Ambasciatore per casi difficili

Ambasciatore per casi difficili Ambasciatore per casi difficili (Segue dalla 1" pagina) mitragliatrice che un suo parente aveva brevettato e che la Fiat — decenni fa — aveva anche costruito con il nome di «mitragliatrice Revelli» e che il vecchio senatore Agnelli aveva con successo presen tato di persona al re Vittorio Emanuele; l'unica arma, credo, che fu pensata e costruita in serie dall'azienda. Sono di Revelli — agli inizi degli Anni Settanta — i primi studi, i primi complicati organigrammi per trasformare la monolitica Fiat in una moderna holding; è a Revelli che si è ricorsi quando a Buenos Aires è scoppiata la tragedia di Sallustro, rapito e poi barbaramente ucciso. Amico intimo di Perón e di Isabelita, e poi anche di alcuni generali, Luchino Revelli riuscì a far navigare la Concorde tra le burrasche dei descamisados, dei montoneros, dei militari; di tutto il feroce folclore rivoluzionario argentino, insomma. Da Buenos Aires l'avvocato Revelli è risalito in Brasile, chiamato a svolgervi probabilmente il ruolo di mediatore tra gli interessi dei soci brasiliani dello stabilimento di Belo Horizonte, e gli interessi di Torino. Ma sempre ha voluto tenere un piede a Parigi, città alla quale è legato da un caldo amore, ricordo delle origini transalpine della sua famiglia, rinforzato dalla sua formazione culturale. A Parigi, Revelli è direttore generale della Fiat France, etichetta dietro alla quale sono raggruppate tutte le attività industriali e commerciali dell'azienda torinese in Francia. A Parigi vive con la moglie Maria Elda Vidotto e con i figli Paolo, funzionario della Fao, 28 anni e Laura, giornalista, 30 anni, moglie di un architetto francese. L'attività internazionale, le sue infinite conoscenze nel mondo politico hanno fatto offrire a Revelli anche una carica di prestigio all'Unesco. A Buenos Aires quando appena era stato nominato presidente e l'ambiente era an¬ cora terrorizzato dalla fine drammatica di Oberdan Sallustro, Revelli teneva in tasca lettere e credenziali dei capintesta dei diversi movimenti politici, con i quali tutti era riuscito, bene o male, a intessere relazioni o contatti: « Spero siano, mal che vada, un salvacondotto», confidava. Non aveva paura dei rapimenti, e certo non deve aver avuto paura l'altra sera quando l'hanno sequestrato sotto la porta di casa, mentre stava rientrando dal lavoro. Si deve essere forse chiesto soltanto « chi e perché », il rapimento giungendo totalmente inaspettato (Revelli non aveva guardie del corpo) e senza ragioni apparenti né politiche né economiche. A Parigi accanto alla famiglia Revelli e per mantenere i rapporti con la nostra ambasciata, il governo francese e la polizia, si è precipitato Vittorino Chiusano, un'altra, forse la maggiore delle eminenze grigie della Fiat. s. d.

Luoghi citati: Brasile, Buenos Aires, Francia, Parigi, Torino