Dopo il riconoscimento del pce di Aldo Rizzo
Dopo il riconoscimento del pce Dopo il riconoscimento del pce Ora la Spagna va verso le elezioni La Spagna vive, o ha vissuto, un momento di tensione, nella fase più delicata della transizione verso un sistema definitivamente democratico. La «legalizzazione» del partito comunista, che il governo Suarcz ha operato con indubbio coraggio poli lico, ha creato inquietudine nelle forze armate, già pilastro del regime franchista, e ha offerto all'estrema destra l'occasione di un tentativo rabbioso, probabilmente l'ultimo, di fermare la democrazia. Un'ora difficile per Suarez, e per tutti i democratici spagnoli; se quest'ora è superata, la strada è aperta verso il cambiamento decisivo, la consultazione popolare di giugno. Che questo fosse lo scoglio più duro della transizione, si sapeva fin dalla morte di Franco. A chi vive da sempre o da molto in democrazia, riconoscere ai comunisti come a ogni altro partito il diritto di partecipare liberamente alla vita politica può sembrare un atto normale, obbligato, ovvio. Ma nella realtà spagnola esso si cala in equilibri complessi, dei quali è impossibile non tenere conto. Già il governo di Arias Navarro e di Fraga Iribarne, il primo governo della monarchia post-franchista, ancora condizionato dalla destra «ultra», aveva escluso un simile riconoscimento per il pce, essendo dubbio che potesse e volesse darne uno. aperto e formale, anche agli altri. Poi il giovane re impresse una svolta col governo Suarez, ma di nuovo, a quanto dice la destra, l'esclusione almeno temporanea dei comunisti fu promessa ai capi militari, questa volta in cambio della loro acccttazione della de¬ mocrazia per gli altri. Infine la logica dell'evoluzione democratica e le pressioni degli altri partiti e dell'opinione pubblica internazionale hanno indotto il governo a compiere il salto; e il problema, tanto a lungo rinviato, del contraccolpo di destra si è posto. Il pce è oggi il più avanzato partito comunista d'Occidente. II suo atteggiamento nei confronti dell'Urss è fortemente critico almeno dal 1966, quando il suo «leader». Cardilo, definì il processo a Siniavskij e Daniel una violazione di tutte le regole della democrazia socialista. Un anno dopo Carrillo scrisse che il comunismo spagnolo ed europeo-occidentale doveva distaccarsi da «ciò che è puramente russo nella rivoluzione sovietica», e cioè la repressione delle libertà civili e politiche e il concetto del partito-Stato. Dopo la ferma condanna dell'invasione della Cecoslovacchia, fronteggiò con ogni possibile decisione la sfida del pro-sovietico Lister e il suo tentativo di contrapporgli un altro pc, appoggiato da Mosca. In due interviste, tra il 75 e il 76, definì l'internazionalismo proletario invocato dai russi «un residuo storico», che camuffava tentativi d'interferenza, e il sistema sovietico «la dittatura di uno strato della società sul resto della società». II modello del pce per il socialismo in Spagna è quello ormai noto dell'eurocomunismo, con le sue ombre e i suoi nodi irrisolti, ma con le sue molte e importanti novità di tipo pluralistico. Ma per la destra il pce è quello della guerra civile, l'avversario irriducibile e duro, anzi il nemico della patria spagnola, che sarebbe stata difesa e salvata dai militari di Franco. Naturalmente la critica storica più seria e serena ha sempre negato la tesi di un complotto comunista contro la Repubblica, che avrebbe giustificato l'«alzamiento». All'inizio della guerra civile il pce era il più piccolo dei partiti della sinistra e aveva solo 16 deputati alle Cortes. Se via via, nel corso della guerra, diventò la forza egemone del Fronte pòpolare, fu per il suo maggiore spirito di organizzazione e per il fatto che l'Urss fu la sola potenza antifascista a sostenere lo sforzo militare della Repubblica contro Franco e i suoi alleati italo-tedeschi. Tuttavia, a parte le ragioni e i torti, la guerra civile fu una tremenda carneficina, con atrocità specifiche da una parte e dall'altra, ed è ovvio che il suo ricordo pesi anche in senso politico. Se Suarez supera senza ulteriori difficoltà il contraccolpo di destra, come del resto sembra probabile, egli ha compiuto un lavoro non certo irrilevante, anzi straordinariamente delicato e difficile, di ricucitura del Paese oltre i segni profondi di una frattura storica e tragica, la più tragica che un Paese europeo abbia conosciuto nell'età contemporanea. Per questo egli merita il rispetto non solo degli spagnoli (e Carrillo già glielo ha espresso, a nome del pce), ma di tutti i democratici europei, per i quali la transizione pacifica della Spagna verso la libertà è una delle pochissime buone notizie, e forse la sola..di questi tempi difficili. Aldo Rizzo
Persone citate: Arias Navarro, Carrillo, Cortes, Fraga Iribarne, Lister, Siniavskij, Suarez
Luoghi citati: Cecoslovacchia, Mosca, Spagna, Urss
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