Ex sceriffo e capo indiano a caccia del bisonte bianco

Ex sceriffo e capo indiano a caccia del bisonte bianco PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Ex sceriffo e capo indiano a caccia del bisonte bianco Sfida a White Buffalo di f. Lee Thompson con Charles Bronson, Will Sampson, fack Warden, Kim Novak e John Corrodine. Stati Uniti, colori. Western. Cinema Reposi. Candido come un agnello, grande come una montagna, sbuffante come una locomotiva, questo « bisonte bianco », uscito dalla penna di Richard Sale e dai laboratori del Rambaldi di King Kong, ha strette parentele con Moby Dick, Lo squalo e Terremoto. A combattere il mitico mostro si trovano uniti tra le nevi delle Montagne Nere l'ex sceriffo, cacciatore di indiani e killer «Wild» J. B. Hickock e il famoso capo pellerossa Cavallo Pazzo. Sono i due volti emblematici del genocidio che fu compiuto nel secolo scorso durante la colonizzazione statunitense dell'Est, contro il popolo indiano. Su uno sfondo pittorico stile western si svolge lo scontro ideologico (c'è una « verità rossa » e una « verità bianca » sempre a confronto) tra confusi tentativi di indagine psicanalitica. Il cacciatore bianco, cupo come la morte, corre all'appuntamento con il bisonte massacratore spinto da un sogno ossessivo e persecutorio. Hickock deve uccidere l'animale per liberarsi dal complesso di colpa ereditato con la sua pelle chiara. Ma per cancellare definitivamente il passato deve partecipare alla caccia anche il pellerossa. Gli antichi fantasmi vanno uccisi insieme. Dopo il «sacrifìcio», ciascuno dei due popoli potrà recuperare la dignità perduta in netta posizione di antitesi, senza falsi paternalismi o ipocrisie collaborazionistiche. Sullo sfondo di questa lettura in chiave di simboli, il regista Lee Thompson ha disegnato un western d'atmosfera surreale e fiabesco che concede ampi spazi allo psicologismo e poco all'azione. Il risultato e un racconto di cadenze lente e di caratterizzazioni etnologiche ai limiti dell'ingenuità. Charles Bronson è amaramente piegato sotto il peso delle responsabilità dell'intera colonizzazione bianca; Will Sampson, l'indiano del Nido del cuculo, è un Crazy Horse pieno di sussiego e di nobiltà. Nel coro delle parti minori si ritrovano John Carradine e Kim Novak, irriconoscibile. s. c. ★ ★ A noi le inglesinc! di Michel Long, con Remi Laurent, Stephane llillcl, Veronique Delbour. Francia 1975, commedia a colori. Cinema Romano. (a. v.) Rimandati in inglese, due studentelli parigini, invece di trascorrere, com'era previsto, le vacanze sulla Costa Azzurra, sono inviati dai loro genitori oltre Manica, per apprendere in loco direttamente ciò che non hanno imparato a scuola e sui libri: la pratica serve più della grammatica, come si dice. I due giovincelli sono dei galletti: in un pollaio britannico popolato di provinciali ragazze disponibili alle avventurette gallanti, si sentono dei minuscoli re e fanno non difficili conquiste, scambiandosi, se è il caso, le pulzelle albioniche, minorenni e maggiorenni. Retrodatata al 1959, la corninediola è scorrevole per merito dell'esordiente regista (e soggettista) Michel Lang che, con A nous les petites anglaisesì, ha iniziato una promettente, sul piano commerciale, carriera di metteur-en-scène boulevardier, vale a dire spumeggiante e superficiale. Si saranno divertiti gli affiatati interpreti maschili e femminili mentre sfoderavano davanti alla cinepresa le loro galanterie comandate, e altrettanto si troveranno piacevolmente soddisfatti quegli spettatori del goliardico filmetto che al cinema cercano soltanto il passatempo. Canzone Popolare al Palasport — Stasera alle 20,30 per II Festival • Victor Jara >, concerto di Luis Cllia (Portogallo), Maria Del Mar Bonet (Balearl), Y Joan Isaac (Catalogna) e del Gruppo operalo • E Zezi di Pomigliano d'Arco - del N.C.I. (Campania).

Luoghi citati: Campania, Catalogna, Francia, Portogallo, Stati Uniti