La Cgil risponde agli studenti di Emilio Pucci

La Cgil risponde agli studenti Un convegno ad Ariccia sulla crisi e i giovani La Cgil risponde agli studenti Ariccia, 12 aprile. Il sindacato cerca di riallacciare il discorso con il movimento studentesco, interrotto nel febbraio scorso, quando Luciano Lama venne duramente contestato all'università di Roma. Questo il senso del seminario su «Cr:si economica, sociale e di valori: condizione giovanile e strategia sindacale», organizzato dalla Cgil nel suo centro studi di Ariccia. Il convegno, che si concluderà domani con un discorso di Lama, rientra nel quadro del dibattito precongressuale. I lavori del seminario sono seguiti da dirigenti sindacali, rappresentanti delle organizzazioni giovanili dei partiti, docenti universitari e delegati delle leghe dei disoccupati. Al momento, però, non è previsto alcun intervento da parte di rappresentanti degli «autonomi» o degli «indiani metropolitani». Riprendere il dialogo con il mondo della scuola è senza dubbio un tentativo ricco di insidie e destinato a lunghe pause riflessive, proprio per gli errori e le contraddizioni che hanno caratterizzato la strategia sindacale degli ultimi tempi. «Una nostra pretesa totalizzante è sbagliata — ha riconosciuto il segretario confederale della Cgil, Sergio Garavini, nella relazione d'an^rtura —. Dobbiamo seguire una linea di confronto e nel confronto mantenere una linea e una proposta le cui grandi coordinate siano quella del lavoro come rivendicazione di fondo e dell'azione democratica come metodo di lotta contrapposto alla violenza minoritaria». E' questa l'unica via che può consentire al sindacato di riprendere quella funzione storica di mediatore tra le esigenze degli occupati e le richieste delle nuove leve senza lavoro, allevate ad una scuola carente e disorganizzata. Fallire l'obiettivo equivarrebbe a dare ragione a quei critici che già parlano di «sindacato degli occupati», scollato dalle drammatiche realtà di disoccupazione e di emarginazione. Ecco spiegato l'invito di Garavini a muoversi in fretta, e individuando «quelle cause più profonde di protesta e di rivolta sulle quali il sindacato può stabili¬ re un rapporto unitario e di lotta con le nuove generazioni». L'analisi della crisi economica e del processo di allargamento della disoccupazione e dell'emarginazione giovanile è stata fatta dal professor Paolo Leon. L'economista ha sgranato un lungo rosario di cifre «in rosso» con le quali il Paese deve necessariamente fare i conti per avviare la ripresa e il rilancio dell'attività produttiva: quasi cinque milioni di posti di lavoro necessari per equilibrare la situazione; circa due milioni di sottoccupati nel 1977; due milioni e mezzo di possibili disoccupati, dei quali un milione e mezzo di intellettuali; un milione e mezzo di senza lavoro, «secondo le stime ufficiali». A giudizio di Leon, tutti i guai sono conseguenti «allo stravolgimento della politica di riforme attuata dal centro-sinistra, politica vanificata dall'atteggiamento della classe dominante». Anche il sindacato e le forze di sinistra, con il loro atteggiamento difensivo, non sono esenti da colpe. Il sindacato, sempre secondo Leon, è passato da una politica della piena occupazione rivendicata con forza, alla semplice salvaguardia dell'occupazione esistente, «rafforzando tra l'altro, la cosiddetta politica del sussidio». Il rapporto tra disoccupazione giovanile e riforma della scuola è stato trattato dal professore Astor Rosa, il quale ha messo in rilievo come l'Università, a causa delle sue crescenti disfunzioni (carenze di aule, gonfiamento anomalo delle iscrizioni, bassa percentuale dei laureati in rapporto agli iscritti e via dicendo), sia diventata «una sacca di emarginazione professionale e culturale». Si deve quindi inver. tire la marcia. Queste le proposte che Rosa ha offerto alla meditazione del sindacato: trovare un sistema di programmazione di accesso all'Università, diverso dal numero chiuso ma rientrante nell'ottica dell'orientamento politico; sottoporre a verifica la struttura attuale delle facoltà, in particolare umanistiche, e costruire modelli professionali aderenti alla realtà produttiva del Paese. Emilio Pucci

Persone citate: Astor Rosa, Garavini, Lama, Luciano Lama, Paolo Leon, Sergio Garavini

Luoghi citati: Ariccia, Roma