Poste nel caos, miliardi bloccati di Natale Gilio

Poste nel caos, miliardi bloccati Il ministro spiega il perché del grave disservizio Poste nel caos, miliardi bloccati Roma, 12 aprile. Vittorino Colombo, ministro delle Poste, per spiegare il caos che regna negli uffici postali usa un termine del linguaggio automobilistico: « il servizio si è imballato ». Milioni di bollettini di versamento in conto corrente sono bloccati nelle sedi postali delle principali città. ! A Torino, sono fermi più | di quattro milioni di versamenti effettuati in tutta Italia da abbonati alla radio e alla televisione. L'importo globale, in valore, è di circa cento miliardi di lire. A Milano la giacenza dei conti correnti supererebbe i 3 milioni e mezzo. Non meno drammatica la situazione a Roma, a Venezia, a Napoli e in altre città. In pratica, è la paralisi di un servizio pubblico essenziale, con conseguenze di or¬ dine economico, soprattutto per le aziende, facilmente immaginabili. Di chi la colpa di questa nuova manifestazione di cattiva gestione della cosa pubblica? Il ministro delle Poste, piuttosto che di colpe, preferisce parlare di cause. « Quando un servizio pubblico è affidato in via principale all'attività del personale e questo personale per più di un mese mette in atto uno sciopero bianco, evidentemente le giacenze si accumulano». Ma questo sciopero, facciamo notare, è stato messo in atto perché lei ha decurtato gli straordinari. « A dire il vero non sono stato io. E' stato il Parlamento. Anzi, io mi ero dichiarato contrario a quella diminuzione, almeno fino a quando non si fosse chiusa la trattativa sindacale, legata al rinnovo del contratto degli statali, sulle modalità di lavoro straordinario e di lavoro a cottimo. Su questa base ritenevo che gli straordinari dati nel '76 dovessero confermarsi anche nel '77. Il Parlamento, invece, ha voluto dare una frustata e ha dimezzato gli straordinari. Le conseguenze si vedono». Resta il fatto che si sono realizzate le meccanizzazioni, si è introdotto il codice postale, si sono fatte le ristrutturazioni interne, ma le poste continuano a non funzionare. « Ha ragione. Purtroppo il processo di meccanizzazione è cominciato appena un anno e mezzo fa. Consideri che per funzionare deve toccare tutte le 92 province. Per i conti correnti la centrale di Roma è già automatizzata, ma per fare un conto corrente da Torino per Roma occorre ancora procedere ali : doppia registrazione, quella manuale e quella automatizzata. Cioè, ci troviamo nella condizione che il nuovo è in fase di nascita e il vecchio occorre mantenerlo. Nel frattempo, la valvola di salvezza era rappresentata dal lavoro straordinario. Se poi il Parlamento ha deciso di portarlo da una media mensile di 140 mila lire a 67 mila lire le conseguenze le tragga da solo ». Ma non si potrebbe distaccare parte del personale al servizio dei conti correnti? « E' un argomento che discuterò con i sindacati nella riunione fissata per giovedì. Ma qui occorre tener conto di un altro fattore: bisogna che le organizzazioni sindacali si mettano una volta per sempre d'accordo. La Cgil sostiene che non bisogna fare straordinari e a questo atteggiamento rigido corrisponde in Parlamento la posizione del pei e del psi. La Cisl, invece ritiene che in caso di accumulo di giacenze si debba ricorrere ad atti straordinari, come si è fatto nel 1973: per mettere riparo a 15 mesi di sciopero l'amministrazione ha dovuto pagare dieci miliardi di straordinari. Adesso siamo al primo mese ed io spero che si vorrà evitare una altra crisi di quel genere ». Ci sono anche da conside¬ rare i danni che derivano alle imprese. « Sono d'accordo con lei. Nel circuito dei conti correnti si sono immobilizzati centinaia di miliardi. Qualcuno potrebbe dire che abbiamo contribuito a fare un'operazione di deflazione, a raffreddare la velocità di circolazione della moneta. Le assicuro, comunque, che io non sono affatto contento di questo ». Qualche soluzione si dovrà pur adottare. « Le soluzioni sono due. A lungo termine accelerare il piano di automazione e di meccanizzazione, in modo da portare questo servizio dei conti correnti alla dignità di un servizio di banca. Però tenga presente che se ai bancari si dà cento, agli impiegati delle Poste si dà trenta. A breve termine, invece, sono previsti, se i sindacati sono d'accordo, spostamenti di personale e un'accelerazione delle procedure saltando controlli non essenziali. Comunque, ritengo che per l'immediato ci sia poco da fare. Bisogna tornare a raddoppiare gli straordinari se si vuole che, ad esempio, a Milano si ritorni a smaltire 220 mila bollettini al giorno. C'è poco da dire: pensare di regolamentare un'azienda economica come le Poste mediante una legge rigida va contro un discorso di efficienza ». Natale Gilio

Persone citate: Vittorino Colombo