E' già possibile donare una parte del fegato di Bruno Ghibaudi
E' già possibile donare una parte del fegato E' già possibile donare una parte del fegato Bruno Ghibaudi Pochi giorni fa al Bethesda Hospital di Washington il sottufficiale della Marina Militare italiana Gennaro Morie di 29 anni, da Napoli, è stato sottoposto al trapianto parziale di fegato. Ha funto da donatore il padre Mario, di 54 anni. L'intervento, importante e singolare, apre nuove prospettive non soltanto ai maIati di fegato, ma anche all'immunologia. Per questo ne abbiamo parlato con il prof. Saverio Imperalo, direttore del Servizio Trapianti dell'Ospedale Regionale Ligure S. Martino e docente di Immunologia presso l'Università di Genova. « Sotto l'aspetto chirurgico l'intervento si avvale di tecniche già collaudate e perfezionate, quelle stesse a cui in alcuni grandi centri di epatochirurgia si ricorre per asportare le porzioni di fegato, in particolare quelle laterali, invase da tumore — spiega Imperato —. La parte lasciata al vivo, e questo è il caso del donatore, viene ricoperta con un pezzo di membrana peritoneale. L'emostasi (arresto del flusso sanguigno), che interessa anche il ricevente, può essere ottenuta anche con altri sistemi ». Imperato aggiunge poi che il trapianto parziale di fegato è favorito anche dal fatto che di questo organo si possono asportare porzioni molto grandi (fino ai 4/5) senza che il paziente — purché la parte residua sia sana c funzionale — soccomba. Da questa singolari- tà scaturisce anche la possibilità di far vivere meglio e di curare anche gli ammalati con metastasi epatiche, purché si riesca a bloccare il processo metastatico prima che intacchi la porzione di fegato minima richiesta per sopravvivere. Nell'intervento di Bethesda sembra che la parte trapiantata sia circa la metà. « Inoltre ci sono alcuni motivi per credere che nel caso del fegato il rigetto possa essere dominato meglio, anche con i mezzi standard, di quanto non si riesca oggi a fare con quelli di rene, di cuore, di pelle o di altri organi — continua Imperato —. Pare infatti che il fegato possieda caratteristiche immunologiche un po' particolari, che favorirebbero la sopravvivenza. Gli esperimenti fatti sui maiali hanno confermato che in certe condizioni il trapianto di fegato avviene senza complicazioni, in quanto la parte trapiantata attecchisce benissimo e non si ha rigetto per anni. Nel caso dell'uomo, invece, la situazione appare diversa e deve essere ancora verificata in certi aspetti. Ecco perché gli interventi come quello di Bethesda devono essere seguiti con attenzione, soprattutto dopo l'operazione, per comprendere meglio i meccanismi immunologie!. Nel caso del marinaio napoletano si tratta cioè di verificare se la parentela antige¬ nica è una semiidentità, e quindi se ci sono antigeni che potrebbero provocare il rigetto ». Le prospettive dei trapianti parziali di fegato sono quanto mai interessanti. Il numero di pazienti che potrebbe beneficiarne è enorme. Inoltre si trapianterebbe da donatori vivi, usufruendo porzioni d'organo perfettamente efficienti e vitali, il che contribuisce notevolmente alla riuscita dell'operazione. Il prof. Imperato ha però un motivo più personale per seguire con attenzione il trapianto di Bethesda. Da anni sta perfezionando una metodica per prevenire la reazione di rigetto e che consiste nel preparare un estratto tollerogenico (che induca cioè nel ricevente la tolleranza all'organo estraneo) con l'aiuto di porzioni prelevate ad un organo identico a quello da trapiantare e opportunamente trattate. Il metodo, applicabile quando gli organi sono due, diventa impossibile se l'organo è unico. Invece nel caso del fegato, essendo possibile l'epatectomia parziale, questo ostacolo si annulla e a questa metodica di prevenzione si può ricorrere anche per un organo dispari come il fegato. « In futuro, quando questa mia metodica sarà a punto, diventerà forse possibile prelevare al donatore una piccola porzione di fegato, preparare con essa un estratto tollerogenico. inocularlo con tecniche opportune al ricevente e iniine effettuare il trapianto vero e proprio ».
Persone citate: Imperato, Saverio Imperalo
Luoghi citati: Genova, Napoli, Washington
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