e l'intenzione di modificarne il sistema. Ma è tutta la politica economica indicata che è oggetto di critiche ed ha fatto dire a Camiti, segretario confederale della Cisl, che il risultato sarà di aggiungere all'inflazione anche la recessione. Dicìò. segretario confederale della Cgil (socialista), ha dichiarato che la lettera mette in crisi i rapporti con il governo. Benvenuto, segretario generale della UH, (socialista), va più in là: invoca un chiarimento politico, «Data l'assenza ormai evidente di un interlocutore, cioè il governo». Precisa: «E' necessario che, come sindacato, ci poniamo il problema di un governo che abbia sufficienti consensi, che sia credibile, per scongiurare "docce scozzesi", come guella della lettera d'intenti, che vanificano di fatto l'importanza e l'attendibilità di qualsiasi tipo di accordo si vada a stipulare». Preoccupato di queste reazioni, il ministro del Tesoro Stammati, uscendo dal Consiglio dei ministri, si è affrettato a rassicurare che ogni modifica della scala mobile richiede l'ampio consenso dei sindacati, che senza quel consenso nessuno si muove, che nessuno vuole violare gli accordi. «Anzi, ha detto ancora, di fronte alle pressioni del fondo monetario per una incisiva riforma della scala mobile è stato ricordato che non era possibile senza sentire le confederazioni». Sulla scala mobile la lettera di intenti si sofferma più volte. In particolare al paragrafo 14 si legge: «... L'attuale sistema di scala mobile è uno strumento che minaccia la possibilità di occupazione della massa del popolo italiano. Il governo ha pertanto sottolineato costantemente la necessità dì mitigare gli effetti degli aggiustamenti dei prezzi sul livello dei salari ed ha insistito sulla esigenza di modificare l'attuale sistema. E' già stato possibile prendere una serie di misure che, nel complesso, avranno un effetto significativo sull'andamento dei prezzi e dei costi». La lettera ricorda la legge che impone il pagamento in Buoni del Tesoro non negoziabili «di tutti gli aumenti salariali derivanti dalla indicizzazione sui redditi superiori agli S milioni l'anno», una seconda legge che prevede «vari accorgimenti per accrescere la produttività e ridurre il costo del lavoro, compresa l'abolizione di particolari trattamenti riservati a gruppi speciali», infine il cambiamento «nel metodo di calcolo dell'indice sindacale per quanto riguarda giornali quotidiani, trasporti urbani, energia elettrica». Al paragrafo 15 la lettera dichiara: « Il presupposto di ogni ulteriore modifica al sistema esistente di indicizzazione è costituito da un ampio consenso tra sindacati e datori di lavoro, ma il governo è consapevole che il raggiungimento di questo obiettivo può richiedere ulteriori modifiche del sistema ». Quale sia l'obiettivo non è detto, dal contesto sì intuisce che è il contenimento dell'inflazione. (A propostito perché le lettere dei ministri non sono scritte in un italiano più chiaro?). Da quanto abbiamo riportato si deduce che il governo insisterà per modificare la scala mobile, ma che non farà nulla senza il consenso dei sindacati, anche perché è consapevole, per esperienza, che una loro opposizione bloccherebbe ogni suo proposito. Riuscirà il monocolore di Andreotti? I sindacati hanno protestato all'apprendere qual è la sua intenzione, tuttavia, dopo l'accordo sui quotidiani e sui trasporti pubblici, essi non si nascondevano che non sarebbe stata l'ultima concessione, anche perché, a malincuore, ammettono che le concessioni fatte non sono sufficienti. Significativa confessione era nella prima fase dell'articolo di Macario, segretario generale della Cisl, comparso su Stampa Sera di lunedi 4 aprile: « L'accordo concluso sulla scala mobile, se chiude il discorso, almeno per ora, sul costo del lavoro, eccetera ». Piuttosto i sindacati si interrogano sul nuovo ruolo che stanno assumendo: sono diventati l'interlocutore privilegiato del governo, impongono attraverso i partiti la loro volontà al Parlamento, ora constatano che sono anch'essi protagonisti responsabili della politica economica. La responsabilità comporta anche l'assunzione di sacrifici, mentre per lunghi anni i sindacati avevano circoscritto il loro compito alla difesa prevalente degli interessi degli occupati, limitandosi a chiedere. Ora dicono che ogni volta che vanno a Palazzo Chigi debbono lasciare qualcosa sul tavolo. E non può essere diverso, perché se essi si oppongono contrastando in modo totale la condotta del governo, il governo è costretto a dimettersi e su di loro ricade il peso della crisi con tutte le conseguenze. Il monocolore aveva intenzione di verificare a metà anno la situazione economica e poi decidere se invitare di nuovo le Confederazioni al tavolo di Palazzo Chigi. Ma prima di allora dovrebbe essere operante il programma che i partiti si propongono di concordare. g. tr.

Persone citate: Andreotti, Macario

Luoghi citati: Italia, Roma